Belgrado, 18 agosto 2010 - Inquietudine e preoccupazione. Questi i sentimenti che ricorrono maggiormente nelle reazioni registrate in Bulgaria e Romania a fronte della decisione della Francia di rimpatriare, a partire da domani, 700 cittadini rom trovati in situazione irregolare o riconosciuti colpevoli di reati.
 

Finora sono 79 i rom che hanno accettato gli aiuti per un rientro volontario verso Bucarest che corrispondono a 300 euro a persona e 100 euro a minore. Si tratta del 25esimo volo di questo genere organizzato dall’inizio dell’anno in direzione di Bulgaria e Romania.


Il ministro degli Interni francese, Brice Hortefeux, ha annunciato che in tutto il territorio francese sono stati sgomberati 51 insediamenti illegali, dove si trovavano circa 600 rom. “Saranno in totale 700 i rom che saranno ‘riaccompagnati’ entro la fine del mese”. Uno domani, un altro il 26 agosto, un ultimo a fine settembre.

PREOCCUPAZIONE IN ROMANIA E BULGARIA - “Esprimo la mia inquietudine sui rischi di una deriva populista e sul generarsi di reazioni xenofobe, con la crisi economica che fa da sfondo”, ha dichiarato alla radio ‘Rfi Romania’ il ministro degli Esteri romeno, Teodor Baconschi, già ambasciatore di Bucarest a Parigi.
 

Da Sofia, invece, tace nell’immediato la politica, ed è Krassimir Kanev, presidente della sessione bulgara del Comitato di Helsinki, Ong in prima linea nella difesa dei diritti umani, a dichiararsi “inquieto dal fatto che questa misura (adottata dalla Francia) si rivolga a un gruppo etnico”. L’attivista bolla, inoltre, come “assurda l’idea di espellere persone all’interno dell’Unione europea”.


In quanto cittadini bulgari e romeni, i rom che Parigi si accinge ad espellere possono infatti rientrare in Francia privi di visto e soggiornarvi fino a tre mesi, senza stabile residenza e senza ragioni di lavoro o studio. A tal proposito il ministro degli Esteri romeno, Baconschi, osserva come la Romania “non può bloccare qualcuno in frontiera se non ha commesso un reato giuridicamente comprovato da una condanna definitiva”. Così il quotidiano di opposizione bulgaro Sega, orientato a sinistra, si è chiesto in un editoriale molto critico con Parigi se “Bisogna ristabilire il comunismo per i rom?”. In base alla chiave di lettura del giornale, “la Francia cerca una soluzione di forza per espellere i rom verso paesi ghetto i quali, comunque, non potrebbero trattenerli con la forza. Bulgaria e Romania - prosegue Sega - potrebbero adempiere a tale missione solo con il ritorno del comunismo e l’esigenza dei visti di uscita”.


“Non è un problema che si risolve in 48 ore, né con misure poliziesche” ha osservato ancora il ministero degli Esteri romeno. Bucarest invierà una delegazione in Francia il 30 agosto prossimo per discutere un piano di integrazione dei rom.


Intanto il Comitato Onu per l’eliminazione della discriminazione raziale (Cerd) ha criticato fortemente Parigi, denunciando una “significativa recrudescenza di razzismo”.

LA COMMISSIONE EU - La Francia “deve rispettare le regole” sulla protezione dei cittadini europei, ha affermato oggi la Commissione europea, nel momento in cui Parigi si prepara ad espellere verso la Romania e la Bulgaria i rom in situazione irregolare.


La Francia “deve rispettare le regole sulla libertà di circolazione e di insediamento” dei cittadini europei, ha ricordato il portavoce di Viviane Reding, commissario europeo per la Giustizia e i diritti fondamentali dei cittadini.
Il portavoce, Matthew Newman, ha riconosciuto che gli Stati hanno la possibilità di limitare la libertà di circolazione a certe condizioni. Ma, ha aggiunto, la Commissione europea segue la situazione “con grande attenzione” per verificare se tutte le regole siano state rispettate. “La Commissione europea ha difeso in modo costante la necessità di un’integrazione sociale” dei rom in tutti i paesi dell’Unione, ha indicato un altro portavoce della Commissione, Amelia Torres.