Roma, 9 febbraio 2011 - La petroliera italiana attaccata e sequestrata dai pirati mentre navigava nell'Oceano indiano, a est dell'isola ymenita di Socotra, prosegue la sua navigazione verso la Somalia. A bordo ci sono 22 persone: 5 italiani e 17 indiani. Al momento non ci sono stati ulteriori contatti con i rapitori.

Dalla società armatrice, la Fratelli D’Amato, di Napoli, ieri era stato spiegato che c’era stato un contatto telefonico presumibilmente con uno dei sequestratori, ma non ci sarebbe stata alcuna richiesta di riscatto. Sulle tracce della motonave si è subito messo la fregata della Marina Militare Zeffiro che fa parte della flotta antipirateria dell’Unione Europea. Entro oggi la nave militare, che ieri si trovava ad oltre 500 miglia dal luogo del sequestro, potrebbe trovarsi in prossimità della petroliera.

LA DINAMICA - Cinque pirati, a bordo di una piccola imbarcazione, hanno sparato raffiche di mitra e lanciato alcune granate incendiarie verso la Savina Caylin. Secondo la Marina italiana, il capitano ha tentato invano di sfuggire alla cattura accelerando, cambiando improvvisamente andatura e lanciando potenti getti d’acqua con gli idranti.

L’attacco è avvenuto molto lontano dalla terraferma ed è probabile che i corsari disponessero di un’imbarcazione d’appoggio nelle vicinanze. La petroliera trasporta un carico di greggio per una società che tratta materie prime, la Arcadia, ed era salpata dal terminal petrolifero di Marsa Bashayer, in Sudan.

IL MINISTERO DEGLI ESTERI - La Farnesina, attraverso l’Unità di Crisi, ha sottolineato che continua a monitorare la situazione, in collaborazione con il ministero della Difesa. Il titolare degli Esteri, Franco Frattini, ha chiesto all’Unità di Crisi di attivare tutti i canali disponibili per assicurare la tutela dei cinque cittadini italiani a bordo della petroliera (tra cui il comandante) e dell’equipaggio.

Si è già svolta ieri una prima riunione operativa con tutte le diverse articolazioni competenti del ministero della Difesa per lo studio dei diversi scenari praticabili. Frattini ha evidenziato come questo attacco sia un’ulteriore conferma che, anche a grandi distanze dalle coste, continuino a essere possibili atti di pirateria, per contrastare i quali si rende necessaria una ancora più forte collaborazione internazionale anti-pirateria.