{{IMG_SX}}Roma, 9 aprile 2008 - "I libri di storia, ancora oggi condizionati dalla retorica della resistenza, saranno revisionati, se dovessimo vincere le elezioni. Questo è un tema del quale ci occuperemo con particolare attenzione". Parola del senatore Marcello Dell'Utri in un'intervista rilasciata a Klaus Davi per 'KlausCondiciò, il primo contenitore di approfondimento politico in Rete, in onda su YouTube.

 

Dell'Utri ha proseguito: "La Sinistra ha ancora in mano le università e le case editrici. È anche un luogo comune che la cultura sia a sinistra, ma non tanto poi comune se si considera come stanno le cose. Sono dappertutto e impediscono che ci possano essere delle novità che non arrivino dalla loro parte".

 

 

FIORONI: LA RESISTENZA NON E' UN'INVENZIONE

"La Resistenza non è un'invenzione dei libri di storia: è il sacrificio con il quale ieri tanti uomini e donne hanno dato vita ai valori repubblicani, ed è quel sacrificio che consente oggi agli italiani, e anche a Dell'Utri, di vivere in un Paese libero".

 
Così, il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni replica a Marcello dell'Utri che, in una intervista, aveva sostenuto la necessità di cambiare i libri di storia ancora oggi condizionati dalla retorica della Resistenza.
«Con quelle pagine - aggiunge il ministro - si è scritta la nostra Costituzione, la carta d'identità che tiene unito il popolo italiano. E la Costituzione si rispetta, non si reinterpreta".

 

MANGANO? UN EROE

"il fattore Vittorio Mangano, condannato in primo grado all'ergastolo, è morto per causa mia", ha poi detto Marcello Dell'Utri: "Mangano era ammalato di cancro quando è entrato in carcere ed è stato ripetutamente invitato a fare dichiarazioni contro di me e il Presidente Berlusconi. Se lo avesse fatto, lo avrebbero scarcerato con lauti premi e si sarebbe salvato. È un eroe, a modo suo".

 
Nell'intervista, il senatore di Fi ha anche parlato dell'antimafia che "è importantissima, ma quando diventa una sorta di brand non è un fatto positivo. Dopotutto, lo aveva già detto Sciascia. Non c'è bisogno di ripeterlo. Certo, si tratta di un accostamento singolare. L'allarme mafia -ha detto - spesso serve ai partiti per coprire la loro mancanza di contenuti. È giusto parlarne, ma talvolta questi argomenti vengono tirati fuori e usati in maniera strumentale per colpire o per assumere ruoli che nessuno ha dato".

Quanto ai pentiti, Dell'Utri non fa sconti: "Li conosco quasi tutti i pentiti di mafia, ma oggi faccio fatica a individuarne uno sano, anche se ce ne saranno".