Camera, la maledizione dei presidenti: dalla Pivetti a Fini, quante carriere finite

Nella Prima Repubblica la terza carica dello Stato era il trampolino di lancio per il Quirinale. Dal 1994, invece, tanti nomi bruciati

Roma - Ah, la Terza carica dello Stato! Dicono che da tempo, più o meno dal ’94 ad oggi, quella poltrona non sia foriera di grande fortuna, anzi. Che ci sia, insomma, una sorta di ‘maledizione dei presidenti’ che incombe su quel ruolo, molto ambito nella prima Repubblica e poi - invece- accolto con gesti scaramantici da chi viene indicato come nuovo presidente.

Pivetti, Violante, Bertinotti, Fini, Boldrini, Fico. L’elenco dei tarantolati da Montecitorio è lungo. Esattamente il contrario di quello che avveniva nella prima Repubblica, dove lo scranno più alto di Montecitorio è stato il trampolino di lancio per il Quirinale: così è stato per Giovanni Gronchi, Giuseppe Saragat, Giovanni Leone, Sandro Pertini, Oscar Luigi Scalfano e Giorgio Napolitano. Nessuna leggenda, nessuna credenza popolare. Più semplicemente si tratta di una semplice analisi della cronistoria politica degli ultimi presidenti della Camera. 

Tutto è iniziato con Irene Pivetti, diventata a 31 anni la più giovane presidente della Camera di sempre. Nel 1994 la Lega impose la sua nomina dopo aver vinto le elezioni con Berlusconi. Sembrava l’inizio di una straordinaria carriera politica. È stata la sua fine. La legislatura durò solo due anni e nel ‘96 Pivetti fu addirittura espulsa dalla Lega Nord.

Irene Pivetti (ImagoE)
Irene Pivetti (ImagoE)

Unica eccezione alla regola della ‘maledizione’ è rappresentata da Pier Ferdinando Casini, che poi è stato pure ad un passo dalla Presidenza della Repubblica. E chissà che non gli ricapiti.Non è sfuggito alla ‘maledizione’ ad esempio Fausto Bertinotti, che diventò presidente della Camera grazie al 5,8% ottenuto da Rifondazione Comunista alle Politiche del 2006.

Fausto Bertinotti, 82 anni, storico segretario di Rifondazione comunista
Fausto Bertinotti, 82 anni, storico segretario di Rifondazione comunista

Una sorte migliore non è poi toccata a Gianfranco Fini che, dopo aver cavalcato l’onda del giustizialismo e aver fatto cadere il quarto governo Berlusconi nel 2011, è finito egli stesso nel tritacarne dei processi per colpa della famosa ‘casa di Montecarlo’.

Gianfranco Fini
Gianfranco Fini

Stessa musica, più o meno, per Laura Boldrini, e poi per il grillino Roberto Fico, che a parte le bacchettate a Salvini sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza (il caso ‘Diciotti’ soprattutto’) non ha certo brillato in azioni politiche personali.

Il presidente della Camera, Laura Boldrini
Il presidente della Camera, Laura Boldrini

E dire che nella prima Repubblica sedersi sulla poltrona più alta di Montecitorio era come vincere la lotteria della politica italiana. Dal 1948 al 1994 sei presidenti della Camera su otto sono andati poi al Quirinale. A partire da Sandro Pertini, forse il presidente più amato della storia italiana, ma anche i democristiani Giovanni Gronchi e Giovanni Leone, come pure il socialdemocratico Giuseppe Saragat che presiedette l’Assemblea Costituente nel 1946 (la Camera del momento) situata proprio a Montecitorio.

Sandro Pertini
Sandro Pertini

Ogni volta che i partiti hanno dovuto scegliere una figura super partes, un politico slegato dalla maggioranza da nominare come presidente della Repubblica, hanno guardato quasi sempre a Montecitorio. Soprattutto nei momenti di crisi. Nell’Italia del 1992 traumatizzata da Tangentopoli e dagli attentati di Mafia, subito dopo la strage di Capaci, i partiti scelsero Oscar Luigi Scalfaro, pescandolo proprio da Montecitorio. Stesso discorso per Giorgio Napolitano: presidente della Camera dal 1992 al 1994, è stato il primo capo di Stato a a essere rieletto. La prima nel 2006, la seconda nel 2013.

Giorgio Napolitano (Ansa)
Giorgio Napolitano (Ansa)

E chi non è andato al Quirinale è passato comunque alla storia della politica italiana. Nilde Iotti, moglie dello storico segretario del partito comunista Palmiro Togliatti, è stata la prima donna a ricoprire la terza carica dello Stato e la presidente più longeva. Tredici anni, dal 1979 al 1992. Più o meno gli stessi anni in cui Margaret Thatcher governava il Regno Unito. Nilde Iotti era la nostra lady di ferro. Ce ne sarà mai un’altra come lei? Chissà…

Nilde Iotti
Nilde Iotti