Washington, 17 ottobre 2013  - Il presidente degli Stati Uniti, {{WIKILINK}}Barack Obama {{/WIKILINK}}ha firmato la legge di bilancio che permette la riapertura dell’amministrazione federale ed eleva il tetto del debito, un ‘passaggio’ che chiude definitivamente la crisi fiscale vissuta dal Paese.

La Casa Bianca ha confermato che poco prima di mezzanotte ora locale, Obama ha siglato con la sua firma l’accordo approvato nella notte italiana dal Congresso degli Stati Uniti, con un’ampia maggioranza tanto al Senato che alla Camera dei Rappresentanti.

Adesso la legge entra in vigore e sono garantiti i fondi per la riapertura dell’amministrazione fino al prossimo 15 di gennaio e mentre il rischio default si riproporrà il 7 febbraio prossimo.

Oggi, ha annunciato la Casa Bianca, nel pomeriggio italiano, Obama comparirà dinanzi alla stampa per fare dichiarazioni e definire gli impegni del governo dopo due settimane di blocco legislativo.

CASA BIANCA A DIPENDENTI PUBBLICI: TORNATE A LAVORARE - Scongiurato in extremis il rischio default, Barack Obama si è affrettato a chiedere a tutti i dipendenti federali lasciati senza stipendio per 16 giorni di shutdown di tornare rapidamente a lavorare. Il direttore dell’ufficio budget della Casa Bianca, Sylvia Mathews Burwell, ha emanato una direttiva appena pochi minuti dopo la firma da parte di Obama della legge che ha posto fine allo shutdown e che ha elevato il tetto del debito statunitense. Chiaro il messaggio: tornate al lavoro regolarmente, si riaprano gli uffici “in maniera rapida e ordinata”.

L'AMERICA NON FALLIRA' - Accordo in extremis su shutdown e default negli Usa. I leader democratico e repubblicano del Senato, Harry Reid e Mitch McConnell, hanno raggiunto l'intesa finale sulla misura che permette di sbloccare lo shutdown ed alzare il tetto del debito.

Sgombrando il campo da dichiarazioni contrastanti dei due rami del Congresso, dovrebbe essere la Camera a votare oggi per prima il testo dell’accordo bipartisan raggiunto al Senato. Testo che porrà fine allo shutdown (la chiusura delle attività federali non essenziali) giunto al 16esimo giorno, prolungando il bilancio fiscale fino al 15 gennaio 2014, e che consentirà lo sforamento del tetto del debito (16.700 miliardi che sarebbe stato raggiunto dalla mezzanotte di domani negli Usa, le sei del mattino in Italia) fino al 7 febbraio. Lo ha annunciato lo staff del presidente della Camera, il repubblicano John Boehner.

IL SENATO NON SI OPPORRA' - "Il governo federale riaprirà domani’’: lo ha affermato lo speaker della Camera, John Boehner, invitando i deputati repubblicani a votare per l’accordo raggiunto in Senato per porre fine allo shutdown ed evitare il default. Boehner e altri leader repubblicani della Camera intendono votare per l’accordo bipartisan raggiunto in Senato per evitare un default finanziario e riaprire il governo. Funzionari hanno dichiarato che i leader hanno espresso le loro intenzioni in un meeting a porte chiuse dei repubblicani. Boehner ha dichiarato in un comunicato che la Camera “ha combattuto con tutto” quello che poteva per persuadere il presidente Barack Obama a impegnarsi in negoziazioni bipartisan sul debito del Paese e sulla legge sanitaria. Ha promesso che la lotta continuerà. I funzionari hanno parlato a condizione di anonimato perchè non autorizzati a discutere le decisioni interne.

WALL STREET - La notizia dell'accordo raggiunto al Senato fa balzare in avanti la borsa di Wall Street che registra un guadagno di 200 punti dell'indice Dow Jones a quota 15.365.

