Venerdì 19 Aprile 2024

Elezioni 2022, Fico: "Me ne vado a testa alta. Istituzioni sacre, Mattarella il mio faro"

Dopo due mandati tra i grillini, il presidente della Camera lascia: "Il mio futuro? Non mi preoccupa. Torno a fare politica sul territorio Riparto da Napoli, dove ho iniziato nel 2005 con i primi Meetup"

Il presidente della Camera Roberto Fico

Il presidente della Camera Roberto Fico

Presidente Fico, pochi giorni ancora e lascerà la guida di Montecitorio: come va via? "Voglio uscire come sono entrato, a testa alta, con principi e valori intatti e con maggiore consapevolezza politica e istituzionale", esordisce Roberto Fico, grillino della prima ora, che da Presidente della Camera si appresta a tornare al lavoro politico militante, innanzitutto sul territorio, in una città difficile come Napoli, che però riserva anche soddisfazioni: "E sì, con il 2 a 1 sul Milan e il riuscito Miracolo di San Gennaro va tutto meglio". Tutti ricordano il suo arrivo in autobus. (Sorride). "Vorrà dire che andrò via a piedi, una bella camminata". Che cosa le rimane di questi anni? "Questi anni sono volati. Sono stati intensissimi. Sembra ieri aver cominciato da Presidente della Camera. Mi rimane un grande senso di riconoscenza perché penso che questa presidenza l’ho fatta con tutti gli italiani. Anche nei momenti più difficili, come durante la pandemia, ho sentito gli italiani vicini. E le istituzioni sono state vicine a loro". Da dentro sente salde le nostre istituzioni repubblicane?

"Le istituzioni sono sacre. La cornice istituzionale deve rimanere forte perché sorregge il vivere civile. Poi c’è l’aspetto politico con la sua dialettica. Ma le istituzioni vanno difese sempre". Ha avuto continui contatti con il Capo dello Stato? "Sempre. Non c’è dubbio".

Come è stato il suo rapporto con il Presidente Mattarella?

"Parlo sempre poco del Quirinale, per rispetto del ruolo e dell’istituzione. Posso dire, però, che c’è stato sempre non solo un rapporto istituzionale molto forte, ma il Presidente della Repubblica è stato un punto di riferimento essenziale per me e per tutto il Paese. Da parte mia c’è riconoscenza: nei momenti più difficili è stato sempre una guida sicura. Gli sono grato".

Come ha vissuto la regola dei due mandati? "È una regola fondante che anche io ho condivisio dall’inizio e, dunque, lo sapevo dal 2013. Una regola alla quale ho aderito in modo convinto e sereno. In un momento storico in cui alcuni cercano sbocchi e candidature in altri partiti, dimenticando il patto che hanno fatto con gli elettori, io, invece, resto fedele a quel patto. Vado via soddisfatto. Senza rammarico".

Che cosa farà? "A me fa piacere questa domanda perché me la stanno facendo tutti. E a tutti dico tutti di non preoccuparsi per il mio futuro: sono tranquillissimo e la vivo bene. È dal 2005 che lavoro prima con i meetup e poi nel Movimento e continuerò a fare attività rilevanti nel Movimento. È importante esserci anche sul territorio, a Napoli, nella mia città". Ha condiviso la fine del governo Draghi? "Sa, da Presidente della Camera sono stato un passo indietro rispetto a certe dinamiche puramente politiche. Penso, però, che con l’avvicinarsi delle elezioni ogni partito di maggioranza ha tenuto a marcare la propria identità. Penso soprattutto che nel momento in cui si mettono sul tavolo i nodi, quest vanno affrontati e mi sembra che la maggioranza non abbia voluto affrontare quelli posti dal Movimento". Si dovrà ricredere chi pronosticava i 5 Stelle in caduta libera? "La mia sensazione è positiva e i sondaggi, fino a quando li abbiamo potuti vedere, dicono che siamo in crescita. Ma il sondaggio che più considero è quello che vedo andando in giro: c’è entusiasmo, è un fatto che vivo e respiro. Al Sud ma non solo. Il Movimento è in connessione con il Paese su una prospettiva progressista e ambientalista. Chi ha pensato che fosse una barca che affondava, è andato via". C’è chi parla di voto di scambio al Sud per il reddito di cittadinanza. "Mi sembra un’accusa infamante. Sono andato in Germania, al G7 dei Parlamenti, e mi hanno detto che di fronte al duro inverno in arrivo hanno modificato la loro legge sul reddito, mettendo più soldi e prevedendo sgravi sugli affitti. Eppure, in Germania nessuno si azzarda a dire che si tratta di un voto di scambio". Si aspettava un Conte così battagliero? "Io non ne ho mai dubitato. Faccio notare che è la prima volta che si misura in una campagna elettorale nazionale e sta facendo un ottimo lavoro". Nel dopo voto si potranno riprendere i rapporti con il Pd? "Non lo so, si vedrà. Ora non è possibile: le cose sono andate come sono andate e ognuno fa la sua campagna". Ha qualche rimpianto per una legge non fatta? "Sì. La legge sul fine vita: il Parlamento avrebbe dovuto approvarla definitivamente, come anche la Corte costituzionale ha sollecitato a fare. È un nodo etico non risolto. Mi dispiace".