Calderoli agli Affari regionali (e alle Autonomie). Quando bruciò le leggi inutili

La carriera del medico leghista, bergamasco, che è stato anche il padre della riforma elettorale nota come 'Porcellum'

Roma, 21 ottobre 2022 - Roberto Calderoli è il nuovo ministro degli Affari Regionali. Sfiorata la terza carica dello Stato solo qualche giorno fa, quando gli è stato poi preferito Ignazio La Russa, ora per il medico e politico leghista di lunghissimo corso si apre un dicastero che dovrà diventare, nell’ottica leghista, quello delle Autonomie.

E chi se non un bergamasco, coordinatore delle Segreterie nazionali della Lega Nord dal 2002 al 2020, può svolgere un ruolo tanto importante per il Carroccio? D’altra parte, Calderoli, uomo ‘macchina’ nella creazione di emendamenti ostruzionistici quando decide - anche in autonomia - che un provvedimento non deve vedere la luce, ma anche macchina da guerra - vera - nella gestione dell’Aula di Palazzo Madama, è già stato ministro delle Riforme istituzionali nel governo Berlusconi II e ministro per la semplificazione normativa nel governo Berlusconi IV.  E si ricorderà di lui, a parte il caso della senatrice Cecile Kyenge, da lui apostrofata con un epiteto che gli è costato una condanna, quando da ministro della Semplificazione prese alla lettera il dettato del suo dicastero e dette fuoco (siamo nel marzo 2010) a un muro di scatole contenenti 375mila provvedimenti legislativi a suo avviso inutili, ma anche di aver scatenato una crisi diplomatica per aver indossato, durante un’intervista a un telegiornale, una t-shirt con vignetta su Maometto stampata a tutto campo, nei giorni terribili della guerra alle vignette olandesi sull’islam. 

Padano nato nel ’56, diplomato al Liceo classico Paolo Sarpi di Bergamo, Calderoli si è laureato in medicina e chirurgia a Milano nel 1982, specializzato in maxillo-facciale. È iscritto sia all'albo dei medici-chirurghi sia all'albo degli odontoiatri. Nel ’98 si è unito con rito celtico alla compagna Sabina Negri. Più tardi, nel 2015, ha invece sposato la compagna di partito Gianna Gancia - presidente della provincia di Cuneo dal 2009 al 2014-, questa volta in chiesa secondo la tradizione cattolica. E’ stato il padre della riforma elettorale, la legge n. 270 del 21 dicembre 2005 definita da lui stesso una “porcata”, che, modulata in latino, è nota anche come Porcellum, legge poi passata sotto la scure della Corte Costituzionale  che nel 2013 la giudicherà incostituzionale . E’ stato anche segretario della Lega, per un breve periodo, quando la carica fu lasciata vacante dal leader Umberto Bossi a causa di un'inchiesta giudiziaria che ha coinvolto la sua famiglia.

Roberto Calderoli, ministro degli Affari regionali e delle Autonomie
Roberto Calderoli, ministro degli Affari regionali e delle Autonomie