{{IMG_SX}}Bruxelles, 13 giugno 2008 - Il Trattato non è morto, viva il Trattato. L'Europa ha deciso che si va avanti nonostante il "no" degli irlandesi, che si troveranno a dover scegliere se accettare il Trattato di Lisbona magari con qualche modifica cosmetica o se restare soli, in uno "splendido isolamento" di un uno per cento dei cittadini europei.

 

"Per la Commissione le ratifiche devono andare avanti", ha detto Jose Manuel Barroso, trovando il consenso esplicito dei leader europei e in particolare di Germania e Francia. Nicolas Sarkozy, da luglio presidente di turno del Consiglio europeo ha quindi tracciato la strada senza esitazioni: il vertice della prossima settimana, l'ultimo degli sloveni ma in qualche modo il primo dei francesi, discuterà nel dettaglio di come andare avanti. L'idea che emerge in queste prime ore sembra essere quella di mettere l'Irlanda con le spalle al muro, di lasciarla sola davanti a 26 ratifiche: 490 milioni di cittadini da una parte, 4,2 milioni dall'altra.

 

I modi concreti di procedere sembrano essere al momento due. Il più morbido è un "aggiustamento giuridico" evocato dal Segretario di Stato francese per gli Affari europei, Jean-Pierre Jouyet, secondo il quale "il processo di ratifica deve continuare negli altri paesi", il che vorrebbe dire riportare l'Irlanda al voto su un testo che però non può essere diverso da quello ratificato dagli altri e che quindi dia più evidenza alle possibilità di out out per l'Irlanda in alcuni campi, che sono già previste in realtà nel testo. E' già capitato, con la Danimarca per il Trattato di Maastricht e con la stessa Irlanda con quello di Nizza.

 

L'altro sistema è un po' più decisionista, ma il Trattato in vigore lo prevede ed è il sistema evocato oggi dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: in sostanza una volta che la Carta di Lisbona è stata approvata da quattro quinti dei Paesi, il Consiglio può decidere di modificare il Trattato attuale che prevede la ratifica all'unanimità, per farla entrare in vigore con una maggioranza diversa. La decisione di emendare il Trattato attuale, però, deve essa stessa essere presa all'unanimità e questo può creare qualche problema al governo irlandese.