Giovedì 18 Aprile 2024

Elezioni 25 settembre, timore euroscettici a Bruxelles. E il Ppe tifa Tajani

I fondi per l’attuazione del Pnrr creano apprensioni alla Commissione. Fd’I e Lega sono fuori dalla maggioranza che guida l’Unione

Antonio Tajani

Antonio Tajani

Manfred Weber, capogruppo del Partito Popolare Europeo, ha difeso la scelta del centrodestra italiano di uscire dalla maggioranza dopo la rottura dell’unità nazionale da parte del Movimento 5 Stelle e di porre fine al governo Draghi. Weber ha affermato anche la necessità di un governo stabile di centrodestra a Roma in allineamento con i leader italiani della sua parte. Quella del capo del partito popolare è però una eccezione rispetto allo scetticismo diffuso sul piano europeo che si addensa intorno ad un possibile governo trainato da Fratelli d’Italia e dalla Lega. Questi due partiti non fanno parte del Ppe, il partito che da decenni è il fulcro delle maggioranze che governano l’Unione Europea, ma risiedono in gruppi di destra più periferici ed euroscettici. Ciò agita i sonni dei mercati finanziari, dell’establishment politico europeo e anche dei principali partner diplomatici dell’Italia.

Il nostro è un paese “osservato speciale” per importanza economica, per rilevanza strategica e per peso del debito pubblico. L’allarme verso l’euroscetticismo suona più forte che altrove quando si tratta dell’Italia, specie oggi che il vincolo esterno è rafforzato dal Pnrr e dai nuovi strumenti della Bce. Questo scenario, qualora il centrodestra vincesse alle urne, è fonte di fastidi proprio per la Meloni, probabilmente destinata a guidare il primo partito della coalizione. Il Presidente della Repubblica vorrà rassicurazioni sulla composizione del futuro governo, soprattutto per quanto concerne i ministeri economici, mentre sul nome del premier si potrebbe innescare una battaglia tra alleati. Sia la Lega che Forza Italia saranno determinanti per una eventuale vittoria e il loro peso strategico sarà fatto valere nei confronti di Fratelli d’Italia.

Questi sono forse discorsi prematuri perché prima ci sono campagna elettorale ed elezioni, ma è bene che il centrodestra si prepari poiché un grande paese europeo guidato da due partiti su tre della coalizione che sono fuori dalla maggioranza europea è un unicum che genererà frizioni dentro e fuori le istituzioni italiane.

In questi due mesi, soprattutto Meloni dovrà fornire rassicurazioni sul programma, trovare una qualche continuità con il governo Draghi sull’attuazione del Pnrr e stringere quanti più rapporti con i partiti moderati dei grandi paesi europei per evitare di dover cedere il passo ad altri di fronte alle pressioni internazionali e finanziarie. In questo contesto, ancora una volta, c’è il grande peso specifico di Berlusconi: non solo per la sua esperienza di governo, ma anche perché Forza Italia è l’unico partito membro del Ppe (dove non nascondono le simpatie per Antonio Tajani). Il Cavaliere può essere l’assicurazione sulla vita della Meloni oppure il loro killer. Capace forse, a fronte di condizioni internazionali pesanti, di sbarrare la strada a Palazzo Chigi alla leader di Fratelli d’Italia.