La sardina Mattia Santori piccona il Pd, rivolta nel partito: "Vattene"

Polemiche a Bologna dopo la frase sul "partito malato che va cambiato". I dirigenti: "Serve rispetto"

Mattia Santori (ImagoE)

Mattia Santori (ImagoE)

Bologna - Acque agitate nel Pd. Non solo per il congresso che verrà, ma anche per l’ennesimo affondo di Mattia Santori all’amato e odiato partito democratico. "Un partito malato che va cambiato. Bisogna andare oltre", le parole della Sardina ieri al Carlino che nelle fila del Pd si è candidato (poi eletto con un record di preferenze).

Un attacco che non è andato giù al Pd bolognese che, via Facebook, è salito sulle barricate. Santori, del resto, non è nuovo a picconate ai dem. A marzo 2021 – quando Nicola Zingaretti lasciò in polemica con il sistema delle correnti – aveva fatto discutere per aver parlato di partito "tossico, a cui nessuno s’iscrive". Ciò nonostante, il Pd aveva deciso di puntare su di lui e candidarlo nelle sue liste sotto le Due Torri. Una luna di miele quella con l’ex partitone a cui sono seguiti periodi di alti e bassi, con critiche e attacchi di "ingenerosità" da parte dello stato maggiore dem, nonché qualche gaffe della Sardina, oggi consigliere delegato al turismo e alle politiche giovanili del sindaco Matteo Lepore.

Forse per evitare ulteriori polemiche, ieri Santori ha preferito usare toni leggermente più soft con un post su Facebook che, pur mantenendo il punto ("caro Pd sei acciaccato e senza energie"), ha teso la mano ai dem: "Torneremo a fare festa, insieme". Ma per attenuare i malumori dem non è bastato. Ad aprire le danze il vicesegretario del Pd di Bologna, Matteo Meogrossi, con un post su Facebook: "Un giorno tossici. Oggi malati. Un partito dal quale secondo Santori devono uscire alcune persone, altrimenti lui non s’iscrive. Ma dire basta a chi eletto con il Pd passa il suo tempo a sputare addosso al Pd no?"- Sulla stessa linea diversi dirigenti e amministratori del Pd bolognese che hanno messo ’mi piace’, denunciando di sentirsi offesi e chiedendo maggior rispetto per "il simbolo con cui si è candidato".

Critiche, aspre, sono arrivate anche da uno dei dirigenti più giovani dei dem, Davide Di Noi, della corrente di Anna Ascani, pronto a lanciare un evento quasi da rottamatore, ’Reset Pd’, a metà ottobre: "Mattia è sicuramente il benvenuto, però sarebbe doveroso scendere dal piedistallo dove ha deciso di stare per giudicarci tutti...". Punta il dito la minoranza dem, di Base riformista, con il leader bolognese, Dario Mantovani, sindaco di Molinella: "Noto sempre una grande attenzione verso quello che deve fare il Pd, da parte di persone che non sono iscritte al Pd...". Con lui, il consigliere regionale Giuseppe Paruolo, che bolla Santori "come uno dei tanti che vorrebbe trasformare il Pd in una riedizione del Partito Radicale. Trasformazione già in atto, come dimostrano i risultati elettorali che ci vedono sempre più residuali".

Non manca, però, chi difende Mattia perché vorrebbe un ricambio nel Pd, mentre la storica portavoce di Prodi, la senatrice Sandra Zampa, gli tende la mano: "Al netto della franchezza che in una persona giovane prevale sempre, dice cose che meritano rispetto. Non possiamo dire che vogliamo i giovani e poi stracciarci le vesti perché non sono come vogliamo noi. Preferisco un giovane con cui litigare che però partecipa, a uno indifferente che non va a votare".