Cos'è il presidenzialismo: da quello alla francese alla proposta del centrodestra

Dall'elezione diretta all'abbassamento dell'età prescritta, sono tante le proposte di riforma costituzionale presentate in questi ultimi anni

Roma, 13 agosto 2022 - Si fa presto a dire presidenzialismo. Attorno al Colle, da quando esiste, si affollano i tentativi di riforma e le proposte di cambiarne le regole. Dall'elezione diretta al semipresidenzialismo alla francese, dall'abbassamento dell'età prescritta per l'elezione ai limiti di un secondo mandato. Su questi temi, da decenni si parla e si propongono modifiche alla Carta Costituzionale che poi, prontamente, cadono nel vuoto. Vediamole nel dettaglio, partendo dall'ordinamento attuale.

Il presidente Sergio Mattarella (Foto Zani)
Il presidente Sergio Mattarella (Foto Zani)

Come si elegge oggi il presidente della Repubblica

L'elezione del presidente della Repubblica Italiana è descritta nei primi tre articoli (83, 84 e 85)  del Titolo II della nostra costituzione. La Carta ci dice che a eleggere l'inquilino del Colle sono i cosiddetti grandi elettori (anche se la Costituzione non li chiama così), ovvero tutti i senatori, i deputati e tre delegati per ogni Regione più uno della Valle d'Aosta in seduta comune a Montecitorio, dove si vota a scrutinio segreto, a oltranza, e serve la maggioranza di due terzi dell'assemblea nei primi tre scrutini e la maggioranza assoluta dalle successive chiamate in poi.

Il presidente deve essere un cittadino italiano, con più di 50 anni e che goda dei diritti civili e politici, dunque che non abbia dunque subito condanne o interdizioni. La durata del suo mandato di presidente sarà di sette anni ma un secondo mandato, sebbene non previsto dalla Costituzione, come abbiamo imparato in anni recenti con i bis di Napolitano e Mattarella, non è neppure vietato. La peculiarità del settennato al Quirinale è il cosiddetto semestre bianco, che vieta al presidente di sciogliere le Camere a sei mesi dalla scadenza del proprio mandato, per evitare vuoti istituzionali.

La suggestione francese

In temi di Colle e riforme, la sempiterna suggestione dei politici italiani, dal presidente Giovanni Gronchi in poi, è dare più poteri al Quirinale. Tra le ipotesi più in voga per ottenerli c'è quella, più soft di modelli come quello americano, del semipresidenzialismo alla francese. Un sistema dunque a metà tra la nostra Repubblica Parlamentare, in cui il potere è in mano alle Camere, e il presidenzialismo puro, in cui il potere è tutto in mano a un presidente eletto direttamente dai cittadini. Il presidente della Repubblica francese è il capo dello Stato, eletto direttamente dal popolo, ma i poteri dello Stato sono condivisi con il primo ministro, che è di sua nomina ma risponde al parlamento eletto a sua volta dai cittadini. Da sempre suggestione della destra italiana, il modello francese era stato per anni la proposta ufficiale di Alleanza Nazionale e tale è rimasta, se è vero che l'ultima proposta in tal senso è stata presentata lo scorso maggio da Fratelli d'Italia. Nel programma di governo del centrodestra licenziato nei giorni scorsi da Forza Italia, Fratelli d'Italia e Noi Moderati, però, alla voce 'Riforme istituzionali, della giustizia e della Pubblica Amministrazione secondo Costituzione' si legge soltanto una proposta generica: 'Elezione diretta del Presidente della Repubblica'. In ogni caso le proposte di riforma del titolo II che ancora aspettano di essere discusse ci sono già e non sono soltanto appannaggio della destra.

Le proposte presentate

Pd - L'ultima bozza arrivata in Parlamento in tema di riforma della Costituzione in funzione presidenzialista, a sorpresa, è del Pd. I firmatari sono Zanda, Parrini e Bressa, e l'obiettivo dichiarato dal loro testo è quello di introdurre nella Carta il divieto del secondo mandato per il presidente della Repubblica ed eliminare lo strumento del semestre bianco. 

Lega - Roberto Calderoli aveva presentato a ottobre 2019 un disegno di legge sull'elezione a suffragio universale e diretto del Presidente della Repubblica, che nella bozza proposta potrebbe avere minimo 40 e non 50 anni come ora, e l'abolizione dei senatori a vita. Il mandato resterebbe di 7 anni ma, all'opposto della richiesta del Pd, la Lega vorrebbe istituzionalizzare, rendendola esplicita, la possibilità di un secondo mandato. 

FdI - Anche Fratelli d'Italia si è già mossa da tempo per presentare, in Senato, una sua proposta di riforma delal Costituzione in materia di elezione del Presidente. L'obiettivo è l'elezione diretta, a suffragio universale e diretto. Fratelli d'Italia nella bozza presentata indica anche le modalità: è eletto il candidato che ha ottenuto la metà più uno dei voti validamente espressi. Qualora nessun candidato abbia conseguito la maggioranza, si procede con il ballottaggio (il quattordicesimo giorno successivo si procede a una seconda votazione tra i due candidati che hanno conseguito il maggior numero di voti). 

Coraggio Italia - Gaetano Quagliariello lo scorso anno presentò un disegno di riforma che propone l'introduzione del sistema del Cancellierato: l'elezione avviene in Parlamento come ora, ma  avviene attraverso un voto di fiducia a Camere riunite e introduce la sfiducia costruttiva, ovvero si può votare la sfiducia del governo soltanto contestualmente a una proposta di fiducia nei confronti di un nuovo governo. 

Movimento 5 Stelle - L'ultima proposta da analizzare è quella che giace in Parlamento dal 2019 a firma Cinquestelle Anche il Movimento 5 stelle (firmatari Perilli e Patuanelli). Anche in questo caso si prevede l'abbassamento dell'età minima per l'elezione alla carica di Presidente della Repubblica a quarant'anni. Da questa bolgia di proposte, il nuovo Parlamento dovrà pur partire per mettere finalmente le mani, dopo decenni di dibattiti, veti e proposte, attorno al Titolo II della nostra Carta per l'elezione del Presidente. Sullo sfondo resta però l'ultima opzione, quella che ha sempre vinto finora: resti tutto com'è come dal 27 dicembre 1947, quando entrò in vigore la Costituzione Italiana. Una 75enne tutto sommato in splendida forma.