Carlo Calenda e Emma Bonino alla Stampa Estera durante la conferenza stampa organizzata da Azione-Pi� Europa, Roma, 25 Luglio 2022. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Carlo Calenda ed Emma Bonino (Ansa)

Roma, 25 luglio 2022 - Grandi manovre nel Pd e nel campo (non più tanto largo) di centrosinistra in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. I riflettori sono oggi su Carlo Calenda che, a margine della presentazione del Patto repubblicano, spende parole al miele per Enrico Letta. "È una persona seria - dice -  e siamo disponibili a discutere con tutti sulle cose da fare". Gelo invece su Di Maio: "Non so di chi si stia parlando, non so di chi si parla, non mi risulta", risponde a chi gli chiede del leader Ipf come possibile partner alle elezioni. Pronta la replica di Di Maio "Essere uniti, fra coloro che hanno provato a salvare il governo di unità nazionale, è un valore. Ci lavoreremo, poi gli italiani decideranno".  Giorgia Meloni al centrodestra: "Accordo sul premier o niente alleanza" Sondaggi politici oggi: chi vincerebbe dopo la caduta di Draghi. M5s sotto il 10%  Per Calenda l'alleanza è possibile sull'agenda Draghi. Uno dei punti cardine, nervo scoperto dei 5 Stelle che ha contribuito all'apertura della crisi, è il tema dei rigassificatori. "Se il Pd non vuole il rigassificatore non vuole l'agenda Draghi", chiarisce il leader di Azione. "Almeno che qualcuno non spieghi come si fa a liberarsi dal gas russo senza avere un rigassificatore. L'agenda Draghi prevede un rigassificatore, che vogliono fare?", conclude Calenda. Che trova subito sostegno nella ministra Mariastella Gelmini. "Ho letto il manifesto di Azione. Europeismo e atlantismo, infrastrutture, Pnrr, industria 4.0, revisione del reddito di cittadinanza. È l'agenda Draghi ed è quello che serve all'Italia. Carlo Calenda io ci sono, vediamoci". E il leader di Azione raccoglie l'invito: "Un incontro con la Gelmini? Con grande piacere".  Sommario  Zingaretti e il Pd Renzi Bonaccini Forza Itala perde altri pezzi  Zingaretti e il Pd "Io candidato in Parlamento? Guardi dipende molto dal mio partito", dichiara stamattina Nicola Zingaretti a Radio Anch'io. "Io sono amministratore grazie ai cittadini della mia comunità ormai da 14 anni perché abbiamo sempre vinto insieme le elezioni. Io sono a disposizione di un progetto politico, poi dipenderà da Enrico, dal gruppo dirigente del Pd", aggiunge. "La mia consiliatura è finita, perché nel Lazio dopo due mandati non ci si può ricandidare e penso che due mandati per un presidente di regione siano sufficienti", dice ancora. "Sicuramente combatterò, strada per strada e nelle piazze per ridare speranza a questo paese che è la mia gente e alla mia comunità", conclude. Poche ore dopo, a margine di un evento in Campidoglio, Zingaretti interviene anche a proposito di sue eventuali dimissioni da governatore della Regione Lazio: "Io credo che anche per il rispetto della legge questo problema ce lo porremo dopo l'eventuale elezione al Parlamento se sarò candidato: sia perché lo prevede la legge in caso di incompatibilità, sia per non scaricare sul governo regionale e sui cittadini del Lazio fibrillazioni e crisi che non dipendono da noi, ma dal quadro politico nazionale".  A proposito del modello Lazio, Zingaretti pare rilanciare il campo largo, quanto meno per la regione da lui governata. "La maggioranza nel Lazio è morta? È vero esattamente l'opposto", dichiara. "Malgrado una oggettiva crisi nazionale della maggioranza parlamentare nel Lazio c'è una maggioranza larga e unita da un programma che sta attuando tutti i giorni a favore delle famiglie, delle imprese e della nostra comunità", spiega. "Mi auguro, ma questo dipenderà dai protagonisti della futura avventura, che questa maggioranza larga che ha ben governato il Lazio si confermi e si riproponga per vincere". I dem, nel frattempo, hanno convocato per domani la Direzione nazionale del Partito. Si parte martedì 26 luglio dalle ore 9 in modalità ibrida, nella sede di via Sant'Andrea delle Fratte 16. All'ordine del giorno l'analisi della situazione politica, le elezioni e il regolamento per le candidature. La relazione e la replica del segretario saranno trasmesse in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale Youtube del PD. Renzi Bonaccini Intanto, è Matteo Renzi a dare un consiglio ad Enrico Letta sulla via del voto. Il segretario Pd è il candidato premier migliore?, gli viene chiesto durante un'intervista al Corriere. "Decida lui - risponde il leader di Italia Viva -. Fossi al suo posto sceglierei uno bravo a vincere le elezioni che sembravano già che sembravano già perse: Stefano Bonaccini". E spiega i motivi: "Ha preso il voto dei moderati e quello degli estremisti di sinistra, ha fermato Salvini nel momento in cui sembrava impossibile". Un endorsement esterno