Ministri, c’è l’accordo su Nordio. Sanità, derby tra Rocca e Bertolaso

Per la Farnesina in bilico Tajani: il nome del tecnico Massolo. Delega all’Editoria all’azzurro Barachini

Roma, 20 ottobre 2022 - Le ultime uscite di Silvio Berlusconi hanno rischiato di terremotare anche la lista dei ministri che Giorgia Meloni sta faticosamente componendo per arrivare all’appuntamento con Sergio Mattarella con poche incertezze e molte conferme. A sera, però, in Via della Scrofa si mostravano certi che almeno uno dei nodi della contesa con il Cavaliere sin poteva considerare sciolto. Alla Giustizia andrà quasi certamente il candidato di FdI: Carlo Nordio.

Carlo Nordio (Ansa)
Carlo Nordio (Ansa)

Ma, per un caso chiuso, un altro si è aperto più o meno all’improvviso: quello sulla nomina di Antonio Tajani a ministro degli Esteri. Non c’è bisogno di accurate analisi per rendersi conto che il vice-presidente di Forza Italia, ex presidente del Parlamento europeo, rischia di pagare in prima persona le intemerate del suo leader. "Possiamo mandare in giro per il mondo uno che tutti penseranno essere il braccio destro del miglior amico di Putin?", si sono domandati per tutta la giornata i consiglieri della Meloni. Da qui le parole rassicuranti dello stesso Tajani e la convinzione che il Ppe si esprimerà a suo favore. Si vedrà. Si vedrà anche se il Capo dello Stato non avrà, a sua volta, obiezioni da fare. Certo è che circola anche l’opzione di Giampiero Massolo per la Farnesina, se i dubbi dovessero prevalere. O anche quella di Guido Crosetto. Alla Giustizia, invece, la posizione di Nordio si è rafforzata, non tanto per l’incontro con lo stesso Berlusconi, ma perché, tanto più dopo l’affaire audio pro-Putin, il potere negoziale del Cavaliere si è ridotto ai minimi termini. L’ex presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, andrà, dunque, alle Riforme. Ma a Via Arenula, Forza Italia dovrebbe spuntarla almeno per avere un viceministro con deleghe pesanti, che con tutta probabilità sarà Paolo Sisto. Allo Sviluppo economico Guido Crosetto, anche se qualcuno non esclude che possa rispuntare il nome di Antonio D’Amato, l’industriale napoletano, ex presidente di Confindustria, al quale la stessa Meloni ha chiesto una disponibilità di massima per entrare nel governo.

Il fronte delle tv, dentro il Ministero di Via Veneto, potrebbe, però, essere affidato a un viceministro di Forza Italia, ma è tutto da vedere. È probabile, invece, che la delega all’Editoria potrebbe finire all’azzurro Alberto Barachini. Difficile, invece, in questo quadro lo scorporo dell’energia dal ministero della transizione ecologica, che verrebbe affidato a Gilberto Pichetto Fratin, di Forza Italia. Una volta nominato vice di Ignazio La Russa il senatore leghista Gian Marco Centinaio, dato fino a qualche giorno fa all’Agricoltura, ora sono diventate più insistenti le voci che assegnano questo dicastero a FdI: in pista ci sarebbero Roberto Berutti, attualmente nello staff del gabinetto del Commissario europeo all’agricoltura e Luca De Carlo, ma c’è chi scommette che alla fine potrebbe spuntarla Francesco Lollobrigida, braccio destro di Giorgia a Montecitorio, che cederebbe il suo posto di capogruppo alla Camera. In ballo, invece, per la Salute sarebbero Guido Bertolaso e Francesco Rocca.

Appare consolidata la posizione di Marina Elvira Calderone al ministero del Lavoro. Ma a via Veneto potrebbe approdare come vice anche il leghista Claudio Durigon. Altrettanto consolidati Giancarlo Giorgetti all’Economia, Matteo Salvini alle Infrastrutture, Matteo Piantedosi al Viminale, Adolfo Urso alla Difesa. Così come trova conferme l’ingresso nel governo di Annamaria Bernini o di Gloria Saccani Jotti (in lizza per l’Università), Raffaele Fitto agli Affari europei, Roberto Calderoli agli Affari regionali, Giuseppe Valditara all’Istruzione, Simona Baldassarre alla famiglia, Chiara Colosimo alla gioventù e allo sport.