{{IMG_SX}}Lhasa, 21 giugno 2008 - Si è conclusa apparentemente senza incidenti la staffetta della torcia olimpica a Lhasa, capitale del Tibet, protetta da altissime misure di sicurezza. La staffetta cominciata poco dopo le 9 ora locale, quando in Italia erano le 3 del mattino, è partita da Norbulingka, ex residenza estiva del Dala lama, e ha concluso il percorso verso le 4.45 ora italiana davanti al palazzo Topala. Primo corridore è stato Gonpo, eroe tibetano dell'alpinismo oggi 74enne, in mezzo a una folla che urlava "forza Pechino" e "tutti i nostri auguri per i Giochi olimpici", con una coreografia perfettamente orchestrata.

Il secondo corridore è stato Li Suzhi, responsabile dell'ospedale militare di Lhasa; l'ultimo è stato Caidan Zhuoma, celebre cantante tibetano. L'intera manifestazione si è svolta sotto il controllo dei poliziotti di una unità speciale che sorvegliavano la staffetta e i palazzi circostanti.
 

La zona dove la torcia ha terminato il percorso era vietata a chiunque non avesse un pass speciale.
A tre mesi dai violenti scontri iniziati il 14 marzo a Lhasa, l'arrivo della torcia olimpica ha provocato molte controversie perchè viene vista come il suggello simbolico da parte di Pechino del suo dominio sulla regione tibetana. Lhasa resta chiusa ai turisti stranieri e i giornalisti stranieri hanno accesso alla città solo in tour accuratamente organizzati dalle autorità.
 

A inizio maggio, una seconda torcia è stata portata in cima all'Everest, sul versante tibetano. La tappa tibetana avrebbe dovuto durare tre giorni ed è stata ridotta a un solo giorno. A Lhasa solo gli spettatori accreditati e selezionati hanno acclamato il passaggio della fiaccola. I giornalisti erano inquadrati dalle autorità. Molti abitanti hanno ricevuto l'ordine di restare a casa o in albergo. I negozi lungo il percorso erano chiusi. I primi minuti della staffetta sono stati ritrasmessi dalla televisione cinese.
 

L'organizzazione Human Rights Watch (HRW) oggi ha parlato di "profonda inquietudine" di fronte alla decisione cinese di mantenere la tappa tibetana, che definisce "una provocazione con l'avallo del Comitato Olimpico Internazionale, tale da aggravare le tensioni e minare il fragile processo che cerca una soluzione pacifica alla crisi della regione tibetana". Portare la fiaccola in Tibet "è il colmo dell'irresponsabilità, il Cio non avrebbe dovuto consentirlo" ha detto Anne Holmes, direttrice dell'associazione Free Tibet Campaign di Londra.
 

Secondo i tibetani in esilio la repressione delle manifestazioni di marzo ha ucciso 203 persone; il governo cinese parla di 21 persone "uccise dai rivoltosi" e di "un ribelle" tibetano ucciso.
 

Palma Trily, vicegovernatore dell'amministrazione cinese a Lhasa, aveva detto ieri di non aspettarsi incidenti nel corso della staffetta. Ma ha anche colto l'occasione per annunciare altre 12 condanne relative alle rivolte di marzo, senza però spiegare né le accuse, né l'entità delle pene comminate. Invece ha annunciato che altre 1.157 arrestate per le proteste antigovernative sono state rilasciate.