Pechino, 24 marzo 2014  - Primo punto fermo nel mistero del Boeing 777 della Malaysia Airlines, scomparso l'8 marzo scorso con 239 persone a bordo: l'aereo è precipitato nel sud dell’Oceano Indiano. A dare l'annuncio a Kuala Lumpur il primo ministro malaysiano Najib Razak. "Con profonda tristezza e dispiacere, vi devo informare che, secondo nuovi dati, il volo MH370 è finito nel sud dell’Oceano Indiano", ha detto Najib, citando nuovi calcoli basati sui dati forniti dal sistema satellitare Inmarsat per appurare la rotta tenuta dal Boeing 777-200 dopo aver perso i contatti con la torre di controllo. L’ultima posizione rilevata del volo della Malaysia Airlines sparito l’8 marzo si trova appunto nell’oceano. Najib ha spiegato di aver informato le famiglie dei passeggeri riguardo gli ultimi sviluppi, e ha rinviato a un’altra conferenza stampa domani per ulteriori dettagli. Resta però, al momento, il giallo sulle danimiche e sui motivi del dirottamento.

I DATI DEI SATELLITI E LE RICERCHE - Sono state nuove immagini satellitari a indicare con certezza che il Boeing fu avvistato per l’ultima volta mentre volava "nella parte centrale dell’oceano, a ovest di Perth". Si tratta di un'area perlustrata da navi e aerei che partecipano alle operazioni di ricerca, dopo che sono stati avvistati oggetti galleggianti che potrebbero essere frammenti del relitto, finito ormai in fondo all’oceano. "E’ un’ubicazione remota, lontana da qualunque possibile sito di atterraggio", ha precisato Razak, senza fornire spiegazioni su cosa potrebbe essere accaduto sull’aereo. Alla conclusione si è giunti grazie alla collaborazione dell’agenzia del ministero dei Trasporti di Londra competente a indagare sui disastri nell’aviazione civile, e della 'Innmarsat', compagnia britannica operante nel settore delle telecomunicazioni satellitari, che hanno fornito nuovi dati e analisi.

TROVATI 'OGGETTI' IN MARE - Un aereo cinese che partecipa alle ricerche del Boeing 777, ha individuato degli "oggetti" interessanti nel meridione dell’Oceano indiano. Gli oggetti rilevati sono di forma quadrata e di colore bianco, ha sottolineato l’agenzia stampa Nuova Cina. Sono stati avvistati due oggetti relativamente grandi e molti altri più piccoli. L’equipaggio a bordo dell’aereo IL-76 ha avvistato gli oggetti nel sud dell’Oceano indiano e ne ha riferito le coordinate al centro di comando australiano, che sta guidando la ricerca internazionale. Si tratta di due oggetti galleggianti di grandi dimensioni e di alcuni bianchi più piccoli, sparsi in diversi chilometri quadrati.

LA RICERCA DELLA SCATOLA NERA - Nella zona la Marina Militare americana ha inviato il proprio 'black box detector', un'apparecchiatura in grado di captare i segnali trasmessi dalle scatole nere di un aereo. L’apparato opera di norma agganciato a un rimorchiatore, che lo traina a velocità ridotta al di sopra del punto in cui si presume sia finito il velivolo: "Se troveremo rottami saremo in grado di agire il più presto possibile, dal momento che le batterie del segnalatore di una scatola nera hanno una durata limitata", ha commentato Chris Budde, responsabile operativo della VII Flotta Usa.

DECADUTI TUTTI I SOSPETTI SU PASSEGGERI  - Intanto tutti i sospetti sui passeggeri del volo MH370 sono decaduti, mentre le indagini sui piloti e l’equipaggio dell’aereo proseguono. Lo ha dichiarato il capo della polizia della Malesia, l’ispettore generale Khalid Abu Bakar, durante una conferenza stampa. I Paesi d’origine dei passeggeri del volo Malaysia Airlines hanno condotto indagini sui rispettivi cittadini, per verificare eventuali legami con gruppi terroristici o che potessero destare sospetti. Abu Bakar non ha voluto fornire indicazioni sul recupero, da parte degli investigatori, dei file che a inizio febbraio furono cancellati dal simulatore di volo che il pilota del Boeing 777 teneva nella propria abitazione.

ANCORA MISTERO - Resta dunque ancora da far luce sui motivi perché il Boeing sia finito fin lì rispetto all’originaria rotta Kuala Lumpur-Pechino. Lo spegnimento manuale dei due sistemi di comunicazione, la virata verso ovest rilevata dai radar militari e poi un altra deviazione verso sud, sono tutti aspetti sui quali gli investigatori brancolano ancora nel buio. Anche le indagini sui passeggeri e sui piloti, come detto, non hanno evidenziato alcun elemento sospetto. Restano insomma aperte tutte le ipotesi, dal dirottamento terroristico a una successione di problemi tecnici.