Milano si è rimpicciolita

A parte Giorgia Meloni davanti al Duomo, gli altri partiti non hanno puntato sulle piazze. La politica è cambhiata, o forse i partiti non hanno più il seguito di una volta

Il comizio milanese di Giorgia Meloni (ANSA)

Il comizio milanese di Giorgia Meloni (ANSA)

Grandi piazze, pochine, anzi solo una, Piazza Duomo domenica pomeriggio per il comizio della leader di FdI Giorgia Meloni. Nella campagna elettorale milanese i partiti, destra sovranista a parte, puntano su spazi più ristretti per i loro eventi. Il motivo è semplice: l’affluenza alle urne è in calo, la partecipazione alla vita politica pure e i leader si adattano. Insomma, non è più tempo di politica «di massa» e così il Pd ha organizzato una mini-festa dell’Unità dal 1° al 4 settembre al Ride di Porta Genova e lì il segretario dem Enrico Letta ha fatto il suo comizio lo scorso 1° settembre. Il Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi ha scelto il Superstudio di via Tortona, maxi-spazio al chiuso che contiene quasi 5 mila persone, per lanciare la campagna nazionale. Il M5S ha puntato su un paio di blitz del leader Giuseppe Conte: il primo all’orario dell’aperitivo in corso Garibaldi angolo Largo La Foppa, uno dei luoghi più noti della movida milanese; il secondo in una periferia cittadina, Baggio. Unione popolare sbarcherà in Darsena sabato con una festa elettorale. Ci sarà il frontman della lista di sinistra-sinistra, l’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Il centrodestra punta su spazi più ampi. Ma, come dicevamo all’inizio, solo FdI ha prenotato e utilizzato Piazza Duomo, posizionando le sedie in una porzione del sagrato, di fronte al lato meridionale della piazza e radunando oltre 5 mila persone. Un successo? Sì, considerando quante persone sono riuscite finora a mobilitare gli altri partiti nel capoluogo lombardo. Un flop se si paragona la piazza della Meloni alle piazze della destra della Prima Repubblica o dell’avvio della Seconda Repubblica. Nel 1972 il leader del Msi Giorgio Almirante riempì Piazza Duomo in ogni ordine di spazio. Ma per la destra erano i tempi delle «piazza piene, urne vuote». Non vuotissime, per la verità, perché alle Politiche del 1972 il Msi, anche grazie alle manifestazioni della “Maggioranza silenziosa’’, raggiunse il suo miglior risultato nazionale: 8,6%. Anche il successore di Almirante, il segretario del Msi, prima, e An, dopo, Gianfranco Fini fece il pienone in Piazza Duomo per un comizio della campagna elettorale delle Politiche del 1994, quelle vinte dal centrodestra guidato da Silvio Berlusconi, che mise insieme il Msi che già andava verso An e la Lega di Umberto Bossi. La parentesi storica è utile per capire le attuali dimensioni della partecipazione politica, anche a destra. La Lega di Matteo Salvini non punta su grandi comizi milanesi nelle piazze, ma su appuntamenti tematici. Sabato prossimo, al Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi, il Carroccio ha in programma un convegno sulla flat tax, la tassa “piatta’’ teorizzata, nel fronte lumbard, da Armando Siri. Naturalmente ci sarà il segretario Matteo Salvini, perché la flat tax al 15% è uno dei cavalli di battaglia della Lega. Il 20 settembre, invece, il Capitano lumbard chiamerà a raccolta tutti gli amministratori locali leghisti nella sede della Confcommercio di corso Venezia. E Forza Italia? L’appuntamento finale è fissato al MiCo, il Centro congressi in Fiera Milano, il 23 settembre, ultimo giorno di campagna prima del silenzio elettorale. Gli azzurri assicurano che ci sarà, in presenza, il presidente Silvio Berlusconi. Il MICo può contenere migliaia di persone, ma è al chiuso. Niente piazza, neppure per il Cavaliere.