su cui taglia corto lo stesso Bonaccini. "Queste sono cose che non contano davvero nulla", si limita a commentare il governatore a proposito delle parole del leader di Italia Viva. Piuttosto, aggiunge subito, "mi auguro che si riesca a mettere insieme una coalizione che abbia alcuni capisaldi dal punto di vista programmatico, che possa partire come perimetro su cui costruire l'alleanza da coloro che hanno dato la fiducia al Governo Draghi pochi giorni fa". Forza Italia perde altri pezzi Continua a perdere pezzi alla Camera Forza Italia. È fuga di 'gelminiani'. Di stamattina l'addio di Annalisa Baroni. "La posizione politica assunta dal partito in piena crisi di governo è stata sconcertante - dice la deputata -. Mai mi sarei aspettata che Fi scippasse a Conte e ai 5s la responsabilità di far cadere l'esecutivo, condannando il Paese all'instabilità e mettendo a rischio importanti provvedimenti a favore di famiglie e ceti produttivi", aggiunge. "Non mi riconosco più in questa Fi, che ormai da tempo insegue Salvini e il suo populismo", dice ancora. E conclude: "Ha ragione Mariastella Gelmini quando dice che in Forza Italia non c'è più spazio per i moderati. Da oggi non faccio più parte di Forza Italia e lascio ogni carica all'interno del partito". Nel pomerigio l'addio di Giusy Versace. I motivi sono analoghi. "Era nostro dovere garantire stabilità al Paese e continuità a questo governo che ben stava lavorando, portando al termine naturale la legislatura, fra qualche mese, con altruismo e coerenza", recita la nota dell'ormai ex deputata azzurra. "Mai avrei immaginato di terminare questa legislatura con tale amarezza e delusione, sentimenti che oggi mi portano a lasciare il gruppo ed a dimettermi dagli incarichi che mi sono stati affidati ringraziando per la fiducia che mi è stata riposta", conclude Versace.

Politica

Roma, 25 luglio 2022 - Grandi manovre nel <a href="https://www.quotidiano.net/elezioni/elezioni-pd-alleanza-1.7917789">Pd</a>&nbsp;e nel campo (non più tanto largo) di centrosinistra in vista delle elezioni politiche del 25 settembre.&nbsp;I riflettori sono oggi su&nbsp;Carlo Calenda che, a margine della presentazione del Patto repubblicano, spende parole al miele per Enrico Letta. "È&nbsp;una persona seria - dice -&nbsp; e siamo disponibili a discutere con tutti sulle cose da fare". Gelo invece su Di Maio: "Non so di chi si stia parlando, non so di chi si parla, non mi risulta", risponde a chi gli chiede del leader Ipf&nbsp;come possibile partner alle elezioni. Pronta la replica di Di Maio "Essere uniti, fra coloro che hanno provato a salvare il governo di unità nazionale, è un valore. Ci lavoreremo, poi gli italiani decideranno".&nbsp; 
<a href="https://www.quotidiano.net/elezioni/meloni-premier-1.7919700">Giorgia Meloni al centrodestra: "Accordo sul premier o niente alleanza"</a> 
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Per Calenda l'alleanza è possibile sull'agenda Draghi. Uno dei punti cardine, nervo scoperto dei 5 Stelle che ha contribuito all'apertura della crisi, è il tema dei rigassificatori. "Se il Pd non vuole il rigassificatore non vuole l'agenda Draghi", chiarisce il leader di Azione. "Almeno che qualcuno non spieghi come si fa a liberarsi dal gas russo senza avere un rigassificatore. L'agenda Draghi prevede un rigassificatore, che vogliono fare?", conclude Calenda. Che trova subito sostegno nella ministra Mariastella Gelmini. "Ho letto il manifesto di Azione. Europeismo e atlantismo, infrastrutture, Pnrr, industria 4.0, revisione del reddito di cittadinanza. È l'agenda Draghi ed è quello che serve all'Italia. Carlo Calenda io ci sono, vediamoci". E il leader di Azione raccoglie l'invito: "Un incontro con la Gelmini? Con grande piacere".&nbsp; 
Sommario 
<ul> 
 <li><a href="#partito democratico" rel="nofollow">Zingaretti e il Pd</a></li> 
 <li><a href="#renzi bonaccini" rel="nofollow">Renzi Bonaccini</a></li> 
 <li><a href="#forza italia" rel="nofollow">Forza Itala perde altri pezzi</a></li> 
</ul> 
<h2 class="title-paragraph"><a id="partito democratico" name="partito democratico" rel="nofollow">Zingaretti e il Pd</a></h2> 
"Io candidato in Parlamento? Guardi dipende molto dal mio partito", dichiara&nbsp;stamattina Nicola Zingaretti a Radio Anch'io.&nbsp;"Io sono amministratore grazie ai cittadini della mia comunità ormai da 14 anni perché abbiamo sempre vinto insieme le elezioni. Io sono a disposizione di un progetto politico, poi dipenderà da Enrico, dal gruppo dirigente del Pd", aggiunge. "La mia consiliatura è finita, perché nel Lazio dopo due mandati non ci si può ricandidare e penso che due mandati per un presidente di regione siano sufficienti", dice ancora. "Sicuramente combatterò, strada per strada e nelle piazze per ridare speranza a questo paese che è la mia gente e alla mia comunità", conclude. 
