Aparecida, 25 luglio 2013 - Ultimo appuntamento della quarta giornata di Papa Francesco in Brasile. Bergoglio si è recato a Copacabana a bordo della papamobile, per partecipare alla festa dell'accoglienza da parte dei giovani della Gmg. Sono oltre un milione i giovani che hanno sfidato la pioggia per rendergli omaggio. In un' atmosfera di grande entusiasmo, il Papa ha salutato la folla di giovani sui due lati della strada, facendo gesti di intesa e di incoraggiamento, fermandosi ogni tanto per accarezzare e baciare bambini che gli vengono portati vicino. Solo poche ore prima Bergoglio si era recato nella favela di Varginha, nella periferia di Rio de Janeiro, dove ha passeggiato tra le baraccopoli. Dopo la favela fuori programma alla cattedrale di Rio, dove ha incontrato 30mila ragazzi argentini.

"Siete veri guerrieri, vedo in voi la bellezza del volto giovane di Cristo, il mio cuore si riempie di gioia", ha esordito Papa Francesco dal palco di Copacabana. "Voi dimostrate che la fede è più forte del freddo e della pioggia", ha detto rivoglendosi ai giovani della Gmg. "Prima di venire in Brasile ho incontrato papa Benedetto e gli ho chiesto di accompagnarci con la preghiera nella Gmg; lui mi ha detto che lo avrebbe fatto e che avrebbe seguito alla tv, quindi ora lui ci sta guardando, facciamogli un grande applauso", ha detto il Papa, suscitando l'entusiasmo dei giovani.

PAPA FRANCESCO NELLA FAVELA - Papa Francesco ha deciso di visitare la favela di Varginha nella periferia di Rio de Janeiro. Dopo una breve cerimonia nella parrocchia locale, Jorge Mario Bergoglio, scortato da gendarmi vaticani e poliziotti brasiliani, ha fatto una passeggiata tra la popolazione. Coperto a stento dalla pioggia da un ombrello bianco portato da un suo assistente, il Papa si è soffermato a lungo per salutare le persone dietro le transenne, baciare bambini, accarezzare e chiacchierare con i fedeli, prestarsi a una foto o ricevere in regalo bambole, sciarpe (gli è stato porto anche il vessillo della sua squadra di calcio, il san Lorenzo Almagro di Buenos Aires), fiori. Infine il Papa, come previsto dal programma, si è fermato in una umile casa della favela dove abita una coppia che è stata preavvertita della visita poche ore prima.

"E' bello poter essere qui con voi!", ha esordito Papa Francesco iniziando il suo saluto agli abitanti della favela di Varginha. "Fin dall'inizio, nel programmare la visita in Brasile, il mio desiderio era di poter visitare tutti i rioni di questa Nazione. Avrei voluto bussare a ogni porta, dire 'buongiorno', chiedere un bicchiere di acqua fresca, prendere un 'cafezinho’'- ha proseguito tra le acclamazioni della folla - parlare come ad amici di casa, ascoltare il cuore di ciascuno, dei genitori, dei figli, dei nonni... Ma il Brasile è così grande! E non è possibile bussare a tutte le porte! Allora ho scelto di venire qui, di fare visita alla vostra Comunità che oggi rappresenta tutti i rioni del Brasile. Che bello essere accolti con amore, con generosità, con gioia! Basta vedere come avete decorato le strade della comunità; anche questo è un segno di affetto, nasce dal vostro cuore, dal cuore dei brasiliani, che è in festa!".

"Nessuno può rimanere insensibile alle disuguaglianze che ancora ci sono nel mondo! Ognuno, secondo le proprie possibilità e responsabilità, sappia offrire il suo contributo per mettere fine a tante ingiustizie sociali", ha proseguito il Pontefice. Secondo Papa Francesco, "il popolo brasiliano, in particolare le persone più semplici, può offrire al mondo una preziosa lezione di solidarietà, una parola spesso dimenticata o taciuta, perchè scomoda".

Papa Francesco ha poi lanciato un forte appello "a chi possiede più risorse, alle autorità pubbliche e a tutti gli uomini di buona volontà impegnati per la giustizia sociale: non stancatevi di lavorare per un mondo più giusto e più solidale! Non è la cultura dell’egoismo, dell’individualismo, che spesso regola la nostra società, quella che costruisce e porta ad un mondo più abitabile, ma la cultura della solidarietà; vedere nell’altro non un concorrente o un numero, ma un fratello".

L'INCONTRO CON I RAGAZZI ARGENTINI - Il Papa si è poi recato nella cattedrale di Rio per l'incontro con oltre 30 mila ragazzi argentini, accompagnato dall’arcivescovo di Rio Orani Tempesta. Prima di entrare, ha salutato con ampi gesti delle braccia la folla radunata dietro le transenne che non era riuscita a trovare posto all' interno. L'incontro non era previsto nel programma di viaggio di Bergoglio.

"La fede si prende tutta, e non a pezzi. Si prende tutto Gesù, e non una parte di Gesù", ha detto loro tornando a ripetere che "la Chiesa non è una Ong". "Non abbandonate mai la fede in Gesù Cristo", ha raccomandato ai suoi giovani connazionali che gremivano la Cattedrale di Rio e il piazzale all’esterno e hanno festeggiato il Papa argentino con grande entusiasmo. "Le beatitudini - ha ricordato ai ragazzi - sono un programma d’azione". A proposito Francesco ha ricordato il brano evangelico di Matteo 25, un testo da "ricordare sempre". "Volevo essere più vicino a voi - ha confidato inoltre, alludendo all'impossibilità pratica di salutarli uno ad uno - ma qui sono un po' limitato. Lo capisco. Sono vicino con il cuore a tutti voi".

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