Nuovo governo, il toto-ministri: per Salvini niente Viminale

Con Giorgia Meloni premier, al leghista potrebbe andare la vicepresidenza del Consiglio. Per gli Interni ipotesi Matteo Piantedosi. Gli altri nomi: da Fabio Panetta a Luigi Buttiglione. Belloni per le quote rosa. Idea Berlusconi al Senato

Roma, 26 settembre 2022 - Ma come sarà composto il governo a trazione Giorgia Meloni? Chi ne farà parte? Comincia la danza che ci accompagnerà per un po’ di tempo (non molto: troppe le urgenze in campo). Una danza che porta il nome di “totoministri“, che fa girare la testa per l’intrecciarsi dei nomi, che fa palpitare i cuori dei pretendenti e che fa scendere o salire gli umori in men che non si dica. Ma, a parte i sentimenti, vediamo di tracciare un primo (anche se, ovviamente, non esaustivo) quadro della situazione. Casella delicatissima (sia per il ruolo che conferisce un enorme potere, sia per gli equilibri della maggioranza) è quella del ministero dell’Interno. È risaputo che è il sogno di Salvini, ma tale dovrebbe restare. Il che non vuol dire che il leader (ammaccato) della Lega non siederà al governo. Ma non al Viminale (a meno di clamorose smentite), bensì alla vicepresidenza del Consiglio.

Da sinistra Giorgetti, Belloni, Salvini. Sotto Tremonti, Crosetto, Piantedosi
Da sinistra Giorgetti, Belloni, Salvini. Sotto Tremonti, Crosetto, Piantedosi

Per la casella Interno gira con insistenza il nome di Matteo Piantedosi, prefetto di Roma, anche se non si esclude ancora del tutto quello di Adolfo Urso, numero uno del Copasir (l’organismo di controllo del Parlamento sui servizi segreti), senatore e deputato di lungo corso molto apprezzato da Giorgia Meloni per le sue capacità di mediazione. Altra casella estremamente delicata è quella che attiene ai dicasteri economici. Fabio Panetta, membro del consiglio direttivo della Bce, potrebbe andare all’Economia. Anche se in molti (su tutti Mario Draghi) lo vorrebbero alla guida di Bankitalia. In tal caso è pronto Luigi Buttiglione, già funzionario di via Nazionale e poi della banca di investimento Brevan Howard. Vi chiederete: e Giulio Tremonti? Per lui nulla di... economico, ma sarebbe possibile una collocazione di prestigio come i Beni Culturali.

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Altro rebus riguarda Guido Crosetto. Per uno dei fondatori di Fratelli d’Italia, grande amico oltre che superconsigliere della Meloni, tutte le strade sono aperte. Il borsino pende per la Difesa, ma non è escluso il Lavoro. Lui esclude qualunque incarico e ribadisce di voler stare lontano dalla politica attiva (non si è nemmeno candidato). Chi lo conosce azzarda però un ruolo di supremo mediatore. Una sorta di Gianni Letta, per capirsi, in salsa meloniana. Altro nome di peso, quello di Elisabetta Belloni (per gli Esteri), dal 2021 direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, il dipartimento presso la Presidenza del Consiglio con compiti di coordinamento e vigilanza sulle attività dei servizi segreti italiani. Posti assicurati per i leghisti Giancarlo Giorgetti (Mise?), Massimo Garavaglia, Gian Marco Centinaio (Agricoltura?). Per le presidenze di Palazzo Madama e Montecitorio varie le possibilità. Si parla di un Senato guidato da Silvio Berlusconi o Anna Maria Bernini (se di colore azzurro)  o da Roberto Calderoli (se di colore verde-Lega). E  Montecitorio? Si parla del coordinatore di FI Antonio Tajani – ovviamente se a Palazzo Madama non dovesse andare un forzista – o di un fedelissimo di Salvini. Su cui nome, però, si mantiene uno stretto riserbo.

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