Poche ore dopo, a margine di un evento in Campidoglio, Zingaretti interviene anche a proposito di sue&nbsp;eventuali dimissioni da governatore della Regione Lazio: "Io credo che anche per il rispetto della legge questo problema ce lo porremo dopo l'eventuale elezione al Parlamento se sarò candidato: sia perché lo prevede la legge in caso di incompatibilità, sia per non scaricare sul governo regionale e sui cittadini del Lazio fibrillazioni e crisi che non dipendono da noi, ma dal quadro politico nazionale".&nbsp; 
A proposito del modello Lazio, Zingaretti pare rilanciare il campo largo, quanto meno per la regione da lui governata. "La maggioranza nel Lazio è morta? È vero esattamente l'opposto", dichiara. "Malgrado una oggettiva crisi nazionale della maggioranza parlamentare nel Lazio c'è una maggioranza larga e unita da un programma che sta attuando tutti i giorni a favore delle famiglie, delle imprese e della nostra comunità", spiega. "Mi auguro, ma questo dipenderà dai protagonisti della futura avventura, che questa maggioranza larga che ha ben governato il Lazio si confermi e si riproponga per vincere". 
I dem, nel frattempo, hanno convocato per domani la Direzione nazionale del Partito. Si parte martedì 26 luglio dalle ore 9 in modalità ibrida, nella sede di via Sant'Andrea delle Fratte 16. All'ordine del giorno l'analisi della situazione politica, le elezioni e il regolamento per le candidature. La relazione e la replica del segretario saranno trasmesse in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale Youtube del PD. 
<h2 class="title-paragraph"><a id="renzi bonaccini" name="renzi bonaccini" rel="nofollow">Renzi Bonaccini</a></h2> 
Intanto, è Matteo Renzi a dare un consiglio ad Enrico Letta sulla via del voto. Il segretario Pd è il candidato premier migliore?, gli viene chiesto durante un'intervista al Corriere.&nbsp;"Decida lui - risponde il leader di Italia Viva -. Fossi al suo posto sceglierei uno bravo a vincere le elezioni che sembravano già&nbsp;che sembravano già perse: Stefano Bonaccini". E spiega i motivi: "Ha preso il voto dei moderati e quello degli estremisti di sinistra, ha fermato Salvini nel momento in cui sembrava impossibile". 
Un endorsement esterno su cui taglia corto lo stesso Bonaccini. "Queste sono cose che non contano davvero nulla", si limita a commentare il governatore a proposito delle parole del leader di Italia Viva. Piuttosto, aggiunge subito, "mi auguro che si riesca a mettere insieme una coalizione che abbia alcuni capisaldi dal punto di vista programmatico, che possa partire come perimetro su cui costruire l'alleanza da coloro che hanno dato la fiducia al Governo Draghi pochi giorni fa". 
<h2 class="title-paragraph"><a id="forza italia" name="forza italia" rel="nofollow">Forza Italia perde altri pezzi</a></h2> 
Continua a perdere pezzi alla Camera Forza Italia. È fuga di 'gelminiani'. Di stamattina l'addio di Annalisa Baroni. "La posizione politica assunta dal partito in piena crisi di governo è stata sconcertante - dice la deputata -. Mai mi sarei aspettata che Fi scippasse a Conte e ai 5s la responsabilità di far cadere l'esecutivo, condannando il Paese all'instabilità e mettendo a rischio importanti provvedimenti a favore di famiglie e ceti produttivi", aggiunge. "Non mi riconosco più in questa Fi, che ormai da tempo insegue Salvini e il suo populismo", dice ancora. E conclude: "Ha ragione Mariastella Gelmini quando dice che in Forza Italia non c'è più spazio per i moderati. Da oggi non faccio più parte di Forza Italia e lascio ogni carica all'interno del partito". 
Nel pomerigio l'addio di Giusy Versace. I motivi sono analoghi. "Era nostro dovere garantire stabilità al Paese e continuità a questo governo che ben stava lavorando, portando al termine naturale la legislatura, fra qualche mese, con altruismo e coerenza", recita la nota dell'ormai ex deputata azzurra. "Mai avrei immaginato di terminare questa legislatura con tale amarezza e delusione, sentimenti che oggi mi portano a lasciare il gruppo ed a dimettermi dagli incarichi che mi sono stati affidati ringraziando per la fiducia che mi è stata riposta", conclude Versace. 
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