{{IMG_SX}}Parigi, 16 marzo 2008 - I ballottaggi delle elezioni municipali francesi hanno confermato la sconfitta dell'Ump di Nicolas Sarkozy, con i socialisti che hanno strappato al centrodestra Tolosa e Strasburgo e molte altre città medio-piccole, oltre a confermarsi agevolmente a Parigi con il sindaco Bertrand Delanoe. Per il presidente francese c'è la consolazione di tenere Marsiglia, dove l'ha spuntata di misura il sindaco uscente Jean-Claude Gaudin.

 

Sulla base di proiezioni dell'istituto Tns-Sofres, il Psf ha ottenuto il 49,5% contro il 47,5% dell'Ump. Ma i socialisti hanno conquistato anche molte città importanti come Caen, Amiens e Reims al nord e a Perigueux nel sud, dove è stato sconfitto il ministro dell'Istruzione, Xavier Darcos. Delusione anche per il leader centrista Francois Bayrou del MoDem: per appena 450 voti è stato battuto a Pau dalla rivale socialista.

 

La gauche ha cantato vittoria. Il segretario del Partito socialista, Francois Hollande, ha osservato che la sinistra «è in vantaggio in termini di voti e di numero di città controllate». «Se si confermerà che la sinistra ha la maggioranza - ha aggiunto Hollande - il presidente dovrà cambiare la politica che ha portato avanti in questi mesi». La sua ex compagna, Segolene Royal, ha parlato di «voto puntivo» per Sarkozy e ha affermato che il Psf dovrà essere all'altezza delle attese espresse dagli elettori «per trasformare questo voto di protesta in un voto per il futuro». «Dobbiamo riparare ciò che il governo ha distrutto o danneggiato in questi mesi», ha affermato l'ex candidata all'Eliseo.

 

Per il premier francese, Francois Fillon, si è trattato solo di «un parziale recupero della sinistra sulle posizioni che aveva perso nel 2001». «L'elettorato ha scelto le politiche per la Francia nelle elezioni presidenziali e parlamentari del 2007 - ha ricordato Fillon - continueremo a portare avanti quelle politiche perchè il nostro Paese ha bisogno di tenacia nelle riforme e il rispetto della democrazia richiede che quegli impegni siano rispettati».
Alto l'astensionismo: secondo le prime proiezioni, il 35% degli elettori è rimasto a casa.