Superbonus nel mirino del governo. Cosa può cambiare

Servono risorse per fronteggiare il caro bollette. Mantovano a Norcia: "Merita una riconsiderazione"

Roma, 30 ottobre 2022 - Non è ancora noto quando la manovra varcherà la soglia del Parlamento, lasciando presagire un dicembre al cardiopalma per l'ok finale prima dell'eventuale esercizio provvisorio. Il Governo, che domani si riunisce in un primo Cdm operativo, intanto cerca le risorse per dar seguito agli impegni assunti in campagna elettorale ma gli spazi, come noto, non consentiranno di accogliere tutti i desiderata.

La pace fiscale: il piano del governo

Pensioni, gli incentivi per gli over 63 

Lavori di ristrutturazione (Archivio)
Lavori di ristrutturazione (Archivio)

Anche perché l'impatto della manovra, per avviare i primi interventi, far fronte al caro energia, finanziare le spese indifferibili, sfiora già una cifra di tutto rispetto: circa 20 miliardi, che salgono a 40 secondo alcuni calcoli tenendo conto di tutti desiderata. Probabile che molte misure siano quindi solo avviate, per proseguire poi con interventi successivi. Un dato è certo: "I costi delle bollette sono diventati insostenibili", sottolinea anche oggi la premier, Giorgia  Meloni, "non c'è più tempo da perdere". E mentre si guarda all'Istat che domani metterà nero su bianco il dato sul Pil del terzo trimestre, il governo ragiona sugli spazi di intervento sul deficit, che potrebbe essere fissato per il 2023 al 4,5%.

Deficit 

Una ipotesi che il neo ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, sta valutando e che dovrà trovare posto nell'integrazione alla Nadef (in Cdm probabilmente verso la fine della settimana) che dovrà aggiornare il quadro programmatico lasciato in eredità da Mario Draghi. Compito non semplice perché il rientro dal deficit resta sempre all'attenzione di Bruxelles che, tra poco più di un anno, si appresta a modificare e a "ripiantare" i paletti delle regole di bilancio interrotte per la pandemia.

Mantovano a Norcia

Molte, come in ogni manovra, le ipotesi che circolano, alcune di matrice politica, altre già visitate dall'esecutivo. Oltre alla rivisitazione del Reddito di cittadinanza (Salvini spiegava che poteva essere "interrotto" per alcuni periodi per recuperare risorse per le pensioni) oggi un altro cavallo di battaglia dei 5S finisce nel mirino: il bonus del 110%. Per il sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano "merita una riconsiderazione di carattere generale", soprattutto perché avrebbe prodotto effetti negativi (lo dice riferendosi a Norcia da dove ha parlato) "distogliendo una parte dell'imprenditoria dall'essere attratta a questo tipo di lavoro".