Sydney, 5 giugno 2013 - Nella Giornata mondiale dell'Ambiente un gruppo di oceanografi di tutto il mondo ha lanciato un vibrante appello al governo australiano affinché si attivi in difesa della Grande barriera corallina, gravemente minacciata dal riscaldamento climatico, dai rifiuti gettati in mare e dalla navigazione commerciale collegata all’industria mineraria.

La dichiarazione è stata firmata da 150 scienziati e resa pubblica prima della riunione annuale del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco che si terrà dal 16 al 27 giugno in Cambogia e che dovrebbe per l’appunto discutere dell’inserimento della Barriera corallina nella lista dei siti “in pericolo”.

Gli scienziati esortano il governo australiano a “preservare il valore universale” rappresentato dalla Grande Barriera, limitando l’attività industriale nella zona circostante e finanziando progetti di ricerca sull’ecosistema della barriera. Nell’ultimo quarto di secolo, secono alcuni calcoli, il 50% dei coralli è scomparso, divorato da una stella marina che prolifera sotto l’effetto dello sversameno negli oceani di rifiuti organici.

Inserita nel patrimonio mondiale dell’Unesco nel 1981, la Grande barriera si estende su circa 345.000 chilometri quadrati lungo la costa orientale australiana e costituisce il più vasto insieme corallifero del mondo.