Migranti governo Meloni: giro di vite sugli sbarchi. Qual è la strategia

In attesa di nuovi decreti quale sarà la posizione con la Libia e sulla Convenzione di Dublino?

Roma, 27 ottobre 2022 - Sulla questione migranti il nuovo governo a guida di Giorgia Meloni è già operativo con un'azione concordata tra il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ed il collega dell'Interno, Matteo Piantedosi, all'epoca suo capo di Gabinetto al Viminale Il primo ha convocato il comandante della Guardia costiera, ammiraglio Nicola Carlone per farsi illustrare la situazione nel Canale di Sicilia, dove sono presenti due navi, la Ocean Viking e la Humanity One, con complessivi 326 migranti soccorsi a bordo. Il giorno seguente il nuovo ministro degli Interni ha firmato una direttiva che definisce la condotta delle due imbarcazioni "non in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all'immigrazione illegale" valutando pertanto di imporre loro il divieto di ingresso nelle acque territoriali. Ma qual è l'obiettivo del governo e soprattutto della Lega, che sul contrasto all'immigrazione ha fatto da sempre un proprio totem?

Fermare le partenze illegali, spezzando finalmente il traffico di esseri umani nel Mediterraneo

La posizione della premier

Nel suo discorso programmatico alla Camera, la presidente del Consiglio sul tema immigrazione si è espressa chiaramente: "Questo governo vuole perseguire una strada, poco percorsa fino ad oggi: fermare le partenze illegali, spezzando finalmente il traffico di esseri umani nel Mediterraneo". Giorgia Meloni non ha parlato di blocchi navali ma di "recuperare la proposta originaria della missione navale Sophia dell'Unione Europea che nella terza fase prevista, anche se mai attuata, prevedeva proprio il blocco delle partenze dei barconi dal nord Africa". La premier ha spiegato che il suo governo punterà alla "creazione sui territori africani di hotspot, gestiti da organizzazioni internazionali, dove poter vagliare le richieste di asilo e distinguere chi ha diritto ad essere accolto in Europa da chi quel diritto non ce l'ha. Perchè non intendiamo in alcun modo mettere in discussione il diritto d'asilo per chi fugge da guerre e persecuzioni. Il nostro obiettivo è impedire che sull'immigrazione l'italia continui a farsi fare la selezione in ingresso dagli scafisti".

Cos'è la missione navale Sophia

La missione Eunavfor Med Sophia è stata un’operazione militare istituita nel maggio 2015 dal Consiglio dell’Unione europea (PESC) 2015/778 che si prefiggeva di contribuire a smantellare le reti del traffico e della tratta di esseri umani nel Mediterraneo centromeridionale. L’operazione dalle prospettive muscolari e assai ambiziose ha raggiunto ben pochi dei suoi obiettivi ed è terminata senza rimpianti nella primavera 2020. Nella cosiddetta “terza fase” dell’operazione, mai avviata, essa si prefiggeva di poter attuare anche fermi, ispezioni e sequestri di imbarcazioni sospettate di essere usate per il traffico e la tratta di esseri umani anche nelle acque territoriali e interne libiche alle condizioni previste da eventuali risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu o con il consenso dello Stato libico. Nulla di ciò è mai avvenuto in quanto non è stata adottata né una risoluzione Onu, né un atto di consenso da parte del governo libico riconosciuto a livello internazionale.

Salvini e i decreti sicurezza

In campagna elettorale Matteo Salvini ha spinto per la riproposizione dei decreti sicurezza varati dal governo Conte I retto sull'asse Lega-Movimento 5 Stelle, di cui era ministro degli Interni. All'assunzione dell'incarico, dichiara che il suo scopo principale è quello di ridurre drasticamente il numero di immigrati clandestini verso l'Italia e favorirne il più possibile i rimpatri. Prima rifiuta lo sbarco sulle coste italiane della nave da soccorso Aquarius, con a bordo 632 migranti salvati in mare scatenando un caso europeo (la nave sbarcherà a Valencia otto giorni dopo e Macron definirà il governo italiano "irresponsabile"). Nel settembre 2018 il governo vara il cosiddetto "Decreto Sicurezza", che stringe i cordoni sulla protezione per motivi umanitari ai migranti e rende più facile l'espatrio. L'11 giugno dell'anno arriva il Decreto sicurezza bis  che prevede onerose multe le Ong che violano il divieto di accesso in acque territoriali, l'arresto obbligatorio in flagranza del comandante o dell'ufficiale della nave che commetta il delitto di resistenza o di violenza contro una nave da guerra, il sequestro immediato e la successiva confisca della nave. Da ministro Salvini sarà coinvolto nei casi Diciotti, Gregoretti, Sea Watch e Open Arms.

Sbarchi in aumento

Complice il bel tempo, si intensifica l'ondata di sbarchi degli ultimi giorni che porta il totale degli arrivi nel 2022 a superare quota 80mila, contro i 52mila del 2021 (+66%), solo nell'ultima settimana sono 3mila. I cadaveri di due gemellini di un mese sono stati trovati su un barcone soccorso dalla Guardia costiera al largo di Lampedusa. Mentre due barconi con circa 1.300 persone a bordo sono stati segnalati da Alarm Phone in forte difficoltà a est di Sicilia e Malta. Per il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, "c'è un grido che sale dal Mediterraneo che non dobbiamo dimenticare, un grido che dice: salvami! La pace comincia nel salvare la vita e la speranza".  

La strategia

Piantedosi ha convocato  una riunione del Comitato nazionale per l'ordine pubblico e la sicurezza pubblica per fare il punto sul tema insieme ai vertici di forze dell'ordine, intelligence ed al comandante della Guardia costiera, ammiraglio Nicola Carlone. Un primo confronto per far emergere criticità e possibili soluzioni da inserire in un provvedimento da presentare in Consiglio dei ministri. Bisognerà capire come si muoverà il govenro sulla questione Memorandum-Libia e Convenzione di Dublino. Se il governo non deciderà entro il 2 novembre, i primo sarà automaticamente rinnovato per altri 3 anni. Con questo accordo l'Itali< ha di fatto delegato la Guardia Costiera libica, fornendole supporto materiale e finanziandola, a intercettare i barconi e a riportarli forzatamente in Libia. A Roma Ong e associazioni hanno manifestato affinché questo accordo non venga rinnovato per "evitare che uomini, donne e bambini che scappano alla ricerca di salvezza, vengano rimoatriati  per essere sottoposti a detenzioni, abusi e violenze". Mentre sulla Convenzione di Dublino l'Italia spinge da tempo per una sua revisione e sarà interessante capire l'atteggiamento del governo Meloni.

Convenzione di Dublino

È il regolamento dell’Unione europea che stabilisce criteri e meccanismi per l’esame, e l’eventuale approvazione, di una domanda di protezione internazionale presentata da un cittadino di un Paese terzo.  Il principio chiave è dettato dall’articolo 13. "Quando è accertato (...) che il richiedente ha varcato illegalmente, per via terrestre, marittima o aerea, in provenienza da un Paese terzo, la frontiera di uno Stato membro, lo Stato membro in questione è competente per l’esame della domanda di protezione internazionale". In altre parole, la responsabilità dell’asilo è del Paese di primo sbarco. Da sempre i Paesi europei più esposti ai flussi migratori - Italia, Grecia e Ungheria - chiedono una revizione del trattato per una maggiore solidarietà e un meccanismo di emergenza che conduca alla redistribuzione obbligatoria di parte dei rifugiati nei momenti di maggiore crisi.