{{IMG_SX}}Tirana, 18 marzo 2008  - Sono scattati i primi arresti nell'ambito dell'inchiesta sull'esplosione all'armeria di Tirana, costata la morte di almeno 16 persone e il ferimento di circa altre 300. La polizia di Tirana ha annunciato che tre persone, tutte albanesi, sono state arrestate con l'accusa di "aver violato le misure di sicurezza per la distruzione di munizioni e di materiale radioattivo".

 

Si tratta dell'amministratore della società albanese "Alba demil" incaricata della distruzione di materiali esplosivi, Mihal Delijorgi, 42 anni, del direttore esecutivo della medesima compagnia, Dritan Minxolli, 30 anni, e del direttore dell'impresa "Meko" di import-export di munizioni e armi Ylli Pinari, 55 anni. Delijorgi, ex presidente di un club di calcio di Tirana, era già stato accusato qualche anno fa di corruzione ed evasione fiscale.

 

Secondo fonti di polizia, altre persone potrebbero presto finire in manette nell'ambito dell'inchiesta. A seguito della tragedia, il ministro della Difesa Fatmir Mediu ieri ha rassegnato le dimissioni mentre il Procuratore generale Ina Rama ha annunciato l'apertura di un'inchiesta, dichiarando che nessuna pista sarà esclusa, compresa qualle di un "atto criminale". Almeno 10 persone sono ancora nella lista dei dispersi.