Cleveland, 8 maggio 2013 - Sta bene, è "felice e ha mangiato un ghiacciolo" la piccola di 6 anni, nata in cattività a Cleveland, in Ohio, durante la segregazione decennale della madre, Amanda Berry, insieme a due altre giovani americane. Le tre ragazze erano tutte sparite, inghiottite dalla casa degli orrori di Ariel Castro, 52 anni, autista di scuola bus, che gestiva la sua personale prigione in combutta coi fratelli Onil di 50 anni e Pedro di 54.

LIBERAZIONE - La fine dell'incubo lunedì al termine di una rocambolesca fuga con il decisivo aiuto del vicino Charles Ramsey che ha sfondato la porta della casa degli orrori e consentito ad Amanda Berry di chiamare la polizia mettendo fine a una storia pazzesca, custodita nel silenzio di un bunker sotterraneo tra catene  e corde, durante la quale almeno altri quattro bambini sarebbero nati, morendo tuttavia poco tempo dopo - probabilmente per denutrizione, secondo quanto riportato da fonti inquirenti.

ESAME DNA - Ieri le autorità hanno arrestato i fratelli Castro. Si attende nelle prossime ore la loro incriminazione formale. La bimba sopravvissuta, il cui padre probabilmente è uno dei tre ispanici che sono stati arrestati, si chiama Jocelyn. "Sta alla grande, è in salute e ha mangiato un ghiacciolo la scorsa notte", ha raccontato il vice capo della polizia di Cleveland, Ed Tomba. "Vedere la madre sorridere l'ha fatta sorridere". Secondo il portavoce dell'Fbi, Vichi Anderson, Jocelyn negli anni in cui era segregata è stata 'scolarizzata' in casa dalla madre: un esame del Dna stabilirà a breve chi è suo padre.

LA PICCOLA JOCELYN PORTA DALLA 'NONNA' QUALCHE VOLTA  - La bimba di sei anni figlia di Amanda Berry veniva occasionalmente fatta uscire di casa e portata in visita alla madre dei fratelli Castro, Lillian Rodriguez, che lei chiamava ‘’nonna’’. Lo riportano i media americani.  Secondo la polizia ‘’c’è una buona possibilità’’ che la piccola Jocelyn, che sarebbe nata il giorno di Natale di sei anni fa, sia figlia di Ariel o di uno dei suoi due fratelli, Pedro e Onil.

PARLA LA SORELLA DI AMANDA:  GRAZIE POLIZIA, MA ORA LASCIATECI IN PACE -  Amanda, vittima del decennale sequestro nella casa degli orrori di Cleveland, torna dalla sua famiglia in Ohio dove alloggerà a casa della sorella. Ad attendere lei e la sua bambina di 6 anni, concepita durante la cattività, ci sono tutti: giornalisti, televisioni e una folla di curiosi eccetto la madre, morta di crepacuore tre anni dopo la sua scomparsa.

Le riprese televisive mostrano un Suv dai vetri oscurati fermo sul vialetto di casa Berry, dal quale scende per prima la sorella di Amanda, Beth Serrano per parlare ai microfoni dei giornalisti. “Vorrei ringraziare i media locali e nazionali per non aver mai dimenticato mia sorella e il suo caso in tutti questi anni, ma ora la nostra famiglia avrebbe bisogno di essere lasciata in pace per concedere a me, ad Amanda e mia nipote il tempo per riprenderci”.

In lacrime la donna ha aggiunto: “Vi prego di rispettare la nostra intimità fino a quando non saremmo noi a voler parlare”. Grande è la commozione tra i vicini di casa, alla vista di Amanda che tiene per mano sua figlia, scendendo dell’automobile. Jessica Duna, un’assistente domestica 50 enne ha così commentato: “Oh mio Dio, sono rimasta senza fiato per l’emozione, è così triste e struggente che sua mamma non fosse qui per poterla riabbracciare”. Appaiono alcuni poster sulla veranda dell’abitazione, circondati da fiori e peluche, che recitano così: “Bentornata a casa Mandy” e “Non abbiamo mai perso la speranza”.

