{{IMG_SX}}Fiumicino, 7 maggio 2008 - Sgomento, incredulità, forte emozione, e soprattutto l'invito a non lasciare solo il popolo birmano. È quello che emerge dalle testimonianze dei turisti italiani sbarcati a Fiumicino dalla Birmania devastata.

"È impressionante ciò che può fare la natura - dice Mario Grifoni, di Terni appena rientrato questa mattina a Fiumicino dalla Birmania con un volo dalla Thailandia, via Bangkok - Non avevo mai visto nulla di simile: alberi abbattuti, strade allagate, gente disperata senza casa, piccole case tra l'altro, senza acqua ed energia elettrica. È gente che non meritava tutto ciò - aggiunge con le lacrime agli occhi - Occorrono aiuti subito, più passa il tempo e più c'è il rischio di epidemie".

"Per fortuna eravamo lontani dal passaggio di Nargis - racconta Claudia Lancellotti, di Roma, e come lei un altro turista., Giuseppe Scarpelli di Cosenza - Ma quando siamo giunti a Rangoon, abbiamo potuto vedere con i nostri occhi quello che era successo nella capitale: una vera devastazione. Ora dobbiamo fare di tutto per non lasciarli soli".

 

"Le autorità birmane si sono fatte cogliere impreparate dal ciclone. Eppure - dice Silvano Scrimali, di Catania - come ci siamo resi conto noi stessi consultando le previsioni via internet, si è trattato di un disastro annunciato con estrema precisione. Con un minimo di organizzazione, forse si sarebbero potute salvare molte vite umane".

 

DEVASTAZIONE VIA SATELLITE

Devastazione e morte in Myanmar sono documentate da un sistema di satelliti italiano. "Gli effetti devastanti del passaggio del ciclone Nargis sulla Birmania sono stati documentati da Cosmo-SkyMed, il sistema satellitare per l'osservazione della Terra dell'Agenzia Spaziale Italiana" riferisce l'Asi, sottolineando: «Nell'immagine, ripresa il 6 aprile 2008, è visibile la zona circostante la capitale Rangoon: le aree più scure in basso a sinistra corrispondono alle zone allagate".


"Cosmo-SkyMed si sta confermando una preziosa risorsa per fare fronte a emergenze ambientali e umanitarie» commenta il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Giovanni Fabrizio Bignami che spiega come il satellite «può essere puntato verso un'area specifica con tempi di risposta rapidissimi e osservarla in ogni condizione meteo, di giorno come di notte». Inoltre, prosegue l'Asi, «i suoi quattro satelliti consentono di monitorare costantemente l'evolversi della situazione. Nessun altro sistema satellitare oggi è in grado di fare lo stesso".