Sottosegretari tra equilibrismi e Cencelli: Meloni punta sui politici e marca gli alleati

Salvini alle Infrastrutture avrà come vice Bignami, vicino alla premier. Premiato Sgarbi, sottosegretario alla Cultura. Lupi è fuori dall’esecutivo

Giorgia Meloni, 45 anni, con Vittorio Sgarbi, 70, nuovo sottosegretario alla Cultura

Giorgia Meloni, 45 anni, con Vittorio Sgarbi, 70, nuovo sottosegretario alla Cultura

Roma, 1 novembre 2022 - In politica spesso è necessario saper utilizzare al meglio il potere di nomina, per cesellare i compromessi e bilanciare i poteri tra fazioni senza curarsi troppo della qualità degli incaricati. Il sottogoverno è il classico ambito in cui questo esercizio trova la sua massima espressione e il governo Meloni non fa eccezione. All’Economia nessuna sorpresa, il braccio destro del presidente del Consiglio per le questioni fiscali, Maurizio Leo, sarà viceministro di Giorgetti. Confermato in via XX Settembre anche Federico Freni come sottosegretario in quota Lega, un ulteriore segnale della ricerca di continuità con il governo Draghi in questo dicastero. Allo Sviluppo economico trova invece sistemazione Valentino Valentini, figura chiave del berlusconismo di governo, il quale sembrava destinato agli Esteri.

Sottosegretari: la lista del governo Meloni

È probabile che Meloni si sia impuntata sulla destinazione di Valentini a seguito delle ambigue dichiarazioni di Berlusconi sulla guerra in Ucraina. Forza Italia viene ricompensata però rispetto ad un altro ministero rivendicato da Berlusconi fino a qualche settimana fa, quello della giustizia, dove va un giurista e forzista di lungo corso come Francesco Paolo Sisto. Matteo Salvini sarà seguito alle infrastrutture da un suo fedelissimo, Edoardo Rixi, ma verrà anche marcato politicamente da Galeazzo Bignami, una delle figure emergenti di Fratelli d’Italia. Un veterano del partito del premier, Edmondo Cirielli, assumerà invece l’incarico di viceministro agli Esteri. Mentre la Lega, attenta alle questioni energetiche legate all’industria, ottiene una delega da viceministro per Vannia Gava all’Ambiente.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento sarà affiancato da Giuseppina Castiello e Matilde Siracusano, al fine di coordinare i rapporti tra le tre forze. Alla Presidenza del consiglio come sottosegretario andrà Giovambattista Fazzolari, mente politica di Fratelli d’Italia, classico caso di potere invisibile e informale, certamente superiore nell’influenza politica di quanto prescrive il ruolo ufficiale.

Forza Italia, dopo tanto penare nelle trattative, ottiene per Alberto Barachini il posto da sottosegretario con delega all’editoria, cara a Berlusconi. Alessandro Morelli della Lega, invece, diventa sottosegretario al Cipe, ruolo poco visibile, ma potenzialmente importante, soprattutto in un periodo di crisi economica e attuazione del Pnrr. Infine, alla cultura spicca il nome di Vittorio Sgarbi, ricompensato per il sacrificio in campagna elettorale nel collegio di Bologna. Si nota, invece, l’assenza di Maurizio Lupi, già lasciato fuori dalla compagine ministeriale, che ha probabilmente deciso di non entrare nella partita dei vice ministri e dei sottosegretari.

In definitiva, la composizione del sottogoverno mostra tutta la natura politica dell’esecutivo Meloni, fondata su un patto rigoroso tra partiti. Una spartizione col bilancino, che sacrifica i tecnici a favore di un vigoroso ritorno della politica. Un modus operandi utile a cementare sia la coalizione che i partiti al loro interno. Berlusconi ottiene posti strategici, Salvini piazza i leghisti più leali, Meloni soddisfa i vecchi colonnelli e al tempo stesso promuove qualche nuova leva. Il tempo dirà se il ritorno della politica da destra sarà all’altezza del governo del paese in un momento così delicato.