DOPO AMANDA TORNA A CASA ANCHE GINA - Dopo Amanda Berry oggi anche Gina DeJesus è tornata a casa dai suoi familiari, dopo la prigionia durata anni in una casa di Cleveland. Gina DeJesus, scomparsa nel 2004, è arrivata a casa accolta da canti “Gina! Gina!”. DeJesus, che indossava una felpa gialla con il cappuccio, è stata aiutata ad attraversare la folla da una donna che le ha stretto un braccio intorno alle spalle e l’ha accompagnata in casa.

“Dateci tempo e privacy per guarire”. Così Sandra Ruiz, la zia di Gina DeJesus ha chiesto di rispettare la privacy della famiglia. Ruiz, che ha parlato con i giornalisti dopo che la DeJesus era arrivata nella casa della famiglia, ha anche invitato la comunità a non vendicarsi sui tre sospetti o sulle loro famiglie. La zia ha ringraziato la polizia per l’aiuto.

La terza prigioniera, Michelle Knight, 32 anni, si trova in ospedale Metro Health Medical Center. Le fonti ospedaliere hanno fatto sapere che si trova in buone condizioni.

INCRIMINATO SOLO ARIEL CASTRO PER RAPIMENTO E STUPRO  - Il procuratore distrettuale di Cleveland, Victor Perez, ha incriminato solo Ariel Castro con l’accusa di rapimento e stupro delle tre donne di Cleveland, Amanda Berry, Gina DeJesus e Michelle Knight, che ha tenuto prigioniere per 10 anni nella sua casa insieme alla figlia di Amanda, mentre non ha proceduto contro i due fratelli, Pedro e Onil, che erano stati arrestati insieme a lui. In particolare Ariel dovrà rispondere dui 4 accuse di rapimento e tre di stupro.

CONSIGLIERE COMUNALE DI CLEVELAND: LE TRE DONNE HANNO SUBITO ABUSI - Le tre donne liberate in Ohio hanno subito abusi sessuali per un periodo di tempo prolungato e hanno avuto degli aborti spontanei. Lo ha fatto sapere un consigliere comunale di Cleveland, Brian Cummins, spiegando di aver ottenuto le informazioni sul caso da fonti del governo e delle forze di sicurezza. Molti dettagli, ha riferito Cummins, non sono chiari, come il numero esatto delle gravidanze e le condizioni in cui sono avvenuti gli aborti spontanei. Per un certo periodo, ha raccontato il funzionario, le donne erano state tenute segregate nella cantina e non avevano accesso al resto della casa di Ariel Castro, uno dei tre fratelli arrestati in relazione al caso. La polizia aveva riferito oggi che nell’abitazione sono state rinvenute corde e catene.

ARIEL CASTRO PARTECIPO' A UNA VEGLIA PER UNA RAGAZZA RAPITA - Sembrerebbe dotato di un eccezionale sangue freddo Ariel Castro, il 52enne ex conducente di scuolabus di origini portoricane arrestato, insieme ai fratelli Pedro e Onil, per il decennale sequestro di tre giovani donne nella sua casa di Cleveland. Tra i tanti elementi che paiono confermarlo, il fatto che ancora il mese scorso l’uomo avesse partecipato a una veglia di preghiera, organizzata dalla famiglia di Gina DeJesus in occasione del nono anniversario della scomparsa della ragazza, una delle sue tre prigioniere: lo ha raccontato a polizia e Fbi un vicino di casa, Anthony Quiros, 24 anni, che conosceva Castro fin dall’infanzia. “Venne anche lui alla cerimonia, e si comportò come se non ci fosse proprio nulla di strano”, ha riferito.

Un altro residente nel circondario, il 39enne Israel Lugo, ha spiegato che una volta sua sorella vide Castro parcheggiare lo scuolabus davanti alla loro casa, ed entrare nella propria portando con sé un’enorme busta piena di vettovaglie e un cartone colmo di bevande. La madre allora chiamò gli agenti, ha proseguito Lugo, ma con il suo comportamento educato e tranquillo Castro riuscì a rabbonirli: se la cavò con una semplice ramanzina, e con la proibizione di lasciare il veicolo in sosta di nuovo in quel punto. Il presunto aguzzino perse il lavoro all’inizio del novembre scorso, dopo aver violato il regolamento scolastico per la quarta volta, ed essere incorso nell’ennesimo procedimento disciplinare.

