{{IMG_SX}}New York, 7 maggio 2008 - Una netta vittoria per Barack Obama nel North Carolina, un successo di stretta misura per Hillary Clinton nell'Indiana. È questo l'esito del Super martedì delle primarie democratiche, che spiana la strada verso la nomination al senatore dell'Illinois aumentando il suo vantaggio nel numero di delegati, anche se rinvia quel verdetto definitivo tanto atteso dal partito. Altissima l'affluenza, a conferma della grande partecipazione dell'elettorato a questa sfida infinita.


Nel North Carolina, Stato con una forte componente nera, Obama ha vinto con più di 200mila voti di vantaggio e il 14% di vantaggio (56% contro il 41,5%) tornando al successo nelle primarie dopo quasi due mesi. A lui andrà gran parte dei 115 delegati in palio.


Nell'Indiana il ritardo con cui sono arrivati i voti di Lake County, contea a due passi da Chicago e feudo di Obama, hanno accresciuto la suspense sul risultato finale. Così Hillary, che da Indianapolis aveva salutato i primi dati che le assegnavano una netta affermazione dicendosi pronta ad andare «avanti a tutta velocità verso la (conquista della) Casa Bianca», ha dovuto mordere il freno. Alla fine l'ha spuntata solo con il 51% e quindi dovrà dividersi quasi alla pari i 72 delegati in palio.


Obama ha fatto capire di considerarsi ormai il vincitore della nomination democratica. "Stanotte ci mancano appena 200 delegati per assicurarci la nomination democratica alla presidenza degli Stati Uniti", ha dichiarato davanti a migliaia di sostenitori festanti a Raleigh, in North Carolina, "in autunno vogliamo marciare come un unico Partito democratico, unito da una visione comune per questo Paese. Poichè siamo tutti d'accordo - ha aggiunto - che in un momento così decisivo, con due guerre, un'economia nei guai, un pianeta in pericolo, non possiamo permetterci di lasciare a John McCain la possibilità di servire il terzo mandato di George W. Bush".

 Ma lo staff di Hillary non molla: "È da parecchio tempo che cercano di aggiudicarsi questa nomination passando sopra alla volontà degli elettori ma no ha funzionato -  ha detto la portavoce Mo Elleithee -  c'è una cosa buffa in democrazia, agli elettori piace dire la loro".


Gli analisti giudicano l'esito di questo nuovo Supermartedì di primarie come favorevole a Obama, che avrebbe aggiunto altri quattro delegati al suo vantaggio e secondo la Msnbc ne ha ora 1.876 contro i 1.729 dell'ex First Lady. Con solo sei Stati che devono ancora votare, il senatore dell'Illinois è praticamente irraggiungibile nel numero di delegati, anche se a decidere la convention di Denver sarà il voto degli 800 superdelegati, i dirigenti e i padri nobili del partito che non hanno vincoli verso i candidati.