Una lettera al giorno: T come Terzo Polo

La formazione politica di Carlo Calenda e Matteo Renzi potrebbe diventare l'ago della bilancia del prossimo Parlamento

Matteo Renzi e Carlo Calenda (Ansa)

Matteo Renzi e Carlo Calenda (Ansa)

Il rischio - anzi, la certezza - che il centrodestra possa non essere autonomo, come maggioranza, dopo le prossime elezioni del 25 settembre, rende il Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi il possibile ago della bilancia del prossimo Parlamento.

Loro, i due ‘galletti’ dell’alternativa possibile alle coalizioni di destra e sinistra, in realtà mirano proprio a questo e Calenda, in un retroscena raccontato qualche giorno fra nei palazzi della politica, si è mostrato ottimista su questo possibile risultato. "Allora ragazzi - ha detto il leader di Azione ai suoi - perché le cose vadano come vogliamo noi non è necessario arrivare al risultato che conto di raggiungere io. Perché il sottoscritto è convinto che noi possiamo arrivare fino a un certo punto, a superare cifre che neanche gli ottimisti ci attribuiscono. Mentre per i nostri obiettivi, non ci crederete, basterebbe anche meno…". Quali obiettivi? "Con un risultato compreso tra il 10 e il 12% posso garantirvi che invece di Giorgia Meloni, come pensano tutti, a Palazzo Chigi ci ritroviamo ancora Mario Draghi. Ci basta ottenere quella cifra per riuscire a centrare l’obiettivo di lasciare al governo l’inquilino che c’è adesso…". 

Come Craxi negli anni '80, l’ex ministro dello Sviluppo dei governi Renzi ritiene che il Terzo Polo sarà decisivo nel prossimo Parlamento: "L’unica cosa che non mi torna di questo schema è proprio la formula “ago della bilancia”. Noi non dobbiamo essere l’ago della bilancia di nulla, perché queste parole rimandano alla vecchia politica dei due forni. Noi, semmai, saremo il baricentro. Perché abbiamo in testa un’idea chiara e un modo per realizzarla". Ma questo obiettivo si realizzerà soltanto ad una condizione: "Noi abbiamo già preso un pezzo di voto del Pd - ha scandito - che s’è spostato verso Azione-IV. Dobbiamo continuare a prenderci i voti dei berlusconiani delusi. Perché continuare a erodere quel consenso vuol dire tenere il centrodestra lontano dal 50%". In effetti, se davvero le cose dovessero andare in questo modo, il centrodestra non potrebbe fare a meno di cercare una quadra, cioè una maggioranza, con i seggi del Terzo Polo. E questo soprattutto se, come possibile, la Lega non dovesse portare a casa il risultato sperato, soprattutto in qualche regione del nord. 

Equilibri, comunque, molto fragili quelli che potrebbero emergere dalle urne di settembre, ma su un punto gli osservatori politici concordano; comunque vada, sarà difficile rivedere Mario Draghi a Palazzo Chigi, anche se il centrodestra non dovesse essere autonomo. E anche se, come auspicato dai leader terzopolisti, proprio questa compagine dovesse risultare la vera ‘sorpresa’ elettorale di settembre.