L'ombra di Putin sulla campagna elettorale

Peserà sugli indecisi l'escalation decisa da Putin? Quali partiti rischiano di più ora?

Quanto impatterà sugli ultimi giorni di campagna elettorale la mobilitazione parziale indetta da Putin? Da che mondo è mondo le elezioni si decidono nell’ultima settimana, quando "trovano casa" (politica) milioni di quelli che i sondaggisti identificano come "indecisi". Gente senza salde convinzioni politiche, che metterà la X sulla scheda per motivi che spesso neppure loro sanno definire con certezza. Per costoro anche un piccolo stormir di fronda è importante. E’ evidente che l’impatto emotivo di un salto importante nelle dinamiche ucraine può spostare qualche tipo di equilibrio. La guerra, il rullare di tamburi, il rumore dei cannoni, la minaccia nucleare non sono mai neutrali. Azzardare ipotesi a questo punto, nel mezzo della tempesta, è cosa ardua, ma è probabile che l’escalation putiniana susciti più di una ripulsa, perché chi minaccia di alzare la tensione non passa mai per simpatico, e quindi è possibile che il fronte "italiano" identificato come più vicino al Cremlino ne subisca qualche conseguenza. E tutti sappiamo chi la gente, a torto o a ragione, identifica come i meno lontani da Putin, e i più freddi nella difesa di Kiev, ossia la Lega di Salvini in primis e magari un po’ più distanti i Cinquestelle di Conte e la sinistra di Fratoianni. Che, ricordiamolo, è stata l’unica in parlamento a votare contro la Nato in Svezia e Finlandia e si sono sempre detti contrari (votando in parlamento) all’invio di armi. Più che altro, la mossa di Putin mette qualche freccia in più nella faretra di chi si è sempre schierato saldamente sul fronte atlantista, cioé Pd, Terzo polo, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Può darsi che nei giorni prossimi la situazione evolva, che l’umore collettivo volga verso sentimenti più pacifisti, che dalla paura di Putin si passi alla paura di un coinvolgimento diretto nel conflitto, ma la reazione immediata non potrà non essere di imbarazzo verso Mosca e chi sostiene Mosca. Salvini aveva forse intuito qualcosa con il pentimento di alcuni giorni fa, quando aveva detto di "aver cambiato idea su Putin", ma non è detto che ciò gli basti per far scondare le magliette putiniane degli anni scorsi e i recenti dubbi sulle sanzioni alla Russia.

Mobilitazione parziale in Russia, la gente fugge per non andare in guerra