Roma, 4 aprile 2014 - Due giornaliste occidentali dell'agenzia Associated Press sono rimaste vittima di un attacco nell'est dell'Afghanistan. Una di loro è stata uccisa, l'altra è rimasta ferita. Domani in Afghanistan si vota per l'elezione del presidente. Le due giornaliste si trovavano nella provincia di Khost, est dell'Afghanistan. "Due donne giornaliste sono state raggiunte da colpi d'arma da fuoco questa mattina mentre si trovavano all'interno del quartier generale del distretto di polizia. Una è stata uccisa, mentre l'altra è gravemente ferita", ha detto il portavoce della polizia di Khost. Le due sono state aggredite mentre stavano visitando l'ufficio del governatore del distretto di Tanai, da un uomo, con indosso un'uniforme, che è stato arrestato. Katthy Gannon è rimasta gravemente ferita, mentre la fotografa Anja Niedronghouse è morta. 

REPORTAGE IN PERIFERIA - La Gannon, corrispondente per il Pakistan e l'Afghanistan, è canadese. Tedesca era la collega, la fotografa che l'accompagnava, Anja Niedringhaus (Pulitzer nel 2005 per immagini della guerra in Iraq e nello stesso anno vincitrice del Courage in Journalism Award dalla International Women's Media Foundation). Le due reporter si trovavano in una piccola città nella provincia di Khost, nel distretto di Tania, nella parte orientale del Paese, quasi al confine con il Pakistan. L'Afghanistan vive una tormentata vigilia elettorale: domani si vota per le elezioni presidenziali, un voto che i talebani hanno minacciato di insanguinare in tutto il Paese.

IL PRECEDENTE - Sulla tornata elettorale, che segnerà la fine dell'epoca Karzai e dell'impegno delle forze Nato nel Paese, in scadenza a fine anno, pesano essenzialmente due incognite: la sicurezza degli elettori e il fondato rischio di brogli. Quello odierno è il terzo attacco contro giornalisti nelle ultime settimane in Afghanistan. L'11 marzo fu assassinato lo svedese Nils Horner, in pieno centro di Kabul mentre faceva interviste. Due settimane fa, un giornalista afghano dell'agenzia Afp, Sardar Ahmad, è rimasto ucciso in un attacco talebano contro un hotel di lusso nella capitale, insieme alla moglie e ai due figli maggiori. La foto dell'unico sopravvissuto della famiglia, un bimbo di un paio d'anni, in un letto d'ospedale ma sorridente, è stata una delle ultime 'ritwittate' dalla fotografa tedesca nel suo profilo, il 28 marzo scorso.

LA FOTO SIMBOLO -  Dal conflitto in Bosnia alla Libia, dalla Striscia di Gaza all’Iraq: è stata una vita in prima linea nelle zone di guerra quella di Anja Niedringhaus, la fotoreporter tedesca dell’Ap uccisa in Afghanistan. Premio Pulitzer per la fotografia, Niedringhaus, 48 anni, è stata tra l’altro autrice delle foto simbolo della strage di Nassiriya, il 12 novembre 2003 in cui vennero uccisi 19 italiani.
Tra queste la più celebre, quella di notte, a molte ore dall’attentato, in cui uno sconfortato e triste soldato italiano si porta la mano alla testa, coperta dal casco, e guarda sconsolato in basso. Sullo sfondo i resti anneriti della palazzina squarciata dall’esplosione dell’autocisterna di carburante imbottita di esplosivo, che avvolse in una palla di fuoco la base italiana nel centro della cittadina (FOTO).

L’ultima immagine dall’Afghanistan, pubblicata sul suo sito il 2 aprile, era stata scelta dal New York Times. Niedringhaus aveva esordito nella fotografia a soli 16 anni e coprì da freelance nel 1989 la caduta del muro di Berlino. Dal 2002 all’Associated Press, Niedringhaus ha raccontato la guerra in Iraq e nella Striscia di Gaza. Dal 2006 al 2007 ha insegnato giornalismo ad Harvard, una delle piu’ prestigiose universita’ del mondo. I suoi scatti sono stati in mostra al Museo di Arte Moderna di Francoforte, alla Galleria C/O di Berlino, a Londra e in Canada.