Video dello stupro: Meloni lo rilancia, il Pd va all’attacco ma Bonino la difende

Aperta un’inchiesta sulla pubblicazione del filmato dell’orrore. Scontro fra i dem e Fratelli d’Italia anche sulle devianze giovanili

Giorgia Meloni (Ansa)

Giorgia Meloni (Ansa)

«Sei irrispettosa e indecente". "No, dici menzogne perché siete allo sbando". La violenza sessuale di Piacenza irrompe in campagna elettorale. La scelta di Giorgia Meloni di ripubblicare su Twitter il video della donna ucraina aggredita e stuprata da un richiedente asilo della Guinea subito arrestato, alza la tensione tra i pesi massimi delle coalizioni. Ma con una sorpresa: l’intervento di Emma Bonino, alleata del Pd e volto storico del femminismo italiano, a tutela della leader del centrodestra. Di prima mattina, il segretario del Pd Enrico Letta, affida parole inequivocabili a Radio24 e su Facebook: "Faccio un appello a restare tutti dentro i limiti della dignità e della decenza. Il video postato da Giorgia Meloni è indecente e indecoroso. Ancora di più a fini elettor ali".

La leader di Fratelli d’Italia non gradisce e, piccata in carne viva, contrattacca per direttissima: "Non consento di diffondere menzogne sul mio conto e fare bieca propaganda sul gravissimo stupro di Piacenza. Il video pubblicato sui miei social è oscurato in modo da non far riconoscere la vittima ed è preso dal sito di un importante quotidiano nazionale. Questi metodi diffamatori e che distorcono la realtà sono ormai caratteristici di una sinistra allo sbando, ma a tutto c’è un limite: Enrico Letta – è la chiamata in causa –, la lesione della dignità non è la condanna di uno stupro, è lo stupro, perché di questo non parlate? Forse perché altrimenti rischiate di dover fare i conti col fatto che la sicurezza nelle nostre città è fuori controllo anche grazie alle surreali politiche di immigrazione che avete portato avanti?".

Ma l’anticipazione che la procura di Piacenza sta indagando sulla pubblicazione del video sui media e sui social – "fatto astrattamente riconducibile ad ipotesi di reato", come chiarisce la procuratrice Grazia Pradella – aggiunge suspense giudiziaria alla giornata. Anche il Garante della Privacy apre un’istruttoria. Valeria Valente, presidente della commissione bicamerale sul Femminicidio, solidarizza con la donna ucraina stuprata e lo fa anche "per la sorta di ‘revenge porn’ cui l’ha sottoposta Giorgia Meloni". Un ovvio coro a difesa della leader si alza dalle fila di Fratelli d’Italia. Daniela Santanché ribalta le accuse: "Con il Pd è sempre la stessa storia: tacere e far finta di nulla quando c’è di mezzo un immigrato".

Ma a far rumore sono soprattutto le parole di Emma Bonino (+Europa): "Lo scandalo è lo stupro come i femminicidi, e ogni modo di denunciarlo è importante". Anche con il video della violenza? "Io non lo farei, ma non vuol dire che non si debba fare", risponde la protagonista di tante battaglie civili. Segue fervorino al Pd: "Non condivido una sola parola della signora Meloni ma la rispetto molto. Ha saputo prendere un partito al 4% e portarlo al 20%. A me non è mai riuscito: vediamo di portarle rispetto, di combattere le idee e di non insultare le persone".

Caso rientrato? Quando mai. Letta e Meloni duellano anche sul tema delle "devianze giovanili": da combattere oppure no? Fratelli d’Italia inserisce i disturbi alimentari in un elenco di partito comprendente "droga, alcolismo, tabagismo, ludopatia, autolesionismo, obesità, anoressia, bullismo, baby gang, hikikomori": "sport e cultura" gli antidoti suggeriti. Letta non ci sta: "Evviva le devianze, la forza delle società è data dalla ricchezza delle diversità". Il centrista Carlo Calenda sale in cattedra e sbatte i litiganti dietro la lavagna: "Ignorante Meloni", da "quarta elementare Letta".