{{IMG_SX}}Madrid, 10 giugno 2008 - Svolta tragica negli scioperi a oltranza dei camionisti che rischiano di paralizzare Spagna e Portogallo: nella giornata di oggi, la seconda dalla proclamazione della protesta contro il caro-gasolio, due manifestanti sono morti investiti da camion in prossimità dei blocchi.


Il primo incidente è avvenuto in Portogallo, vicino a uno sbarramento stradale nei pressi di Alcanena, a circa 100 chilometri a nord di Lisbona nel primo pomeriggio: un uomo di 52 anni che faceva parte di un picchetto è stato investito da un mezzo pesante al quale faceva segno di fermarsi. "Il camion gli è passato sopra. E' un omicidio", ha affermato all'agenzia portoghese Lusa il responsabile del blocco Manuel Agostinho, mentre secondo il portavoce della Guardia nazionale repubblicana (Gnr), il tenente colonnello Costa Lima, la vittima si sarebbe agganciata al veicolo, che non si sarebbe fermato, finendo sotto le sue ruote. Il premier portoghese José Socrates ha lamentato la morte dell'uomo e ha affermato che l'esecutivo darà "l'aiuto che potrà" ai trasportatori ma "senza meettere in causa l'interesse generale per alcun interesse specifico". I camionisti, da parte loro, hanno affermato che inaspriranno la protesta.


Poche ore dopo in Spagna, all'entrata dei mercati generali di Granada (Andalusia), un altro camionista di 47 anni che partecipava a un picchetto è stato investito da un camioncino mentre si avvicinava al veicolo per spiegare le ragioni della protesta e del blocco. Secondo l'agenzia spagnola Europa Press, il conduttore del mezzo sarebbe stato arrestato dopo essersi dato alla fuga. Il Partito socialista del premier José Luis Zapatero ha lamentato "profondamente" la morte, definita "una terribile perdita", e ha espresso le condoglianze a familiari e amici.

 

Le associazioni autonome Fenadismer e Confedetrans, di fronte alla morte del loro "compagno", hanno deciso di abbandonare il tavolo delle trattative col governo. La mobilitazione, lanciata ieri, si fa sempre più dura e sta assumendo i contorni di quell'aspra contrapposizione agli inizi degli anni Ottanta tra il governo britannico di Margaret Thatcher, la 'lady di ferro', e i minatori, che ha ispirato tanti film di Ken Loach, tra cui 'Piovono pietre'.
 

 


ENORMI DISAGI

Nella sua seconda giornata lo sciopero a oltranza dei camionisti spagnoli contro il caro prezzi del combustibile comincia a far sentire i suoi effetti, soprattutto sui mercati generali e sui benzinai, mentre continua il negoziato del governo iberico con la federazione dei trasportatori autonomi Fenadismer, per ora senza risultati. A Barcellona, in particolare, già da ieri sera almeno il 40% dei benzinai sono senza carburante e la polizia regionale catalana ha scortato 20 camion cisterna a diversi distributori per garantire i rifornimenti. Nonostante tutto, le file sono enormi e molti distributori sono a secco, mentre la spinta all'accaparramento è forte anche a Madrid.


Resta bloccato dai picchetti il passo frontaliero
con la Francia di La Jonquera, anche dal lato francese, e al confine si sono accumulati ormai circa 2500 camion. Nella capitale catalana, marce lente di tir incolonnati rallentano il traffico nelle circonvallazioni urbane, vicine al collasso. Situazione simile a Madrid, dove si registrano blocchi in tutte le entrate della città, con più di 10 chilometri di fila in alcuni punti. Il ministero dei Trasporti ha deciso di aprire tre autostrade a pagamento per facilitare l'accesso a Madrid.


I manifestanti stanno anche limitando l'accesso ai mercati generali delle principali città, che lo scorso fine settimana avevano fatto scorte di prodotti in previsione dello sciopero: le merci dovrebbero durare ancora per due o tre giorni, ma l'affluenza dei compratori a Mercamadrid, Mercabarna e altri mercati generali del paese è stata molto ridotta oggi a causa dei blocchi e squadre di poliziotti antisommossa sono intervenuti per rimuovere alcuni picchetti. A Barcellona, la fabbrica della Seat ha dovuto sospendere i turni notturni a causa dello sciopero, e la giunta municipale ha disposto una fase di preallerta per un piano di emergenza per rifornire di carburante la nettezza urbana e i servizi funerari, e di alimenti ospedali, scuole, ospizi e prigioni.

 

Alla protesta dei camionisti si somma quella dei pescatori, anch'essa generata dall'aumento dei prezzi del gasolio: il pesce (assieme alla frutta e verdura fresche) comincia a scarseggiare nei mercati e supermercati, e la Federazione nazionale delle confraternite dei pescatori ha chiesto alle imprese petrolifere Repsol e Cepsa un prezzo unico per il carburante, per evitare le differenze di 12 centesimi di euro al litro. Il ministro dell'Agricoltura e Pesca Elena Espinosa ha definito oggi "legittime" le richieste dei pescatori, e ha sostenuto che il ministero sta trattando con le compagnie petrolifere.
 

Al livello europeo inoltre, Espinosa ha ricordato che Spagna, Francia e Portogallo stanno lavorando su una posizione comune per sostenere la categoria da portare al Consiglio dei ministri dell'Agricoltura che si terrà a luglio a Bruxelles: una delle riunioni previste fra i tre paesi sarà il 17 giugno a Venezia, e parteciperà anche la Grecia. Ma la Confederazione dei pescatori Cepesca ha definito i colloqui col governo una "montatura" e ha ribadito lo sciopero a oltranza.


Il negoziato dei camionisti della Fenadismer
con il ministero del 'Fomento' (Trasporti e opere pubbliche), ancora non ha prodotto risultati: la ministra Magdalena Alvarez ha indicato oggi che le trattative continueranno senza sosta e che il governo "non risparmierà gli sforzi", e ha assicurato che i rifornimenti di prodotti sono "garantiti in tutto il paese". Il governo sta preparando un pacchetto di una trentina di misure per cercare di contenere gli effetti dell'aumento del prezzo del gasolio, ma continua a respingere la richiesta di una tariffa minima per il trasporto su cui la Fenadismer continua invece a insistere: l'associazione ha definito "parziali" le misure finora offerte dall'esecutivo.


Nel frattempo, l'opposizione di centrodestra
del Partido popular (Pp) ha portato in parlamento la crisi scatenata dai camionisti, collegandola al forte rallentamento economico della Spagna, che era stato uno dei principali temi della campagna elettorale. "Questo è uno sciopero contro Zapatero, perché quando poteva adottare misure non lo ha fatto e quando vedeva che la crisi stava arrivando la negò", ha detto la capogruppo popolare al Congreso (camera), Soraya Saenz de Santamaria. La capogruppo ha anche chiesto che Zapatero compaia davanti ai deputati per spiegare quali misure intenda adottare di fronte allo sciopero, e ha annunciato una mozione parlamentare per chiedere al governo di applicare sconti fiscali a camionisti e agricoltori. Anche la presidente della Comunità di Madrid, Esperanza Aguirre, considerata la 'lady di ferro' del Pp, ha chiesto che Zapatero dia "spiegazioni" e ha criticato la sua assenza al tavolo negoziale.