{{IMG_SX}}Gaza, 2 marzo 2008 - Le condanne internazionali non fermano Israele che per bocca del primo ministro Ehud Olmert ha ribadito oggi: l'offensiva nella striscia di Gaza andrà avanti. E intanto il bilancio dei morti sale, 66 palestinesi sono morti da ieri, quando si è intensificato l'assalto contro il territorio dominato dal movimento estremista Hamas, una operazione dimostrativa per interrompere il lancio di razzi Qassam verso il territorio dello Stato ebraico. E' l'offensiva più violenta scatenata a Gaza dal 2000.

 

Abu Mazen ha sospeso tutti i contatti con Israele per protestare contro la mortale offensiva israeliana. Lo ha dichiarato il portavoce del presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp).  "I negoziati sono sospesi, come tutti i contatti a qualsiasi livello perchè non hanno alcun senso nei confronti dell'aggressione israeliana", ha dichiarato Nabil Abu Rudeina in un comunicato.
"Il governo israeliano ha deciso di lanciare una guerra ingiusta e massacra il nostro popolo. Ha la piena responsabilità del blocco del processo di pace e delle conseguenze della decisione di sospendere i contatti ", ha proseguito il portavoce della presidenza palestinese.
Il presidente Abu Mazen ha ordinato al gruppo di negoziatori palestinesi di sospendere tutti i contatti con Israele "finchè cessa l'aggressione", ha affermato. 


Olmert, aprendo il consueto consiglio dei Ministri della domenica, ha ribadito che Israele prosegue la missione "contro le organizzazioni terroristiche". Sempre stamattina parlando alla radio il ministro della Difesa, il laburista Ehud Barak, ha dichiarato che l'ipotesi di una vasta offensiva di terra a Gaza è "reale e concreta": Hamas "pagherà il fio del degrado della situazione". Del resto già 2.000 soldati israeliani sono impegnati nelle operazioni, fra raid aerei e scaramucce a terra. Due di loro sono rimasti uccisi ieri.

 

Questa mattina sono stati uccisi cinque palestinesi, che si aggiungono ai 61 morti ieri. Le operazioni della missione col nome di "Inverno caldo" sono riprese stamane nel nord della Striscia; già questa notte apparecchi dell'aeronautica avevano bombardato gli uffici del capo del governo di Hamas, Ismail Haniyeh, distruggendoli. Da mercoledì, i morti palestinesi sono quasi 90.

 

Non è possibile stabilire un bilancio preciso che separi le vittime fra i combattenti armati e quelle fra la popolazione civile; si parla di almeno 7 bambini morti. Sabato, i gruppi armati palestinesi hanno lanciato oltre 50 razzi contro Israele (sette i civili feriti, fra cui due bambini, nella città di Ashkelon). Mercoledì, un razzo aveva ucciso un civile israeliano. La pressione internazionale monta per spingere Israele a interrompere le operazioni (ma Barak ha detto oggi che "lo scopo, mettere fine al lancio di razzi, non lo otterremo in due giorni; dobbiamo continuare e prepararci a una escalation").

 


Questa notte, il Consiglio di sicurezza dell'Onu con l'abituale politica del compromesso ha condannato le violenze a Gaza ma anche il lancio di razzi verso il sud di Israele, sottolineando "la necessità per tutte le parti di mettere fine da subito a ogni atto di violenza". Ma Olmert ha replicato stamane che "nessuno ha il diritto morale di criticare Israele per l'esercizio del diritto all'autodifesa".