LA BORSA DI TOKYO FA FESTA - La borsa di Tokyo festeggia l’accordo, sia pure in extremis: il Nikkei ha guadagnato 119.37 punti (lo 0,83%), chiudendo a 14,586.51.

GRUPPO DI SENATRICI DETERMINANTE PER INTESA - Con l’accordo trovato tra democratici e repubblicani a Capitol Hill, il governo americano può finalmente tornare operativo a pieno regime, e alzando il tetto al debito ha scongiurato il rischio di default. Un successo che porta la firma, soprattutto, di sei ostinate senatrici, guidate da Susan Collins. Il loro contributo, riferisce Usa Today, è stato decisivo per sviluppare un compromesso e mettere fine a 16 giorni di shutdown parziale. “E’ un buon risultato. E devo ammettere che la leadership va attribuita alla donne del Senato”, ha spiegato il senatore John McCain.

Restia a prendersi tutti i meriti, Collins ha affermato ieri che si è trattato di “uno sforzo collegiale”, aggiungendo però che che l’intero gruppo al femminile - allargato in verità ad altri otto colleghi uomini - ha meritato i “complimenti” per il lavoro svolto. Un lavoro di mediazione iniziato il 5 ottobre, dopo aver ascoltato i discorsi in Aula, quando Collin ha invitato i suoi colleghi a lavorare per una soluzione condivisa.

Un appello subito raccolto dalle repubblicane Lisa Murkowski dell’Alaska e Kelly Ayotte del New Hampshire, le prime a schierarsi al fianco di Collins. “Si sono guadagnate un sacco di credito tenendoci insieme e muovendo la palla al centro del campo”, ha confermato il senatore Mark Pryor.

OGGI LETTA DA OBAMA: ANCH'IO HO I MIEI PROBLEMI A CASA - Capire quello che sta succendo negli Stati Uniti sul fronte politico “non è facile ma posso capirlo perché anche io ho i miei problemi a casa”. Lo ha detto ieri, nella serata americana, il presidente del Consiglio {{WIKILINK}}Enrico Letta {{/WIKILINK}}ai microfoni della tv pubblica americana Pbs alla vigilia dell’incontro di oggi alla Casa Bianca con il presidente Usa Barack Obama.

Il premier italiano ha riposto a una domanda relativa al braccio di ferro tra democratici, repubblicani e amministrazione Obama che ha provocato per 16 giorni lo shutdown federale e che ha rischiato di fare cadere gli Stati Uniti in un default.

Un accordo al Congresso è stato trovato qualche ora dopo l’intervista ma Letta aveva spiegato di sapere “cosa significa quando ci sono scontri fra fazioni, partiti e individui”. In simili circostanze “non è facile raggiungere accordi politici”, ha dichiarato Letta, reduce dalla messa a punto di una legge di stabilità che, secondo Palazzo Chigi, è equilibrata dal momento che le critiche arrivano sia Confindustria sai dai sindacati.

FMI, LAGARDE: BASTA INCERTEZZA - Ponendo fine allo shutdown federale e alzando il tetto al debito, “il Congresso americano ha fatto un passo importante e necessario”, che “permette al governo di continuare le sue operazioni senza interruzioni per i prossimi mesi mentre i negoziati sul bilancio [per l’anno fiscale 2014, che doveva essere approvato il primo ottobre scorso] continuano”. Lo ha detto in una nota il numero uno del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde. La direttrice dell’istituto di Washington lancia subito un avvertimento per il futuro: “sarà essenziale ridurre l’incertezza in merito alla gestione della politica fiscale alzando il tetto al debito in modo più duraturo”. E ancora: “continuiamo a incoraggiare gli Stati Uniti ad approvare il bilancio per il 2014 e a sostituire il sequester’ [i tagli automatici alla spesa scattati il primo marzo scorso] con misure graduali che non “lederebbero la ripresa”. Il consiglio finale dato da Lagarde è “adottare un piano fiscale di medio e lungo termine che sia bilanciato e completo”.