Silvio Berlusconi esce dai gruppi parlamentari di Montecitorio e risponde alle domande dei giornalisti a Roma, 18 ottobre 2022.   ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

Silvio Berlusconi (Ansa)

Zelensky ha torto marcio, Putin ha fatto di tutto per evitare la guerra e un Occidente senza veri leader ci ha messo del suo per far precipitare la situazione. Si può riassumere così, in soldoni, la seconda puntata della Berlusconeide alla Camera. Che scuote il centrodestra, irrita la Meloni, scatena l’affondo delle opposizioni, e rende impervia la strada di Antonio Tajani verso la Farnesina. Sì, perché Silvio nel nuovo audio registrato martedì nella riunione con i suoi deputati non si limita a svelare di aver riallacciato i rapporti con lo Zar, come ha fatto nella prima puntata, ma rilancia la ricostruzione russa del conflitto. Racconta infatti – tra gli applausi del gruppo FI – che è stato il presidente ucraino a stracciare gli accordi di Minsk e ad attaccare ripetutamente il Donbass provocando 6-7mila morti, costringendo le Repubbliche offese ad invocare l’aiuto di Mosca di Vladimir che, a malincuore, si è inventato un’operazione per rovesciare il regime.  E pensare che in mattinata il barometro nell’alleanza di centrodestra, sembrava volgere al bello, con il rebus del governo quasi risolto. Complice l’intervento del solito ’comitato di salute pubblica’ (figli e amici più fidati del Cavaliere) Carlo Nordio, guidato da Gianni Letta si era presentato a Villa Grande per un incontro "lungo e molto cordiale". Semaforo se non proprio verde, quasi: " I programmi di FI e FdI sono molto allineati, io sono pronto a fare il ministro", raccontava alla fine l’ex magistrato. Altrettanto serena la ’contendente’ forzista, Elisabetta Casellati: "A decidere saranno i leader di centrodestra". Insomma, dopo aver sfogato l’irritazione per quei titoli di giornale che lo davano "battuto", "andato a Canossa", insomma finito, Berlusconi – pago di aver smentito a suon di cannonate le analisi – era pronto a ricucire il dialogo. Certo non gratuitamente, bensì convinto che la mancata assegnazione della presidenza di una delle due Camere al partito dovesse essere pagata con ministeri sonanti. Ma la soluzione all’ora di pranzo stava lì, squadernata di fronte a tutti: il dicastero dell’Agricoltura lasciato libero dal leghista Centinaio, eletto vicepresidente a Montecitorio. Assieme a un posto da sottosegretario alla Giustizia o al Csm per Sisto. Pareva davvero questione di dettagli. Poi la bomba ad orologeria innestata il giorno prima da Berlusconi nel discorso ai deputati, esplode rilanciata in Tv e interrompe la breve tregua di Giorgia Meloni. Frasi come "l’Ucraina ha buttato al diavolo il trattato di Minsk per attaccare il Donbass". Supplicato dalle due Repubbliche "Putin si deve inventare un’operazione speciale per deporre il governo in carica". Si trova però di fronte a "una resistenza imprevista degli ucraini che hanno cominciato a ricevere armi e soldi dall’Occidente" che "non ha leader all’altezza" e la guerra "invece di 2 settimane è diventata di 200 e rotti anni". Ministri, c’è l’accordo su Nordio. Sanità, derby tra Rocca e Bertolaso Parole che dall’Italia rimbalzano in tutto il mondo rendendo il clima infuocato e l’assegnazione degli esteri a Tajani traballante. Certo, l’ex presidente del parlamento europeo si affretta a prendere le distanze dal capo: "Gli ucraini, vincitori del premio Sacharov 2022 sono un popolo di eroi che non si arrendono". Lo stesso Silvio chiama Enrico Mentana in trasmissione per pregarlo di precisare: quelle dichiarazioni vanno contestualizzate, era solo la mia preoccupazione per l’assenza di dialogo. Non basta, non può bastare: per questo in serata, il Cavaliere scrive una nota e spiega che "in 28 anni di vita politica la scelta atlantica e l’europeismo, il riferimento all’Occidente sono stati alla base del suo impegno". Avverte che nessuno, men che mai la sinistra, può mettere in discussione l’amicizia con gli Usa. E che tutto questo can-can non avrebbe ragione di esistere "se non ci fosse la pessima abitudine di trasformare la discussione politica in pettegolezzo, utilizzando frasi rubate registrate di nascosto". Rincara Ronzulli: "La talpa è un criminale". Se sarà sufficiente, dipenderà dal verdetto su Tajani che emetterà oggi il Ppe che ha chiesto un chiarimento al numero due forzista. Consultazioni al via, le mosse del Colle: Mattarella vuole blindare gli Esteri Nel frattempo, a via della Scrofa continua ad aleggiare il dubbio se Berlusconi sia fuori controllo o stia seguendo una strategia di sabotaggio precisa. Magari al punto di aver orchestrato la fuga di registrazioni. Di una cosa però – sentendo l’applauso dei forzisti al Cavaliere – Giorgia Meloni può essere certa. In politica estera la sua maggioranza sarà sempre inaffidabile.

