{{IMG_SX}}Singapore, 22 aprile 2008  - Le Maldive rischiano di essere sommerse a causa del surriscaldamento globale, che ogni anno fa alzare sempre di più le acque dell'Oceano Indiano. A lanciare l'allarme è stato il presidente dell'arcipelago asiatico, Maumoon Abdul Gayoom, che alla conferenza 'Business per l'ambiente', promossa dall'Onu a Singapore, ha presentato il suo libro 'Paradiso che annega', in cui le emissioni di gas serra sono ritenute responsabili del "lento, ma inesorabile" affondare degli atolli.

 

Unica soluzione possibile per evitare un "enorme disastro ecologico" è il taglio globale delle emissioni di anidride carbonica che però, ha avvertito il 70enne Gayoom, non deve avere influssi sull'industria del turismo, "inquinamento aereo compreso, perchè è la risorsa principale dell'arcipelago".

 

Secondo il presidente, da trent'anni alla guida del Paese e intenzionato a ricandidarsi alle prossime elezioni di ottobre, la via da seguire è quella di un turismo mondiale basato su spostamenti aerei sostenibili, in cui si utilizzino "carburanti meno inquinanti e più efficienti".

 

Quello dei cambiamenti climatici legati al surriscaldamento del pianeta, ha insistito Gayoom, "è un problema di tutti i popoli del mondo", che non può gravare solo sulle deboli spalle del piccolo paradiso terrestre. La costruzione di una barriera per difendere le spiagge dall'erosione costerebbe almeno sei miliardi di dollari, "una cifra enorme" che le Maldive "non possono permettersi", ha concluso il presidente.


Secondo gli esperti Onu, il turismo mondiale contribuisce per il 5 per cento alle emissioni globali di gas serra. Una risorsa che rappresenta per le Maldive circa il 30 per cento del Pil.