Mercoledì 24 Aprile 2024

Elezioni 2022, la corsa dei piccoli partiti (che ce l'hanno fatta)

Da Noi Moderati a Unione Popolare. A un passo dal raggiungere le firme anche il fenomeno Italexit

Luigi De Magistris, Gianluigi Paragone e Giovanni Toti

Luigi De Magistris, Gianluigi Paragone e Giovanni Toti

È la famosa categoria “altri”, quella che spesso i sondaggisti mettono in fondo alla lista dei risultati. Dentro c’è un po’ di tutto. Soprattutto chi ambisce non solo a raggiungere l’agognata quota del 3%, che dà diritto ad una rappresentanza parlamentare, ma che sono riusciti a presentarsi ‘per davvero’ alle elezioni, avendo superato una numerosa serie di ostacoli burocratici, amministrativi, tecnici. Tra tutti “gli altri“, non sono molti i raggruppamenti che sono molti infatti riusciti a presentare le firme. Tre su tutti: I centristi del centrodestra, Italexit di Gianluigi Paragone e la lista di sinistra-sinistra 'Unione popolare'. Quella per capirsi guidata dall’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

I centristi del centrodestra

I centristi del centrodestra ce l’hanno fatta, anche se c’è da dire che nella categoria ‘altri’ i sondaggisti non contano mai i ‘piccoli’ del centrodestra. Parliamo di quattro raggruppamenti che poi si sono fusi in un solo mega listone “Noi moderati”, la lista unitaria tra Noi con l’Italia, Coraggio Italia, Italia al centro e Udc, con tutti i simboli finiti insieme in un guazzabuglio – almeno grafico – assai indigesto.

Non riusciranno a essere il primo partito ma potrebbero portare ‘in dote’ al centrodestra quel 2-3% che separa la sua probabile affermazione dalla maggioranza assoluta dei seggi ai due terzi del totale. Ci sono poi una serie di liste e listarelle ‘locali’, che cioè si presenteranno solo in alcune regioni (Noi campani di Clemente Mastella in Campania, i Moderati di Giacomo Portas in Piemonte, etc.).

Gli esponenti più noti di "Noi moderati" sono il governatore della Liguria Giovanni Toti, il leader di 'Noi con l’Italia' Maurizio Lupi più altri politici comunque noti, come il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.

Il fenomeno Italexit

È in vista del raggiungimento delle firme anche Italexit, la formazione euroscettica fondata a guidata dal giorn alista Gianluigi Paragone. Ne abbiamo già parlato in un articolo per lo ‘Speciale elezioni’ di Qnet. Quotata dal 2 al 4%, la creatura del senatore Gianluigi Paragone (entrato in parlamento nel 2018 con la Lega) ha vissuto anch’essa, però, forti momenti di trepidazione dovuti alla firme da raccogliere (37.500 in tutt’Italia, da ottenere collegio per collegio, circoscrizione per circoscrizione).

In ogni caso Paragone sarà candidato alla Camera nella circostrizione di Lecce, mentre un’altra candidata "eccellente", la ex vice-questore no-vax Nunzia Schillirò correrà al Senato in Campania. Ha suscitato interesse anche la notizia, diffusa nelle ultime ore, secondo cui nelle liste di Italexit trovano posto anche alcuni esponenti della formazione neofascista Casapound, oltre al fatto che sempre intorno a Italexit gravitano una serie di esponenti di umanità varia, tutti riconducibili a gruppi complottisti, no vax, euroscettici, antichi capipopolo della sinistra ex comunista: una galassia di partiti e movimenti contro il "mainstream" e il "pensiero unico", come lo chiamano loro, più o meno strutturati e diffusi.

C’è vita a sinistra

A sinistra-sinistra sta per vincere la corsa alle firme anche di Unione popolare, promossa da Rifondazione comunista (erede, in sedicesimi, della vecchia, e storica, Rifondazione comunista di Garavini, Cossutta e Bertinotti) e Potere al popolo (lista a sua volta presente alle Politiche del 2018, che raccoglie esperienze trotzkiste e di centri sociali). La lista è guidata dall’ex sindaco di Napoli, per due legislature, ed ex candidato alle regionali in Calabria, oltre che ex pm (sempre in Calabria), Luigi De Magistris, il cui nome è stato apposto nel simbolo assieme all’arcobaleno pacifista.

Oltre 600 banchetti tenuti in tutta Italia anche per loro e alcune candidature già pronte: gli storici Piero Bevilacqua (meridionalista), Angelo d’Orsi (contemporaneista), la giornalista del Tg2 Chiara Prato, la ex assessora della giunta Raggi a Roma, ed ex M5s, Pinuccia Montanari. Tra le proposte le loro proposte c’è un mix del (vecchio) classico di ogni sinistra ‘radicale’ che si rispetti: salario minimo a 10 euro l’ora e blocco del costo delle bollette. L’ex sindaco di Napoli potrebbe candidarsi nel collegio della sua città e in Calabria, dove lo scorso anno, in solitaria, aveva preso il 16% come candidato presidente.