NEW YORK, 10 settembre 2011 – Sulle pareti del loft al ventunesimo piano a due passi da Wall Street c’e’ un quadro in cinque pannelli. E’ una sorta di trilogia spirituale dedicata alle vittime del World Trade Center. Bettina Werner, l’artista sperimentale conosciuta come la ‘regina del sale’ per l’uso pionieristico di questo elemento, alla base di tutte le sue opere, racconta di essere stata innamorata da sempre delle Twin Towers, “due aquile solitarie e maestose che si stagliavano nel cielo di Manhattan”.

La pittrice, italiana di nascita ma americana d’adozione, non ha vissuto in prima persona quelle due ore sconvolgenti che hanno cambiato per sempre il volto degli Stati Uniti. Il suo personale contributo alla rinascita lo ha voluto dare con l’energia dell’arte. Bettina ha vissuto e lavorato per molti anni a Tribeca poi, poco prima della strage, si e’ spostata Uptown. Le 3.000 anime del World Trade Center l’hanno spinta a tornare a Ground Zero. “L’11 settembre ero uscita come ogni mattina a portare fuori il mio dalmata lungo l’East River. Appena rientrata a casa ho acceso la CNN, da pochi minuti il primo aereo aveva colpito la Torre Nord”. Qualche tempo dopo, camminando per il Financial District dilaniato dall’attacco di Al Qaeda ha deciso di usare la sua arte per rivitalizzare quell’angolo di Manhattan dove “nessuno voleva tornare a vivere”.

“E’ come se avessi sentito una chiamata interiore a portare nuova energia creativa e positivita’”, racconta la Werner. E un anno fa, per presentare il quadro ‘Preserving with Salt the Eternal Light of their Souls’, il suo tributo all’11 settembre, ha scelto il 49esimo piano del 7 World Trade Center City dove le enormi vetrate sono rivolte proprio sopra il cantiere di Ground Zero, simbolo della rinascita ma anche di una ferita ancora aperta.