Una lettera al giorno: S come Sovranismo

Le critiche agli Usa e Ue e i flirt con Putin hanno lasciato il posto a un neo atlantismo. Ma Meloni e Salvini hanno davvero cambiato idea?

Il famoso post di Matteo Salvini sulla Piazza Rossa

Il famoso post di Matteo Salvini sulla Piazza Rossa

Ci sta capendo davvero poco. Perchè, alla fine, dalla campagna elettorale è sparito il ‘feticcio’ che pareva, all’inizio, il più ingombrante. E, forse, anche il più pericoloso: il sovranismo. Alla fine - perché ormai manca davvero poco alle elezioni - scopriamo che quello che governava con Draghi è improvvisamente caduto dal letto e ha riscoperto la vena perduta del movimentismo e il territorio del Nord. Quella che a Draghi si opponeva, sembra ora Draghi in gonnella. 

Davvero, quali miracoli compie una crisi economica alle porte, quali giravolte e quali ripensamenti costringe a fare. Però, tant’è. Eppure, il sovranismo c’era eccome, le posizioni estreme pure, ma alcuni commentatori ritengono che il neo atlantismo di Salvini e Meloni – cioè diligentemente allineate all’Occidente e alla NATO – siano scelte dettate solo dall’opportunità, cioè quella di mostrarsi moderati e istituzionali e garantirsi così un atteggiamento non ostile dei principali alleati internazionali dell’Italia, fra cui Unione Europea e Stati Uniti. È questo un dibattito che nei mesi scorsi si è sviluppato soprattutto sui giornali stranieri: prima con un articolo di analisi dell’edizione europea di Politico, poi con un pezzo del NYT scritto dall’attivista e politologo David Broder. In questi testi si spiega che Salvini ha capito che per evitare di farsi superare dal M5S e finire quarto doveva rispolverare un po’ di movimentismo, l’unico motore che, appunto, muove i voti. Per questo ha ripreso a martellare contro le sanzioni alla Russia, a parlare di generosi scostamenti e ha perfino costretto il povero Giancarlo Giorgetti a battere la Valtellina in felpa, come un candidato qualunque. Ma l’impressione è che sia tardi, troppo tardi. Il governo con Mario Draghi, resta una pietra tombale su ogni credibilità sovranista o - appunto - barricadera.

E poi la Meloni. Per anni ha battuto criticando spesso le decisioni di politica estera di Stati Uniti e Ue per noi della fascinazione per Putin e la Russia. Per anni, per esempio, aveva chiesto di rimuovere le sanzioni europee decise contro la Russia dopo l’invasione e l’annessione della Crimea, come del resto faceva in quel periodo tutta l’estrema destra europea, per non parlare dell’insofferente verso alcuni settori della società come la finanza e i media, strizzando l’occhio sempre a Putin. Ecco, tutto questo adesso non c’è più. Il sovranismo è dunque morto? Macché, è solo sepolto male. Le radici, a destra, non le dimenticano mai, le nascondono solo per cogliere l’opportunità del momento. L’elettore sovranista, dunque, non ha di che temere…