Sabato 20 Aprile 2024

Voti persi, un milione e mezzo di orfani

Hanno scelto partiti sotto l'1% o sotto il 3% in coalizione e non saranno rappresentati in Parlamento

Roma, 26 settembre 2022 - Chiamateli,  se volete, gli orfani di queste elezioni politiche 2022. C'è un esercito di almeno un milione e mezzo di italiani che non sarà rappresentato nel nuovo Parlamento. Sono voti andati persi, ovvero quelle preferenze andati a partiti che hanno corso da soli (c'è però un'eccezione che vedremo) non hanno raggiunto nemmeno l'1% dei voti. Che attenzione non ha nulla a che vedere con la soglia di sbarramento prevista dalla legge elettorale (il "Rosatellum) fissata al 3% per i partiti che invece erano inseriti in una coalizione. Di fatto però anche quei cittadini che hanno votato per queste ultime formazioni non saranno rappresentati in Parlamento, anche se ci sono un paio di eccezioni. A dir la verità molti di loro hanno raggiunto una quota da "prefisso telefonico". Ma guardiamo da vicino quest'esercito di elettori "fantasma" che va a sommarsi a un altro esercito, ancora più numeroso (quasi 18 milioni di italiani), che a votare non ci sono nemmeno andati.

Cenerentole

C'è un drappello di piccoli partiti, spesso sconosciuti, che non è riuscito a raggiunbge la soglia dell'1%. Sono: Vita 0,71%, Impegno civico Di Maio 0,56%, Partito Comunista Italiano 0,26%, Mastella Noi di centro europeisti 0,16%, Alternativa per l'Italia - No Green Pass 0,15%, Partito animalista - Ucdl - 10 Volte meglio 0,06%, Partito comunista dei lavoratori 0,02%, Destre unite 0,01%.Follia, Free e Forza del Popolo non sono riusciti per un puro calcolo statistico a scostarsi dallo "zero" con un numero di preferenze che alla Camera è comunque rimasto sotto i 2mila voti. C'è anche chi la quota dell'1% l'ha superata come Italexit di Paragone ma i poco più di 500mila voti (1,9%) non bastano per staccare il biglietto. Stesso discorso per Unione Popolare con De Magistris (poco più di 400mila voti, 1,43%) e Italia Sovrana e Popolare (350mila voti, 1,24%).  

Il caso Di Maio

Il caso che ha fatto più clamoroso è quello di Luigi Di Maio, che non viene rieletto in Parlamento. L'ex ministro degli esteri del governo Draghi  nfatti è stato sconfitto nel collegio uninominale della Camera di Napoli Fuorigrotta, dove ha raccolto il 24,4% dei voti, finendo secondo dietro all'ex ministro dell'ambiente pentastellato Sergio Costa. Per contro il partito da lui fondato, Impegno Civico, si è fermato allo 0,6% non raggiungendo nemmeno la fatidica soglia dell'1%. Cosa che è accaduta a un altro partito, ad esempio, Noi Moderati di Maurizio Lupi, che però ha strappato il biglietto per Montecitorio nel collegio uninominale Lombardia 2.

Le eccezioni

Il Südtiroler volkspartei, il Partito ha ottenuto poco più di 100mila voti pari allo 0,42% ma manderà comunque due suoi rappresentanti alla Camera (Renate Gebhard e Manfred Schullian). Stesso dicasi per il partito De Luca sindaco d'Italia che pur non raggiungendo l'1% (meno di 300mila preferenze), elegge Dafne Musolino in Sicilia. Si tratta di due eccezioni che non a caso riguardano due regioni italiani a statuto speciale.

Il caso +Europa

Il segretario Benedetto Della Vedova ha chiesto un riconteggio dei voti e non a caso avendo ottenuto il 2,95% dei voti, a un'incollatura (poco più di 10mila votia livello nazionale) dalla fatidica  soglia di sbarramento del 3% per l'ingresso in Parlamento dei partiti in coalizione, come +Europa che correva appunto col centrosinistra.