{{IMG_SX}}Rangoon, 5 maggio 2008 - Oltre 15mila persone sarebbero state uccise nelle due province di Yangon e Ayeyawaddy dal violento ciclone che ha colpito cinque province del Myanmar tra venerdì e sabato scorso. Lo riporta l'agenzia cinese Xinhua citando fonti della giunta militare birmana.

L'emittente radiofonica statale della Birmania, che trasmette dalla nuova capitale Naypyitaw, ha riferito di quasi 4.000 morti e 3.000 dispersi. Il precendente bilancio diffuso dalla giunta militare parlava di almeno 351 morti. Tra le quattromila vittime si contano anche 36 detenuti del famigerato carcere Insein di Yangon. Ne ha dato notizia l'Associazione di assistenza per i prigionieri politici Burma, organizzazione non governativa con sede in Thailandia, secondo cui i detenuti sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco dalle guardie carcerarie dopo che un incendio nel carcere aveva seminato il panico fra i prigionieri. Nel tentativo di riscaldarsi, alcuni di loro avevano acceso un fuoco ma le fiamme si erano propagate rapidamente in tutta la struttura, provocando la reazione delle guardie, che hanno sparato, ferendo altre 70 persone.

 

GLI AIUTI

Intanto la giunta militare birmana ha accettato l'offerta di aiuti internazionali. Lo hanno reso noto le Nazioni Unite, spiegando che i primi aiuti partiranno subito. Un portavoce del Programma alimentare mondiale (Pam), Paul Risley, ha spiegato che alcuni funzionari dell'agenzia Onu si sono incontrati con alti esponenti della giunta militare birmana a Yangon e hanno ottenuto "un cauto via libera". "Il governo - , ha spiegato  - ha mostrato disponibilità ad accettare l'assistenza internazionale attraverso le agenzie Onu".

 

La Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa ha iniziato a distribuire prodotti alimentari e generi di prima necessità alle migliaia di sinistrati dopo il passaggio del ciclone Nargis in Birmania. Lo ha riferito un comunicato dell'organizzazione pubblicato a Ginevra.
Dipendenti della Croce Rossa sono stati inviati sul campo per valutare la situazione, mentre gruppi stanno distribuendo prodotti alimentari, abiti, coperte e acqua potabile agli abitanti più gravemente colpiti, ha precisato la Federazione. "L'ampiezza delle distruzioni complica l'afflusso degli aiuti verso quelli che ne hanno il bisogno più impellente", ha dichiarato a Bangkok Michael Annear, il coordinatore regionale della gestione delle catastrofi.


La Federazione ha immediatamente sbloccato 122.000 euro per venire in soccorso della Croce Rossa della Birmania, ha aggiunto il comunicato. Venti violenti, piogge torrenziali hanno causato quasi 4.000 morti da venerdì, secondo la televisione di stato birmana.
Il ciclone Nargis, proveniente dal Golfo del Bengala, si è abbattuto sulla costa sudoccidentale della Birmania venerdì sera, con venti oscillanti tra i 190 e i 240 chilometri orari. Ha proseguito il suo percorso verso est sabato, provocando altri danni consistenti in particolare a Rangoon, la più grande città del Paese.


La Thailandia ha fatto sapere che invierà oggi un primo aereo con gli aiuti di emergenza chiesti dalla giunta. Stando a quanto precisato da un portavoce del governo di Bangkok, Wichianchote Sukchotrat, la giunta ha chiesto aiuti alimentari, medicinali e attrezzature per la ricostruzione. Inoltre, il ministero degli Esteri birmano ha convocato per oggi una riunione con gli Ambasciatori stranieri, facendo prevedere una richiesta di assistenza ad altri Paesi.

Il ciclone Nargis si è abbattuto lo scorso fine settimana sulla zona meridionale del paese, lasciando centinaia di migliaia di persone senza casa e acqua potabile, stando a quanto deenunciato da funzionari Onu. Sono cinque le regioni dove è stato dichiarato lo stato di calamità naturale, nella zona sud-occidentale el Paese. Colpita anche l'ex capitale Rangoon, città che conta circa 6,5 milioni di abitanti, dove gli abitanti più anziani sostengono di non aver mai visto tanta devastazione.