New York, 27 agosto 2011 - L’uragano Irene ha toccato la terraferma lungo la costa orientale degli Stati Uniti. L’impatto è avvenuto poco dopo le 7 del mattino nel North Carolina nei pressi di Morehead City, come previsto dai meteorologi. Lo rende noto il New York Times. Irene sta proseguendo il suo tragitto in direzione Nord-Nordest. L’uragano viaggia a circa 22 chilometri orari, secondo quanto riportato dal Servizio meteorologico nazionale degli Stati Uniti. La perturbazione è stata declassata a categoria 1 nelle ultime ore, il che significa che ha venti inferiori ai 144 chilometri orari. Secondo la Cnn, l'uragano Irene ha ormai assunto le dimensioni dell'Europa.

Previsto un piano di evacuazione per 2,3 milioni di americani, di questi 370 mila solo a New York.  Sono già un milione le abtianzioni che sono rimaste senza corrente elettrica, tra North Carolina e Virginia, i due stati dove Irene ha già fatto i maggiori danni in questo week end.

In vista del passaggio dell’uragano, il presidente Obama ha proclamato lo stato di emergenza in dieci stati:  Maryland, Connecticut, Massachusetts, New Hampshire, New Jersey, New York, North Carolina, Rhode Island e Virginia, oltre a Puerto Rico.

 

OBAMA: "72 ORE MOLTO LUNGHE" - "Ci aspettano 72 ore molto lunghe". Lo ha detto Barack Obama in visita ai funzionari della Protezione Civile americana, (Fema), in prima linea nel coordinamento dei soccorsi per limitare i danni provocati dall’uragano Irene.

 

VITTIME - Si è ulteriormente aggravato il bilancio provvisorio delle vittime dell’uragano Irene: i morti sono 6 tra il North Carolina, il primo Stato colpito, e la Virginia. Lo riferisce la rete Nbc. In cinque, tra cui un surfista sono deceduti in North Carolina mentre un bambino di 11 è stato ucciso a Newport in Virginia da un albero sradicato dal vento che ha colpito la casa dove il piccolo abitava con la madre.

 

CHIUSO PER URAGANO - La fila dei turisti c’e’ ancora davanti al famoso Apple Store della Quinta Strada, ma l’espressione e’ delusa perche’ a ognuno di loro i ragazzi dello staff spiegano che per tutto il week-end uno dei negozi piu’ visitati del mondo sara’ chiuso. “Speriamo di riaprire lunedi’”. Timore e speranza i due sentimenti che uniscono tutta New York in queste ore che precedono l’arrivo dell’uragano Irene.  - “Ci prepariamo al peggio ma speriamo il meglio”, ha detto questa notte il sindaco Michael Bloomberg. Gia’ da ieri le arterie di accesso alla citta’ erano ingolfate di traffico di newyorkesi che hanno preferito lasciare la citta’ per il week-end. Tutte le precauzioni sono state prese: e’ previsto un piano di evacuazione, diversi camion con viveri, acqua e medicinali sono stati portati nei centri di distribuzione, e a mezzogiorno, ora solitamente di punta per lo shopping del sabato, i trasporti pubblici si fermeranno. A chiudere i battenti per questioni di sicurezza, gia’ da oggi i principali musei della citta’ dal Moma al Guggenhaim. Molti negozi stanno coprendo le loro vetrine con pannelli di protezione in legno. Il traffico e’ scarso e anche i turisti, che fino a ieri pomeriggio affollavano le vie di Manhattan e i vialetti di Central Park, oggi sono diminuiti e si aggirano un po’ perplessi per la citta’.

 

IL CONFRONTO CON KATRINA -  Le televisioni continuano a trasmettere le immagini dell’uragano, appena arrivato nella Carolina del nord, mentre tra i commentatori si alternano i piu’ preoccupati, memori dell’urgano Katrina, agli scettici che ritengono le misure gia’ prese, tra cui l’evacuazione di alcune migliaia di persone di Long Island e nella Lower Bay, una misura eccessiva. Comunque, a mezzogiorno la citta’ si fermera’ e si risvegliera’ solo lunedi’ mattina. Dalle radio i cittadini vengono informati che esistono diversi punti di distribuzione del vademecum su quello che non si deve assolutamente fare durante l’uragano. “Soprattutto pensate a voi e alla vostra famiglia - tempestano gli speaker - mettete in sicurezza la casa e la macchina prima dell’arrivo dell’uragano, ma poi pensate solo a voi e ai vostri figli”. Quello che mi preoccupa non e’ l’uragano, sono i newyorkesi, che non danno retta” spiega un anziano meteorologo che ricorda l’ultimo uragano che ha colpito New York quando lui era bambino.

 

 

AEROPORTI CHIUSI E VOLI SOSPESI - A causa del passaggio di Irene sulla costa orientale degli Stati Uniti, questa notte le autorità di New York hanno deciso la chiusura degli aeroporti di JFK e Newark per oggi e domani. L’aeroporto di Boston sarà chiuso domani. Alitalia ha pertanto cancellato i voli da e per New York di oggi e di domani e i voli da e per Boston di domani.

Sono prevedibili ripercussioni anche per i passeggeri prenotati sui voli dei giorni successivi a domenica 28 agosto. Alitalia sta prendendo contatto con tutti i passeggeri coinvolti per fornire loro informazioni ed assistenza e per ricollocarli sui primi voli utili. Alitalia invita i propri passeggeri dei voli da e per New York e Boston a consultare lo stato del proprio volo sul sito internet Alitalia.com nella sezione “Stato del volo”, oppure a chiamare il Customer Center di Alitalia in Italia al numero verde 800.65.00.55, o al numero 06.65640, e negli Stati Uniti al numero verde 1.800.23.35.750, o al numero +39.06.65649.

A tutti i passeggeri in possesso di prenotazione confermata e di biglietto emesso suoi voli cancellati è consentito, entro il 12 settembre, il rimborso o il cambio di prenotazione o di itinerario senza penale per volare entro il 12 settembre. I passeggeri prenotati sui voli di lunedì 29 e di martedì 30 possono chiedere il cambio di prenotazione o di itinerario senza penale fino al 12 settembre per volare entro il 12 settembre.

PANICO A NEW YORK - Negozi deserti, scaffali razziati e torce, generatori e batterie elettriche letteralmente introvabili. In attesa che l’uragano arrivi in città i newyorkesi hanno preso d’assalto i negozi in cerca di scorte alimentari e di acqua per far fronte all’emergenza che potrebbe scattare dopo che la perturbazione giungerà sulla Grande Mela. Irene dovrebbe colpire New York nelle prime ore di domenica mattina, ora americana, e i cittadini sono già pronti a barricarsi in casa.

Secondo il Wall Street Journal venerdì nei grandi magazzini di Manhattan si è assistito a un’ondata di panico che ha svuotato i frigoriferi dei surgelati, così come i reparti dello scatolame, del latte e dell’acqua. Il gestore di una stazione di servizio ha detto di aver venduto solo venerdì 27mila dollari di benzina, oltre cinque volte la sua media giornaliera. Persino le radio sono esaurite nei negozi di Midtown. Su molte vetrine campeggiano cartelli di “sold out” per tutto il materiale elettrico da emergenza.