Roma, 2 gennaio 2011 - L’Italia ricorrerà in sede internazionale contro la decisione con cui Ignacio Lula da Silva, nel suo ultimo giorno da presidente, ha bocciato l’estradizione dell’ex terrorista Cesare Battisti.

"Stiamo pensando di portare il caso dinanzi ala Corte internazionale dell’Aja", ha spiegato il ministro degli Esteri, Franco Frattini in un’intervista al Corriere della Sera. "Non vogliamo lasciare nulla di intentato - aggiunge il titolare della Farnesina - il no all’estradizione è un precedente gravissimo che potrebbe influire sui destini di tanti latitanti: non può passare il segnale che il Brasile è il Paese dove si può ripetere un nuovo caso Battisti. Non è accettabile che, dopo la dottrina Mitterrand, si diffonda l’idea che esiste una dottrina Lula...".

Frattini, che ieri aveva fatto consegnare una lettera al successore di Lula, "conta sulla decisione alla quale con ogni probabilità sarà chiamata il presidente Dilma Roussef, che in pubblico si è già detta favorevole all’estradizione".

In vista c’è anche una reazione di Roma sul piano dei rapporti bilaterali, consacrati in un trattato di partenariato da poco concluso: tra Italia e Brasile, spiega Frattini, "ci sono interessi profondi, ma in questo clima non vedo così facile l’approvazione del trattato. Magari non sarà bocciato, ma potrebbe essere accantonato, rinviato".

LA RUSSA - Il ministro della Difesa ha avvertito che sono a rischio le relazioni commerciali con il Brasile. "Non si è creato un clima favorevole" alla ratifica degli accordi economici tra Italia e Brasile siglati recentemente, ha detto in una intervista al quotidiano La Stampa.

"Deciderà il Parlamento quando ratificare gli accordi commerciali ed economici - ha aggiunto il ministro -. Ora il meno che possa capitare è rinviarli a dopo la decisione della Corte brasiliana. Non è il governo che decide. Prevedo un rinvio e spero che non ci sia un danno per le imprese, ma quando ci sono queste situazioni il danno è sempre reciproco. L’interesse a risolvere il problema deve essere reciproco".

La Russa rivela inoltre che il suo omologo brasiliano, Nelson Jobim, lo aveva rassicurato sulla estradizione: "Mi aveva dato assicurazioni informali sul fatto che la sentenza di estradizione decisa dal Tribunale Supremo del suo paese sarebbe stata eseguita".

FLI - La linea del ministro Frattini è condivisa anche da Futuro e Libertà. "L’intervento del ministro degli Esteri Franco Frattini sulla neo-presidente brasiliana Dilma Rousseff per chiedere una revisione della decisione sul caso Battisti è tempestiva e opportuna", scrive infatti in una nota il capogruppo alla Camera di Fli, Italo Bocchino.

"Servirebbe adesso un passo ulteriore - prosegue - a tutela della nostra dignità nazionale da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che farebbe bene a recarsi immediatamente a Brasilia per incontrare la Rousseff comunicandogli l’interruzione di tutti i rapporti commerciali tra i due paesi, anche per dimostrare che il nostro esecutivo non privilegia gli affari ai principi. Nel caso Berlusconi accettasse il nostro consiglio questa volta farebbe bene a non farsi accompagnare dai giocatori brasiliani del Milan, ma dai parenti delle vittime di Battisti".

 

LINEA DURA DAL BRASILE - Il nuovo ministro della giustizia brasiliano, Jose' Cardozo, ha oggi detto di ''non aver alcun dubbio'' sul fatto che il 'no' all'estradizione di Cesare Battisti deciso dall'ex presidente Lula sia stata una decisione ''corretta''. Lula ha agito ''in stretta consonanza con il nostro diritto e con quanto aveva manifestato il Supremo Tribunal Federal'', ha detto Cardozo, precisando di essersi convinto ''dopo aver letto il parere dell'Avvocatura generale dello Stato'', che ha consigliato Lula di lasciare Battisti in Brasile.

E il governo brasiliano "non teme" l'eventuale ricorso dell'Italia alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja, ipotizzato dal ministro degli Esteri Frattini. Lo ha chiarito Marco Aurelio, consigliere presidenziale per gli Affari Esteri, prima di Lula ed ora confermato da Dilma Rousseff: "Il governo brasiliano ha assunto una decisione sovrana sulla base di concreti elementi giuridici", ha chiarito Aurelio, secondo cui "le relazioni con l'Italia potranno soffrire un poco" per la decisione di non estradare Battisti" anche se "la presenza dell'ambasciatore italiano" all'insediamento di Rousseff, "è stato un segnale" che l'Italia intende trovare "una soluzione diplomatica (alla crisi) e non un confronto".