Mercoledì 24 Aprile 2024

Una lettera al giorno: V come Vendetta

Dalla compliazioni delle liste elottorali Pd al 'femminismo' di Fratelli d'Italia: questa campagna elettorale abbonda di spirito vendicativo

Gelida stretta di mano fra Enrico Letta e Matteo Renzi

Gelida stretta di mano fra Enrico Letta e Matteo Renzi

In principio fu Matteo Renzi. Il quale, per dirla con l’ex ministro Giuseppe Provenzano, quando era segretario del Pd, consumò le sue vendette personali attraverso la compilazione delle liste elettorali. Dove, manco a dirlo, fece fuori tutti i suoi nemici interni. "Le sue liste elettorali - ecco il ricordo di Provenzano - furono un Armageddon contro chiunque non la pensasse come lui. Stavolta non è andata così".

E, invece, anche Enrico Letta - lui, la famosa vittima dell’ormai leggendario “Enrico stai sereno” - ha tirato fuori gli artigli e gustato il piatto freddo della Grande Vendetta contro chi, nel Nazareno di oggi, aveva ancora una stilla di sangue renziano nelle vene: la corrente di “Base riformista” ci ha rimesso le piume, così come tutti i vari esponenti più o meno autonomi dal segretario. Ma c’è chi, ora, a distanze siderali dal Nazareno, pregusta la sua di vendetta. Perché se Giorgia Meloni dovesse diventare la prima presidente del consiglio dei ministri donna nella storia della Repubblica italiana, per Daniela Santanchè sarebbe un "godimento totale". La ‘lady del tacco 12’, oggi candidata al Senato in Piemonte, pregusta una sorta di vendetta su chi, sin dagli anni dell’università, ha sventolato, con convinzione, la bandiera del femminismo ma lo ha fatto, a suo giudizio, a senso unico. "Sarebbe un godimento totale - ha spiegato Santanchè - perché da quando ero piccola che facevo l'università a Torino, le femministe e le donne di sinistra si sono sempre riempite la bocca parlando di donne, poi però hanno la sindrome del capo e gli incarichi sono una concessione", ha spiegato al termine della presentazione dei candidati piemontesi di Fratelli d'Italia alle prossime elezioni politiche. "Giorgia Meloni invece è il capo di questo movimento politico  - ha proseguito - e se la destra portasse una donna come primo presidente del consiglio, sarebbe un godimento totale che mi auguro di poter vivere".

E a chi dice che la Meloni però non ha a cuore i temi delle donne cosa risponde? "Dicono stupidaggini - ribatte - perché non conoscono la vita della Meloni, i programmi nostri, quello che facciamo per le donne. Certo, se loro si riferiscono alle quote rosa, noi non siamo d'accordo perché vogliamo lo stesso accesso per la partenza, ma poi siccome uno non vale uno, ognuno di noi si gioca il proprio destino". Ecco, il destino. Che condito con una buona dose di spirito vendicativo, che in questa campagna elettorale abbonda, diventa davvero più gustoso da attendere. Per qualcuno, almeno.