Pd, la giravolta di Cirinnà: quel collegio è perdente, non mi candido. Poi ci ripensa

La senatrice su tutte le furie per le liste Pd: annuncia di rifiutare la candidatura in un "collegio perdente", poi il dietrofront: "In tanti me l'hanno chiesto: combatterò come l'ultimo dei gladiatori"

Roma, 16 agosto 2022 - Alla fine Monica Cirinnà ci ripensa. Dopo aver annunciato stanotte di voler rifiutare la candidatura Pd nell'uninominale di Roma 4 ("un collegio perdente"), oggi cambia idea e 'si immola'. "Combattere come ultimo dei gladiatori è l'unico modo per non sottrarmi alla battaglia" per i diritti, spiega in una conferenza stampa. Non è un ripensamento "dettato da interesse, ma da amore e rispetto", arrivato sulla spinta di "tutte le persone che in queste ore mi hanno chiesto di restare". 

Resta dell'acredine per la scelta che il Partito ha fatto con il suo nome. "Cirinnà va su un collegio dato perdente, senza paracadute e senza che glielo diciamo...", riepiloga la senatrice dem, paladina dei diritti Lgbt. "Ho ricevuto uno schiaffo". 

Monica Cirinnà, senatrice dem
Monica Cirinnà, senatrice dem

Cosa è successo 

Ieri sera in tarda serata la Direzione Pd ha rotto gli indugi, rendendo note le liste elettorali. Cirinnà finisce nell'uninominale Roma 4, un collegio "perdente", dice la senatrice, sondaggi alla mano. Nessuno dei vertici l'aveva preavvisata. 

Monica Cirinnà, diventata popolare per la legge del 2016 che ha istituito in Italia le Unioni civili, racconta di averci pensato su tutta la notte. Accetterà la candidatura "perché il Pd è l'unico che può fermare questa destra oscurantista". Una decisione maturata, ha detto, nonostante "lo schiaffo" ricevuto dal suo partito, che ha avuto una gestione delle candidature "a dir poco pessima" e per la quale ha ricevuto "un'offesa molto forte". "Non è un ripensamento dettato da interesse ma da amore e rispetto per tanta gente", che ha a cuore le battaglie sui diritti, ha detto Cirinnà. 

"Ho passato una bruttissima notte, nella quale mi sono detta che preferisco uscire con dignità e combattere come l'ultimo dei gladiatori. Questo credo sia l'unico modo per non sottrarmi alle mie responsabilità, continuare l'impegno verso i malati terminali, le persone Lgbt, i bambini delle famiglie arcobaleno o verso chi è detenuto, magari in un posto orrendo come Regina Coeli". 

Le sferzate al Pd 

Resta l'amarezza per la mossa del Partito: "Mi è stata tolta la possibilità di fare la capolista al proporzionale al Senato, non sono stata valorizzata come dirigente nazionale per il lavoro che ho fatto e le competenze che ho nonostante il partito su base regionale avesse "votato in direzione all'unanimità" la proposta che prevedeva la candidatura come capolista al collegio Roma 1 e che "era valida fino a 48 ore fa". Una proposta che è diventata "carta straccia".

La senatrice lamenta di essere stata assegnata al collegio uninominale Roma 4 che "contiene territori per i quali sono sono adatta. Sono sbagliata per quei territori, e forse anche per i temi per cui mi occupo. Credo - aggiunge - che ci sia una volontà purtroppo di tenere un po' questi argomenti, i diritti, un po' taciuti". E "questo è un grande regalo fatto alla destra", ha detto, citando sondaggi che danno "danno vincitore il candidato della destra".