Una lettera al giorno: R come Reddito di cittadinanza

I Cinque Stelle vogliono rinforzarlo, centrosinistra e Terzo Polo riformarlo, il centrodestra cancellarlo. Ma le posizioni sono tutte piuttosto vaghe

Reddito di cittadinanza (Ansa)

Reddito di cittadinanza (Ansa)

"Meloni togliendo il Reddito di cittadinanza vuole la guerra civile? Lei guadagna 500 euro al giorno da più di vent'anni e vuole togliere 500 euro al mese alle persone in difficoltà. Così si fa la guerra ai poveri”. E’ stato questo l’attacco più forte che è arrivato da Giuseppe Conte, leader del M5s, contro una leader di Fd’I che della misura-bandiera grillina ha già promesso di voler fare stracci.

Ecco, il centrodestra su questo si sta additando il voto negativo degli elettori incerti del Sud, tra i maggiori beneficiari del reddito, certo, ma per nulla convinti che la risposta di Meloni a Conte sia quella giusta.“Poi dicono che la Meloni detesta i poveri… Proprio perchè voglio aiutarli - ecco le parole della leader di Fd’I - credo che il Reddito di cittadinanza non sia la soluzione. E’ sbagliato perchè non mette sullo stesso piano chi non può lavorare e chi è in condizione di lavorare. La risposta è il lavoro, la dignità del lavoro”.

Allora, casomai, prima bisognerebbe parlare con le imprese che questa ‘dignità’ non la garantiscono e che vedono nel reddito di cittadinanza lo spauracchio che impedisce il minimo ribasso nelle offerte di lavoro, soprattutto a tempo indeterminato, ma è anche indubbio che così come l’hanno scritta i grillini - e come ha tentato di modificarla Mario Draghi - la misura non sta in piedi. Il Pd punta a una riforma, così come il Terzo polo (con formule assai diverse). Così, mentre i 5 stelle promettono addirittura un "rafforzamento del reddito di cittadinanza", rendendo "più efficiente il sistema delle politiche attive" con un "monitoraggio delle misure antifrode", nel centrodestra la vedono all’opposto: via il reddito, come sostenuto dal capogruppo di Fd’I al Senato, Luca Ciriani: "Il reddito di cittadinanza — dice — va cancellato. Un conto è il dovere sacrosanto di aiutare chi è in difficoltà perché non può lavorare, altro è regalare un assegno di Stato a chi non vuole lavorare". 

Il programma della coalizione Fd’I-Lega-FI, però, si mantiene vago sullo smantellamento. Si parla genericamente di una "sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro". Come arrivarci è tuttavia ancora poco chiaro, ma quello che è cambiato sul tema negli ultimi giorni è l’atteggiamento di Carlo Calenda. Prima Matteo Renzi avrebbe voluto abolirlo, al punto di minacciare la raccolta di firme per un referendum abrogativo, mentre Azione si trovava in disaccordo. Ora le posizioni sembrano aver trovato una sintesi: “Un infermiere - ha detto Calenda - che lavora 10 ore al giorno, preparato, che ha a che fare con la malattia e la morte, guadagna in Italia 1.450 euro al mese. Per questo consideriamo immorale che chi può lavorare riceva il reddito di cittadinanza pagato anche con le tasse di quell’infermiere; se rifiuti un’offerta di lavoro il reddito lo perdi, perché è un principio giusto, morale ed etico – ha aggiunto – nessuno sta dicendo che devi lasciare per strada qualcuno, ci mancherebbe”. Ecco, par di capire che, in caso di vittoria del centrodestra, Azione si troverebbe a votare continuamente con la nuova maggioranza di governo per una modifica sostanziale della misura grillina. In senso restrittivo, ovviamente.