ALTRI ORRORI NEL PASSATO DI ARIEL CASTRO  - Mentre il procuratore generale si prepara a pronunciare l’accusa formale contro Ariel Castro, il sospetto rapitore delle tre ragazze di Cleveland, in Ohio, le indagini rivelano nuovi particolari. Oltre ad aver rapito e violentato le tre donne scomparse per un decennio, Castro avrebbe esercitato atroci violenze sulla ex moglie, Grimilda Figueroa, morta lo scorso anno, appena 48enne, in circostanze non ancora note. Secondo la denuncia presentata alle autorità da Figueroa nel 2005, Castro le avrebbe provocato fratture multiple al naso, rotto delle costole, asportato dei denti e procurato ematomi celebrali. Tuttavia, spiega Cnn, la polizia non lo ha arrestato e ha chiuso il caso. L’uomo era stato indagato per violenza domestica già nel 1993, ma anche in quell’occasione il giudice ha deciso di non procedere con l’incriminazione.

Intanto alcuni media americani hanno riportato alla luce un articolo apparso nel 2008 sul quotidiano locale Journal Gazette of Fort Wayne, dove si racconta di una donna, Emily Castro, al tempo ventenne, condannata a 25 anni di carcere per aver tagliato la gola alla bambina di 11 mesi. Secondo il New York Daily News si tratterebbe proprio di una figlia dell’aguzzino di Cleveland, e l’articolo del 2008 parla di una giovane donna con disturbi mentali e manie di persecuzione.

Inoltre, a rendere ancora più tragica e complessa la vicenda, stanno emergendo notizie su connessioni tra la famiglia Castro e quelle delle tre ragazze liberate ieri, come la presunta amicizia tra una delle vittime, Gine DeJesus, e una figlia del rapitore. Un altro figlio di Ariel Castro, Anthony, trentunenne, avrebbe scritto nel 2004 un articolo sull’impatto della scomparsa di Gina nella comunità locale, intervistando anche la madre, Nancy Ruiz.

Il ritrovamento delle tre ragazze ha poi riportato alla luce un altro caso, quello di una quarta ragazza, Ashley Summers, scomparsa nel 2007 nella stessa area di Cleveland. Summers, al tempo quattordicenne, aveva litigato con i famigliari prima di sparire, e in un primo momento si è pensava ad una fuga. Ma dal 2009 l’Fbi ha fatto sapere che la sua vicenda poteva essere collegata a quella delle altre ragazze scomparse e al momento si sta indagando.

APERTA INCHIESTA PER UNA QUARTA RAGAZZA SCOMPARSA NEL 2007 - Gli agenti dell’Fbi che, insieme alla polizia dell’Ohio, indagano sul sequestro delle tre giovani donne salvate ieri dopo circa un decennio di prigionia in una casa alla periferia di Cleveland, hanno aperto un’inchiesta per accertare se con loro abbia condiviso la detenzione una quarta ragazza che manca all’appello dal luglio 2007: lo ha dichiarato al quotidiano ‘Cleveland Plain Dealer’ un portavoce dell’agenzia investigativa federale Usa. Si tratta di Ashley Summers, svanita nel luglio 2007 quando aveva 14 anni, quindi più di recente rispetto a Michelle Knight, Amanda Berry e Gina DeJesus, sparite rispettivamente nel 2002, nel 2003 e nel 2004.

Le ultime tracce conosciute di Ashley conducono alla stessa zona dove a suo tempo si persero quelle delle altre tre. Tutte e quattro, inoltre, in origine risiedevano nella parte occidentale di Cleveland, e gli inquirenti ipotizzano che tra le vicende possa esservi più di un collegamento. Già nel 2009 lo stesso Fbi escluse che Ashley si fosse allontanata da casa di propria volontà. Una settimana dopo la scomparsa dell’adolescente, la famiglia ricevette una misteriosa telefonata in cui si alludeva a lei. La nonna è inoltre convinta di averla scorta, nel novembre dello stesso anno, a bordo di un’auto in transito: l’avrebbe riconosciuta malgrado avesse i capelli tinti.

Al network televisivo ‘Cnn’ la zia di Ashley, Debra Summers, ha dichiarato che tutti i congiunti continuano a sperare in un “miracolo”, nonostante la delusione per il fatto che non sia stata trovata subito viva, insieme alle altre giovani.