Cronaca

Zelensky ha torto marcio, Putin ha fatto di tutto per evitare la guerra e un Occidente senza veri leader ci ha messo del suo per far precipitare la situazione. Si può riassumere così, in soldoni, la seconda puntata della Berlusconeide alla Camera. Che scuote il centrodestra, irrita la Meloni, scatena l’affondo delle opposizioni, e rende impervia la strada di Antonio Tajani verso la Farnesina. Sì, perché Silvio nel nuovo audio registrato martedì nella riunione con i suoi deputati non si limita a svelare di aver riallacciato i rapporti con lo Zar, come ha fatto nella prima puntata, ma rilancia la ricostruzione russa del conflitto. Racconta infatti – tra gli applausi del gruppo FI – che è stato il presidente ucraino a stracciare gli accordi di Minsk e ad attaccare ripetutamente il Donbass provocando 6-7mila morti, costringendo le Repubbliche offese ad invocare l’aiuto di Mosca di Vladimir che, a malincuore, si è inventato un’operazione per rovesciare il regime. 
<img alt="Silvio Berlusconi (Ansa)" data-img="/polopoly_fs/1.8200264!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_680/image.jpg" data-img-alt="Silvio Berlusconi (Ansa)" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.8200264!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" data-polopoly-id="1.8200264" data-shortcode="true" data-type="image" polopoly:contentfilepath="/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" polopoly:contentid="1.8200264" src="https://cdn.quotidiano.net/polopoly_fs/1.8200264!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" title="Silvio Berlusconi (Ansa)"> 
E pensare che in mattinata il barometro nell’alleanza di centrodestra, sembrava volgere al bello, con il rebus del governo quasi risolto. Complice l’intervento del solito ’comitato di salute pubblica’ (figli e amici più fidati del Cavaliere) Carlo Nordio, guidato da Gianni Letta si era presentato a Villa Grande per un incontro "lungo e molto cordiale". Semaforo se non proprio verde, quasi: " I programmi di FI e FdI sono molto allineati, io sono pronto a fare il ministro", raccontava alla fine l’ex magistrato. Altrettanto serena la ’contendente’ forzista, Elisabetta Casellati: "A decidere saranno i leader di centrodestra". Insomma, dopo aver sfogato l’irritazione per quei titoli di giornale che lo davano "battuto", "andato a Canossa", insomma finito, Berlusconi – pago di aver smentito a suon di cannonate le analisi – era pronto a ricucire il dialogo. Certo non gratuitamente, bensì convinto che la mancata assegnazione della presidenza di una delle due Camere al partito dovesse essere pagata con ministeri sonanti. Ma la soluzione all’ora di pranzo stava lì, squadernata di fronte a tutti: il dicastero dell’Agricoltura lasciato libero dal leghista Centinaio, eletto vicepresidente a Montecitorio. Assieme a un posto da sottosegretario alla Giustizia o al Csm per Sisto. Pareva davvero questione di dettagli. Poi la bomba ad orologeria innestata il giorno prima da Berlusconi nel discorso ai deputati, esplode rilanciata in Tv e interrompe la breve tregua di Giorgia Meloni. Frasi come "l’Ucraina ha buttato al diavolo il trattato di Minsk per attaccare il Donbass". Supplicato dalle due Repubbliche "Putin si deve inventare un’operazione speciale per deporre il governo in carica". Si trova però di fronte a "una resistenza imprevista degli ucraini che hanno cominciato a ricevere armi e soldi dall’Occidente" che "non ha leader all’altezza" e la guerra "invece di 2 settimane è diventata di 200 e rotti anni". 
<a data-img="/polopoly_fs/1.8197386!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_680/image.jpg" data-img-alt="Carlo Nordio (Ansa)" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.8197386!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" data-polopoly-id="1.8197381" data-shortcode="true" data-type="article" href="https://www.quotidiano.net/elezioni/ministri-governo-meloni-1.8197381" title="Ministri, c’è l’accordo su Nordio. Sanità, derby tra Rocca e Bertolaso">Ministri, c’è l’accordo su Nordio. Sanità, derby tra Rocca e Bertolaso</a> 
Parole che dall’Italia rimbalzano in tutto il mondo rendendo il clima infuocato e l’assegnazione degli esteri a Tajani traballante. Certo, l’ex presidente del parlamento europeo si affretta a prendere le distanze dal capo: "Gli ucraini, vincitori del premio Sacharov 2022 sono un popolo di eroi che non si arrendono". Lo stesso Silvio chiama Enrico Mentana in trasmissione per pregarlo di precisare: quelle dichiarazioni vanno contestualizzate, era solo la mia preoccupazione per l’assenza di dialogo. Non basta, non può bastare: per questo in serata, il Cavaliere scrive una nota e spiega che "in 28 anni di vita politica la scelta atlantica e l’europeismo, il riferimento all’Occidente sono stati alla base del suo impegno". Avverte che nessuno, men che mai la sinistra, può mettere in discussione l’amicizia con gli Usa. E che tutto questo can-can non avrebbe ragione di esistere "se non ci fosse la pessima abitudine di trasformare la discussione politica in pettegolezzo, utilizzando frasi rubate registrate di nascosto". Rincara Ronzulli: "La talpa è un criminale". Se sarà sufficiente, dipenderà dal verdetto su Tajani che emetterà oggi il Ppe che ha chiesto un chiarimento al numero due forzista. 
<a data-img="/polopoly_fs/1.8197355!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_680/image.jpg" data-img-alt="Sergio Mattarella, 81 anni, è al suo secondo mandato da Presidente della Repubblica" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.8197355!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" data-polopoly-id="1.8197356" data-shortcode="true" data-type="article" href="https://www.quotidiano.net/elezioni/consultazioni-governo-mattarella-1.8197356" title="Consultazioni al via, le mosse del Colle: Mattarella vuole blindare gli Esteri">Consultazioni al via, le mosse del Colle: Mattarella vuole blindare gli Esteri</a> 
Nel frattempo, a via della Scrofa continua ad aleggiare il dubbio se Berlusconi sia fuori controllo o stia&nbsp;seguendo una strategia di sabotaggio precisa. Magari al punto di aver orchestrato la fuga di registrazioni. Di una cosa però – sentendo l’applauso dei forzisti al Cavaliere – Giorgia Meloni può essere certa. In politica estera la sua maggioranza sarà sempre inaffidabile.

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