Stupro di Piacenza, Meloni non si scusa per il video: preso da stampa, critiche solo a me

La leader FdI: "Il Pd condivise il video dell'omicidio di Civitanova Marche". Serracchiani: "Atto gravissimo, passa sopra la dignità per propaganda". La domanda di Conte: "Da premier diffonderai video simili per combattere l'immigrazione?"

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni

Roma, 23 agosto 2022 - "Il video l'ho preso dalla stampa e mai l'avrei pubblicato facendo riconoscere la vittima. Non ho ragioni per scusarmi". Così Giorgia Meloni risponde alle domande dei giornalisti sulla bufera sollevata dal video dello stupro di Piacenza condiviso sui canali social dalla leader di Fratelli d'Italia. Facebook, Instagram e Twitter hanno rimosso il filmato perché viola le loro regole e poi anche il video condiviso da Meloni è sparito dai sui profili. 

"Non ho ragioni di scusarmi se non per aver espresso solidarietà. Ho pubblicato una cosa che stava già sui siti, che aveva pubblicato la stampa. Avete chiesto ai quotidiani che hanno pubblicato il video se intendono scusarsi?", ha specificato Meloni a margine dell'evento di apertura della campagna elettorale di Fratelli d'Italia ad Ancona.

"Ho pubblicato un video che era completamente oscurato - ha detto -. Non ho parlato con questa persona, ma siccome sono molto sensibile a queste materie, non avrei mai pubblicato un video che potesse far riconoscere la vittima. Francamente rimango un po' colpita dalla polemica, soprattutto perché è circoscritta a me, perché il video l'ho preso dalla stampa, la cassa di risonanza in Italia ce l'hanno prima i quotidiani, che sono quelli che fanno informazione". Meloni ha poi aggiunto: "Un video pubblicato da un quotidiano, effettivamente oscurato, siccome mi fido della stampa italiana lo condivido, per commentare una notizia che è stata data da altri, che non è stata data da me".

"Quando il Pd ha pubblicato, senza oscurarle, le immagini di un omicidio, dell'assassinio di Alika a Civitanova Marche, le immagini della morte di quell'uomo sono state ampiamente pubblicate senza alcuna forma di oscuramento, tant'è che mi pare, se non vada errata, che la famiglia disse 'anche per me rivedere quelle immagini è stato drammatico'. Perchè al tempo - ha aggiunto rivolgendosi ai giornalisti - questa questione non ve la siete posta? Perchè il problema è capire se in questa nazione chi è di destra ha gli stessi diritti di chi è di sinistra".

Serracchiani: "Atto gravissimo, almeno chieda scusa"

"Giorgia Meloni ha compiuto un atto gravissimo passando sopra, per fini di propaganda, alla dignità di questa persona. Il fatto che non senta il dovere almeno di chiedere scusa, di riconoscere l'errore compiuto davvero lascia allibiti". Lo dice Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera, commentando la condivisione sui social dalla leader di Fratelli d'Italia del video lo stupro avvenuto domenica mattina a Piacenza le cui immagini sono state riprese da un cittadino. "La diffusione del video dello stupro della donna di Piacenza è stata una barbarie ingiustificabile", prosegue Serracchiani. "Alla sofferenza per la violenza subita si aggiunge anche la disperazione per essere stata riconosciuta a causa della diffusione di quelle tremende immagini", chiude la dem.

Conte: "Sei madre, quella donna poteva essere tua figlia"

"Cara Giorgia, tu che sei intervenuta a postare quel video e hai portato tutta la tua visibilità, tu sei una donna, sei una madre, sei una cristiana, ma non hai pensato un attimo che quel donna poteva essere tua madre, tua sorella, tua figlia". Il presidente del M5s, Giuseppe Conte, si è rivolto così via Twitter a Giorgia Meloni. "La donna vittima di violenza sessuale a Piacenza si lamenta di essere stata identificata in virtù della diffusione del video che riprende esattamente la scena della violenza sessuale che la riguarda - ha detto Conte -. C'è un audio in cui si ode distintamente la sua voce, i gemiti di sofferenza, le sue urla. Quando ho visto quel video sono rimasto inorridito. Io non sono intervenuto, mi sono astenuto, anche in tutta la polemica politica che ne è conseguita. Quel gesto quella sofferenza le sue grida, al centro di una campagna elettorale, non è possibile. Non è un segno di civiltà".

"Tu - ha proseguito l'ex premier rivolgendosi a Meloni - immagina se un politico intervenisse a diffondere quel gesto di grande violenza, anche soltanto l'audio, di quella tua madre, di quella tua sorella, di quella tua figlia. Dobbiamo astenerci da questi comportamenti, dobbiamo tutelare la dignità delle persone. Tu ti candidi ad essere presidente del Consiglio dei ministri. Cosa farai un domani? Promuoverai la diffusione di video simili per cercare di fare la lotta contro l'immigrazione? O per caso ti impegnerai a tutelare un valore fondamentale di civiltà, la tutela della dignità di ogni persona?".