{{IMG_SX}}Roma, 24 novembre 2007 - Una cittadina del Missouri lancia una campagna contro il bullismo cibernetico a danno dei minori, dopo il suicidio di una ragazzina di tredici anni presa in giro su MySpace. Si tratta della prima iniziativa del genere, scrive il Telegraph on line, e potrebbe presto diventare un movimento di opinione in tutti gli Stati Uniti. A Dardenne Prairie, vicino alla città di St. Louis, è stata votata una risoluzione affinché il bullismo sui network venga riconosciuto a livello federale come reato punibile con multe da 500 dollari fino a 90 giorni di galera.

 


Megan Meier era una ragazzina con problemi di depressione che soffriva di sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Come molti suoi coetanei era entrata nella community di MySpace per trovare nuovi amici e ben presto aveva conosciuto il sedicenne "Josh Evans". Lo scambio di messaggi tra i due durò un mese poi quella che sembrava una bella amicizia virtuale di colpo cambiò. Josh disse a Megan che era una cattiva persona e che il mondo sarebbe stato meglio senza di lei. La ragazzina, sconvolta, si impiccò la sera stessa, il 16 ottobre del 2006.

 


Ma le cattive sorprese per i genitori di Megan non finirono perché sei settimane dopo scoprirono che Josh non era un adolescente ma Lori Drew, madre di una tredicenne che aveva litigato con Megan. La donna voleva scoprire cosa avrebbe detto la bambina su sua figlia.

 

All'inizio i Meier aspettarono che fosse la polizia ad intervenire sul caso ma nulla successe perché, spiegarono gli inquirenti, gli eventi non avevano consistenza di reato. A quel punto è stata la cittadina a prendere iniziativa con la delibera.

 

Nel frattempo i Drew sono stati attaccati via mail e via posta da gente comune. In molti giungono regolarmente davanti alla loro casa, ora sotto sorveglianza, per gridare "assassini".