Tolosa, 21 marzo 2012 - Già adesso, con il blitz ancora in corso e il killer asserragliato nel suo appartamento, armato fin o ai denti e circondato dagli uomini dell'antiterrorismo, possiamo dire a quali leader profitteranno gli avvenimenti di Tolosa in vista delle elezioni presidenziali (22 aprile e 6 maggio).


Il primo è senza dubbio Nicolas Sarkozy, il candidato uscente
che appena pochi giorni fa sembrava condannato alla sconfitta. Il secondo è Marine Le Pen, la paladina del Fronte Nazionale che viaggiava già forte nei sondaggi e che adesso potrebbe progredire ulteriormente.

François Hollande, l'uomo della "gauche", è praticamente scomparso. Giornali e televisioni non prestano grande attenzione in questo momento ai suoi commenti, inevitabilmente schiacciati dall'emergere dei fatti. Hollande ha ovviamente condannato il massacro dei bambini, ha espresso sollievo per l'individuazione del criminale, ha invitato il Paese all'unità: ma l'attenzione generale si è spostata massicciamente verso Sarkozy, il presidente della Repubblica, che in nome della sua funzione ha preso decisamente in mano le cose.

L'opinione pubblica è colpita: molti elettori non potranno non chiedersi chi, fra Sarkozy e Hollande, si mostra capace di fronteggiare meglio la situazione, di difendere la collettività, di perseguire i colpevoli. La risposta è evidente: oggi Sarkozy appare quasi come il padre della patria, l'uomo che ha liberato la Francia dall'incubo del mostro. Che sia vero o no, che il merito sia della polizia e non dell'Eliseo, conta poco. Al posto di comando c'è lui, e la polizia risponde ai suoi ordini, alla pari del ministro degli Interni Claude Guéant. I prossimi sondaggi quantificheranno il favore di cui gode Nicolas: possiamo già scommettere che supererà quello di François Hollande.


L'altro personaggio portato in alto dagli eventi è Marine Le Pen. Non perché abbia fatto qualcosa di speciale, tutt'altro. La carta di Marine è un'altra: è quella della vittimizzazione, della protesta contro le discriminazioni di cui si sente vittima. "Ogni volta che succede qualcosa si punta il dito contro di noi", ha detto: "La prima pista imboccata dagli inquirenti, senza prove e senza indizi seri, è stata quella dei movimenti neonazisti. La pista islamica, anche questa volta, è stata deliberatamente trascurata. In Francia è stato sottovalutato il rischio del fondamentalismo, siamo stati troppo lassisti", ha detto la presidente del Fronte Nazionale. E ha aggiunto: "Guardate che io non faccio confusione tra i musulmani e i fondamentalisti islamici che uccidono i bambini ebrei. Voglio solo che cessi la campagna di denigrazione nei nostri confronti". La signora è abile, non c'è dubbio: il 22 aprile Marine Le Pen potrebbe creare la sorpresa.