Venerdì 19 Aprile 2024

Il pagellone elettorale dei Socialisti Gaudenti del 21 agosto

Ecco la rubrica satirica settimanale a cura dei Socialisti Gaudenti

Il pagellone elettorale dei Socialisti Gaudenti

Il pagellone elettorale dei Socialisti Gaudenti

Salvini, 3: sceglie lo slogan “Credo” con cui ha tappezzato le città italiane. Credere, perché pensare costa troppa fatica

Letta, 4: la composizione delle liste del Pd ci ricorda come Oronzo Canà faceva la formazione. Qualche bella novità c'è, ma sembra fare come quelli che al fantacalcio lasciano in panchina chi fa la tripletta. Per adesso gli occhi della tigre non si vedono. Un voto in meno per non averci messo in un collegio sicuro

Casini, 10: contro tutto e tutti, sarà ricandidato nell’uninominale di Bologna. Sembra quasi un esperimento sociale del centrosinistra per capire fino a che punto resisteranno gli elettori del capoluogo emiliano. Lui però è vecchia scuola, tira dritto e lo vedremo ancora fare comizi tra i poster di Gramsci, Di Vittorio e Berlinguer

Giuditta Pini, 10: non ricandidata dal Pd dopo quasi 10 anni di onorato servizio. Se oggi si parla di congedo parentale, riduzione del gender gap, se tanti rifugiati e rifugiate sono riusciti ad approdare in un porto sicuro in questi anni, lo si deve anche e soprattutto alle battaglie di Giuditta Pini dentro e fuori dal Parlamento. Ce ne fossero come lei…

Meloni, 7: “non siamo fascisti” e subito dopo esce un video della tv francese degli anni ‘90 in cui Meloni tesseva le lodi del Duce. La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all’isola di Lampedusa: vincere! E vinceremo! Noi comunque continuiamo a darle voti alti perché non si sa mai

Conte, 3: i risultati delle parlamentarie tenutesi il 16 agosto dovevano essere pubblicati la sera stessa. Sono usciti il 19: al M5S pure i server sono in ferie. Poteva starsene a casa, in pantofole, ed essere ricordato come il Presidente del Consiglio che ha ben governato l’Italia in pandemia, ha deciso di partecipare a questo reality show delle elezioni che non è, evidentemente, il suo mestiere

Calenda, 5: voleva fare er botto, i sondaggi più favorevoli danno il terzo polo al 5%. Ormai anche i suoi tweet hanno perso smalto, sarà dura arrivare a fine settembre. Tra poco lo riconosceremo solo perché ai confronti tv sarà quello con la polo

De Magistris, 1: ha lanciato la sua Unione Popolare, il popolo però pare non essersene accorto

Di Maio, 6: propone Zero IVA su pane e pasta. Se ci aggiungesse aggiungerebbe la pizza avrebbe avesse molti voti in più: potrebbe potesse arrivare al 2%

Renzi, 4: insiste con la storia del sindaco d'Italia, come Segni nel ‘94 che pure rappresentava il terzo polo. Io avevo 3 anni nel 1994, però ho visto la serie di Stefano Accorsi, spoiler: non finì bene

Toti, 6: gli stiamo dando questo voto solo per riempire lo spazio vuoto che se no ci sarebbe stato nel pagellone, che è la stessa ragione per cui troveremo il suo nome sulla scheda elettorale

Cirinnà, 4: candidata in un collegio difficile, prima rinuncia dicendo che non è adatto ai suoi temi, poi ci ripensa dicendo, testuali parole, "Accetto, come un gladiatore e tiro fuori questi occhi di tigre, e più degli occhi di tigre, sicuramente la mia criniera". La tigre con la criniera deve essere una creatura mitologica che sta tra gli unicorni e il terzo polo