Sondaggi, centrodestra vicino alla maggioranza dei due terzi: perché è così importante

Le previsioni assegnano a Meloni, Salvini e Berlusconi 389 seggi su 600: con altri 11 si può cambiare la Costituzione senza passare da referendum

Illustrazione di Arnaldo Liguori

Illustrazione di Arnaldo Liguori

In Italia, chi controlla due terzi del Parlamento è padrone dei giochi. Con questa maggioranza qualificata si può riformare la Costituzione senza passare per un referendum popolare. Si possono eleggere, senza scendere a compromessi con altri partiti, il presidente della Repubblica e buona parte del Consiglio superiore della magistratura. Si possono concedere amnistie e indulti.

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Con due terzi del Parlamento, insomma, il proprio potere esecutivo e legislativo incontra pochissimi limiti. Mai, nella storia della Repubblica, una singola parte politica ha raggiunto quella soglia. All’indomani delle elezioni del 25 settembre, tuttavia, la coalizione di centrodestra (composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati) potrebbe andarci molto vicino.

 

Le proiezioni del nuovo Parlamento

Secondo le proiezioni di YouTrend e Cattaneo Zanetto & Co (basate su otto diversi sondaggi e sulle analisi dei collegi elettorali) il centrodestra conquisterà 258 seggi alla Camera e 131 seggi al Senato. A separare la coalizione dalla maggioranza di due terzi ci sarebbero appena 9 seggi alla Camera e 2 al Senato.

Una breve distanza, considerando che nel corso degli ultimi cinque anni più del 30 per cento dei parlamentari ha cambiato casacca e che, quindi, anche nella prossima legislatura alcuni deputati e senatori potrebbero decidere di unirsi a questa grande coalizione.

 

Perché il centrodestra potrebbe stravincere

Ma come può una coalizione che secondo i sondaggi ha tra il 46 e il 48 per cento dei voti ottenere il 66 per cento dei posti in Parlamento? La causa sta nel funzionamento dell'attuale legge elettorale (la cosiddetta Rosatellum), che fu approvata nel 2017 da Partito Democratico Lega Nord e Forza Italia (in un'epoca in cui i rapporti di forza erano diversissimi da oggi).

Secondo questo sistema elettorale 379 dei 600 seggi parlamentari sono assegnati in proporzione ai voti ottenuti, mentre i restanti 221 seggi  – e qui sta la ragione della probabile stravittoria del centrodestra  – sono assegnati con un metodo che si chiama maggioritario.

Funziona così. L’Italia viene divisa in tante porzioni di territorio, chiamate collegi: tante quanti sono i seggi da assegnare. In ogni collegio ogni partito o coalizione può presentare un solo candidato. Alla fine, il candidato che ottiene anche solo un voto in più rispetto agli altri in quel collegio vince il seggio.

Questo sistema, di fatto, avvantaggia le forze politiche che sono già in vantaggio. Perché in una competizione diretta in cui chi vince prende tutto, è chiaro che i partiti minori non hanno alcuna possibilità contro i più grandi. Tanto è vero che secondo le previsioni sui collegi il centrodestra conquisterà 199 collegi, il centrosinistra 18 e gli altri partiti nessuno.

 

Le conseguenze

Ovviamente, i sondaggi su cui si basano le previsioni dei collegi hanno un margine di errore (spesso tra l’1 e il 3 per cento), ma è difficile ipotizzare un risultato elettorale diverso da una schiacciante vittoria della coalizione guidata da Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.

Le potenzialità di questa ipotetica maggioranza sarebbero enormi. Potrebbe essere in grado, ad esempio, di introdurre l’elezione diretta del presidente della Repubblica (ruolo ricoperto oggi da Sergio Mattarella). Oggi viene eletto dal Parlamento in seduta comune a maggioranza  – per l'appunto  – dei due terzi.

Questo è uno dei punti principali del loro programma istituzionale e per metterlo in atto è necessario modificare vaste parti della Costituzione. Anche se nessuno dei leader del centrodestra ha chiarito con precisione come intende modellarla, questa riforma cambierebbe di fatto il sistema di governo: da una repubblica parlamentare, l’Italia diventerebbe una repubblica presidenziale più vicina al modello americano.